La seduzione di una quarantenne. Trasformazione in una MILF
by Pony11Visto: 1028 veces Comentarios 10 Date: 13-02-2024 Idioma:
Prefazione
Mi chiamo Stefano ho 54 anni, ritengo sia doveroso presentarmi e chiarire che non sono uno scrittore nemmeno dilettante quindi il purista della narrativa rimarrà deluso.
La cosa che però mi preme di più è sottolineare che ogni cosa che andrò a raccontare è vera, nulla nemmeno i particolari sono inventati. Ancora oggi dopo mesi io stesso sono incredulo e il narrare il tutto mi aiuta a capire in modo ancora più fermo che tutto ciò è successo e vero.
Chi ritiene di non credere a ciò racconto lo invito a desistere dalla lettura.
La vita mi ha regalato tante gioie ma anche una tristezza enorme, la prematura scomparsa di mia moglie il mio grande amore.
Ho avuto la fortuna, con tanto impegno, di conseguire il brevetto di pilota militare e proprio nel corso di un’esercitazione nella penisola Iberica, conobbi mia moglie, una splendida ragazza mora andalusa, che divenne mia moglie. Dal matrimonio è nata nostra figlia che adesso ha 22 anni, studentessa universitaria in Spagna dove vive con i nonni. Purtroppo un tumore mi ha strappato presto la mia amata moglie, fortuna che la figlia era già grande e ritenemmo vivesse con i nonni materni, ma attualmente si divide tra Italia e Spagna e liberamente la ritrovo improvvisamente a casa.
Ho lasciato da tempo l’Arma Azzurra e lavoro in una compagnia che effettua voli “privati VIP” con veloci LearJet o similari.
Racconto
Alla fine di settembre del 2019, un venerdì pomeriggio, atterrai all’aeroporto di Genova “Cristoforo Colombo” con a bordo un facoltoso “vip” proveniente dalla Danimarca, questi avrebbe trascorso il fine settimana a bordo di uno yacht, che lo attendeva in uno degli splendidi porticcioli della riviera ligure, per poi rientrare nel suo paese la domenica sera. Poiché, come per altro pianificato, avrei dovuto trascorre il mio periodo settimanale di riposo, lascia l’aereo a due colleghi che lo avrebbe impiegato nei successivi due giorni per riportarlo a Genova la domenica nel tardo pomeriggio per riconsegnarlo a me ad al mio secondo per la tratta verso Copenaghen.
Il mio secondo, finite le incombenze di rito, era atteso dalla famiglia, che da Milano era venuta a recuperarlo.
Io mi recai ad uno dei banchi di autonoleggio ove presi una comoda sportiva per recarmi lungo la costiera di ponente per recarmi in un alberghetto che conoscevo da anni e dove avevo trascorso notti indimenticabili con la mia defunta amata.
La struttura pur trovandosi sulla prima collina ligure consentiva di dominare il mare con una vista mozzafiato, struttura molto bella, non enorme ma dotata di ogni servizio e soprattutto di un ottimo ristorante.
Avevo bisogno di relax.
Arrivai hotel, credo fossero le 18:30/19, preceduto, casualmente, da una Mercedes Classe C di colore grigio e parcheggiamo vicini.
Appena scendo dall’auto, immediatamente la mia attenzione viene attratta dalla voce, da subito risultata petulante, del conducente della Mercedes, che evidentemente come un fiume in piena e con un lessico da tipico “sborrone della city milanese”, stava parlando con la moglie.
Mentre prendo il mio trolley dal bagagliaio (ero ancora in divisa, camicia cravatta pantalone blu notte e tipico giubbotto in pelle, versione leggera, vista la serata già ventilata), già infastidito da sto tizio che non smetteva di parlare vantando forse anche il ghiaino del parcheggio, mi volto e rimango folgorato come da secoli non mi succedeva.
Non è che dal decesso di mia moglie fossi rimasto casto anzi dopo tre anni, anche in un certo modo sollecitato dalla figlia ero tornato ad essere un donnaiolo, ma diciamo sfogavo le pulsioni da maschio.
La folgorazione è causata da quella ritenevo fosse la moglie del parlatore, una meraviglia dall’apparente età di 36/37 anni, capelli mossi quasi ricci legati a formare una fontana sulla testa, pelle bianca di fondo, ma con un’abbronzatura leggera e naturale, occhi castano chiaro con riflessi verdi, una camicetta azzurra che fa intravedere un prosperoso e florido seno, jeans aderenti che mostravano magnifiche tornite gambe con cosce lunghe interminabili e polpacci pieni, ma con caviglie sottili. Ai piedi indossava le odiose ballerine che però la sua grazia rendevano quasi sexy. Con lei ci siamo fissati per qualche secondo, il suo viso da scocciato, forse per la continua colonna sonora del parlatore, dopo interminabili secondi mi mostrò un naturale sorriso devastante, mentre si abbottonava il bottone sopra la scollatura che mentre scendeva dall’auto si era aperto.
Il suo compagno era cosi preso dai suoi discorsi non si rese nemmeno conto del prolungato sguardo tra lei e me, che avrebbe fatto incazzare ogni vero maschio. Le lasciò la valigia ai piedi e parlando si avvio alla reception.
Mi sono avvicinato e, con un doveroso “signora permette” presi la valigia e la portai verso l’ingresso, con lei che diceva: “ma non si preoccupi ci riesco non è pesante, lei è gentile”.
Arrivati all’ingresso posai la mia e la sua valigia dicendole: “per me è un obbligo per una signora cosi affascinante e bella”, lei visibilmente colpita, dopo un attimo di silenzio disse: “la ringrazio non mi aspettavo un simile complimento”, esibendo un sorriso con tanto di rossore.
Le porgei la mano presentandomi: “io comunque sono Stefano sarei onorato di poterle dare del tu”, lei sempre con un magnifico sorriso: “il piacere è mio sono Milena”.
Entrammo ed il suo compagno stava ancora “blaterando” al banco senza essersi accorto di nulla, anzi si rivolse a lei come se fosse stata sempre li dietro e la cosa ci fece sorridere tanto che scambiammo l’ennesimo sguardo.
Subito dopo di loro presi la camera e salii al piano, li trovai intenti ad entrare tre porte prima della mia.
L’incontro mi aveva messo di buon umore, appendo con cura la divisa, indosso una maglietta costume ed il resto per andare nella splendida piscina coperta dell’hotel.
La piscina è deserta gli altri ospiti sono già pronti per la cena o nelle camere mi rilasso e nuoto; mentre sono sotto una cascatella artificiale a godermi questa doccia di acqua fredda, vedo che arriva lei Milena. Esce dagli spogliatoi femminili in accappatoio, noto subito le ciabattine con leggera zeppa, si guarda timida attorno e poi toglie l’indumento rimando con un costumino due pezzi color acquamarina. Nonostante l’acqua fredda il mio amico in basso ha una reazione, uno spettacolo, quelle gambe sono veramente stupende, piene, cosce lunghe ben fatte, il seno a stento sta nel costumino due bocce che si nota da subito sode da come si muovono. Il costumino non è da donna facile ma lo definisco da donna elegante. Lei fa un bel tuffo atletico nuota sicura e quanto compie la vasca di ritorno io in apnea stando sotto la seguo, lei si ferma a fondo vasca per sistemarsi i capelli, io gli sputo vicino e lei lascia partire un urletto.
Poi ride dicendo: “sei tu Stefano, stupido, mi hai spaventata stavo per darti uno schiaffo” gli dico “dammelo sarebbe graditissimo” “sai perché merito uno schiaffo? Prima ho detto che eri affascinante e bella. Devo ricredermi”.
Lei subito si stupisce quasi ci rimane male e dice con il broncio: “perché?”. “Perché sei stupenda non ricordo di aver visto una donna che mi ha fatto bollire cosi il sangue”.
“Smettila sono impegnata”.
“Si impegnata con uno vecchio, parlatore, filosofo. A proposito come mai non è in piscina? Forse nuotando non riesce a parlare”
“Smettila non è cosi vecchio il mio compagno”, ma intanto ride di gusto e parte nuotando.
Lei sa che la seguo, infatti finita la vasca mi cerca, ma io mi sono infilato sotto la cascata. Lei delusa, cerca di saltare per cercarmi e il seno balla esce dal costume, vedo due enormi areole rosa quasi disegnate. Mentre è intenta a ricoprire le bocce, passatemi il termine, le nuoto dietro l’abbraccio e le bacio il collo, lei sorride senza dire nulla. Le appoggio il mio membro dietro lei emette un: “ohhh”, si gira la testa quel tanto che io senza preavviso la bacio la limono, lei contraccambia. Poi diventa rossa “non farlo più” e nuota via.
Le dico mentre esce dalla piscina: “spiega al parlatore che i diamanti se non li tieni sempre a vista li rubano”, mi fa una boccaccia e sparisce, ma vederla camminare con il costume che si era infilato tra i glutei, belli, adatti al suo corpo tanto da farne una forma ad anfora, ma se devo trovare un difetto poco rotondi.
Mi rifaccio un paio di vasche, mi sento un ragazzino, pieno di se e presuntuoso, come ai tempi del brevetto, sfacciato, quel tenente che era convinto che tutte le donne cadessero ai suoi piedi, che venne spento da quella meravigliosa semplice ragazza spagnola, estintore della sfrontatezza e benzina dell’amore.
Salgo in camera, noto subito che oramai il sole è tramontato, una leggera brezza settembrina ha rinfrescato molto l’aria. Doccia veloce, pantalone e camicia e scendo al ristorante oramai vuoto. Prima di andare al tavolo mi fermo al bar per un aperitivo, posso permettermi qualche divagazione, senza eccessi, sapendo che non devo volare per quasi due giorni.
Mentre sorseggio un mezzo prosecco, sento la voce fastidiosa del parlatore; mi giro e vengo incantato, lui nemmeno lo vedo, non lo sento più, sono abbagliato da lei. Capelli sciolti, diventati ricci, spostati sul lato destro della testa, rossetto rosso fuoco nessun altro trucco. Una maglia nera aderente, la parte superiore dallo scollo del seno in su trasparente, si vedono le spalle, la schiena, la nudità interrotta dalle spalline fini del reggiseno nero. Gonna, credo si dica a tubino, che parte da un palmo abbondante sopra il ginocchio; si notano le calze ma sono quasi neutre invisibili ed una scarpa aperta, fibbia alla caviglia con un tacco tra 10 e 12.
Li con la faccia provocante e quasi di sfida cammina verso di me, si ferma si rivolge al parlatore e gli dice: “caro, ti presento Stefano, mi ha detto la cameriera che è un comandate di aerei, oggi è stato gentile con me. Mentre eri a fare il check in, mi ha vista in difficoltà con la valigia e mi ha aiutata”. Lui intento nel suo discorso, credo culinario, “ahh si piacere Giacomo”.
Le mette una mano sulla spalla e la spinge verso il tavolo e lei mi fa un sorriso maligno.
Continuo a chiedermi, cosa ci faccia un donna di 36/37 anni con un sessantenne, una donna così poi.
Ma la vecchia mitica sfrontatezza riprende la strada del duello, delle evoluzioni acrobatiche. Scolo il mezzo flûte di prosecco e vado al ristorante. Entro deciso, mi siedo in un tavolo dietro a sinistra di “Giacomino”, lui non mi vede ed io ammiro lei che gli sta davanti.
Subito gli occhi di Milena sono su di me, ma faccio finta di non guardarla, la vedo che con maggior frequenza volge gli occhi verso di me, io intento a messaggiare con mia figlia, ma con la coda dell’occhio la guardo, la tengo sotto controllo, ma lei pensa mi sia indifferente.
Poi di colpo la fisso, la scopo con gli occhi e le faccio segno con la mano, ma quanto parla.
Lui nota lo sguardo di lei si gira io chino sul telefono, le dice: “ma cosa fissi?”. Lei “subito con fare deciso e sfrontato gli dice “il paesaggio dietro al comandate mi piace molto”. Io mi giro e dico “si signora, lei ha dei bei gusti e profondi pensieri, in effetti lo trovo ispiratore di fantasie molto romantiche”. Giacomino: “un dipinto dozzinale riesco a farlo meglio” ed intavola un discorso di pittura che non finisce più con lei che gusta le pietanze con grazia e occhi frequentemente a me.
La vedo muove le gambe sotto al tavolo nervosa le accavalla; e casualmente mi cade il tovagliolo, mi chino e mi soffermo ad osservarle le gambe le cosce, lei vede diventa un po’ rossa, ma anzi aumenta la scosciata. Una volta sollevato con la mano le faccio segno tanta roba e le mando un bacio.
Lei nervosamente cambia accavallamento è a disagio, credo eccitata in modo improvviso e per lei inquietante.
Giacomino riceve una telefonata, si alza ed esce.
Lei.”Stefano smettila di fare il porco”.
Ma si vede che la cosa invece le ha fatto piacere, lo dice quasi sorridendo.
“Vedi che mi alzo e ti do quel famoso schiaffone”.
“Milena. Io la smetto quando onestamente mi dirai che la tua eccitazione, il tuo calore intimo è passato. Sei una donna stupenda e come tutte adori essere ammirata, ma questa sera non capisci più nulla, il tuo copro sta prendendo il potere, la mente è combattuta, sa che ciò che vuoi non è Giacomino”.
Lei diventa rossa. Lui torna, lamentandosi di alcune cose relative al lavoro, di un collega, di un capo area che non capisce nulla, che ha creato un casino, ecc. cominciando un ulteriore lunghissimo sermone che la vede infastidita e annoiata nuovamente.
Termino la cena, educatamente, essendo gli unici presenti nella sala ristorante, vista l’ora, mi avvicino: “Vi auguro una buona serata, immagino facciate una romantica passeggiata giù sul lungo mare.”
Giacomino: “ahh no no la sera tira brezza, soffro di un malanno osseo derivato da… bla bla bla …… rimaniamo qui in hotel”.
“allora se posso, Giacomo, vi attendo nella veranda se posso offrire un digestivo o il caffé”.
Milena, più veloce di Giacomino: “Grazie Stefano volentieri tra poco la raggiungiamo”.
Lui rimane spiazzato.
Mi dirigo all’elegante veranda, dove scelgo un tavolino con divanetto leggermente appartato e nella penombra, ma dal quale si ha una vista spettacolare verso il mare. Porgendo una lauta mancia alla cameriera gli dico “aspetto la coppia che sta per ultimare la cena. Quando li vede arrivare porti due vodka martini, di cui uno molto molto forte di vodka per il signore, ed un mojito molto intenso per la signora (strizzandole l’occhio).
Arrivano lui si ferma nuovamente al telefono, lei sorridente si avvicina, si accomoda alla mia destra sul divanetto lasciando la sedia opposta a lui e mi sussurra “dove vuoi arrivare porco”.
“Lo sai dove voglio arrivare, nello stesso posto deve vuoi tu. Voglio arrivare dove negli ultimi minuti fa tanto caldo, pulsa tutto e dove il bagnato aumenta in modo incontrollato”.
“Sei un porco”.
“E tu in calore”.
Arriva lui lamentandosi ancora del lavoro, seguito come un lampo dalla cameriera che mi guarda ridendo.
“Mi sono permesso di ordinare, allo scopo di evitare i soliti tira e molla su chi offre”
Lei: “Grazie gentile adoro il mojito bello fresco. E per voi?”
“Il nostro incontro, non so perché, mi ha ricordato una un personaggio romanzato e cinematografico. Il famoso agente 007, quindi vodka martini agitato e non mescolato”
Giacomino: “Già lei è comandate come bond, ma non vedo la bond girl di turno”
Toccando con la mia gamba quella di Milena. “Chissa magari non è ancora uscita dalle acque, vedremo. Se arriva una bella, bellissima donna, tutta bagnata (sottolineando la parola bagnata scandendola bene) sarà quella. E sorseggio con un brindisi.
Lui subito dice: “ohh ma è forte, io non sono abituato. Però buono.”
Lei invece sorseggia il mojito, non dice nulla ha altro per la testa, non bada a quanto sia pieno di rum, noto alle volte lo sgaurdo assente pensoso, le cosce che si muovono quasi frenetiche non trovano pace.
Giacomino intavola un discorso sulla filmografia, ma lo distrae e beve.
E’ la mia serata fortunata, le cose si fanno incredibili, lui riceve un’altra telefonata, torna al tavolo dice che deve salire in camera e collegarsi con il pc per una questione urgente una video conferenza urgente. Lei si alza per seguirlo, io dico: “Se Giacomo si fida rimanga con me in attesa della Bond girl”. Ridiamo tutti. Poi aggiungo: “credo che si annoierebbe in una camera d’albergo con questioni di lavoro, con il permesso di Giacomo le mostro il panorama una passeggiata di poche centinai di metri”.
Giacomo: “Si si rimani cara, ti annoieresti, poi di cosa devo temere” e le da un bacio a stampo.
Appena lui gira l’angolo le metto una mano sulla gamba e l’altra attorno alla spalla la fisso e la bacio, un lunghissimo bacio alla francese.
Le dico: “non sospettava che la Bond girl era già qui”.
Lei: “Mi prederai per una donnaccia, ma non la sono credimi. Non so cosa mi hai fatto”.
“Ho subito capito che sei una brava donna caduta nelle mani sbagliate con uno molto più vecchio di te”.
“Lui ha solo tredici anni più di me, io ne ho 45”.
“Dai Milena non scherzare tu ne hai 36/37”.
“Grazie ma ne ho 45, sono divorziata da un bruttissimo matrimonio, un incubo, dopo parecchi anni di sofferenza e difficoltà ho conosciuto lui. E’ logorroico, ma non mi fa mancare nulla”.
“Milena, credo che invece ti faccia mancare quello che questa sera si è svegliato il piacere del corpo, l’erotismo, il piacere di sedurre di essere ammirata come femmina”.
La bacio nuovamente lei sospira tra un abbraccio ed un altro, ci alziamo mano nella mano e ci avviamo nel giardino dell’albergo.
Cerco di ricordare il posto, spero non sia cambiato negli anni, so che vi era un gazebo. Lei è in silenzio, appena arrivati nel buio si ferma mi dice: “Baciami porco”. E rimaniamo li la bacio, la tocco la palpo sento il suo corpo ma ancora coperto dai vestiti.
Arriviamo e scopro che il gazebo è stato sostituito da una struttura, un bar estivo in muratura.
La metto al muro la bacio, limoniamo come ragazzini, la mia mano si fa strada le sollevo la gonna, sapevo avendole viste sotto al tavolo che indossava delle autoreggenti; arrivo deciso alla sua mutandina che come prevedevo è fradicia zuppa. Ha la passera liscia solo sopra al clito sento dei peli una striscina immagino. Lei sui tacchi al muro allarga le gambe agevola la mia mano e ci baciamo. Le abbasso con un movimento svelto lo slip, che poi scopro essere un tanga di raso nero, alle ginocchia. Ha il clito durissimo una ciliegina, dentro è collosa come mettere le dita nel miele. Lei cerca tasta fino a che trova il mio gonfiore, le nostre braccia si annodano lei mi slaccia e lo afferra, lo stringe e poi mi dice. “oddio uno cosi duro mai toccato, ho avuto pochi uomini non pensare sia una donnaccia, ma forse sarà che sono eccitata come non mai ma quasi mi spaventa a toccarlo”.
“tesoro tranquilla so che sei una brava donna come dirtelo, sei solo repressa dalla voglia, sei la mia troia adesso questo vuoi essere, non sono super dotato ma credo giusto per una come te”.
“Si si la tua troia”.
La masturbo con due dita dentro ed il pollice sul clito, lei mi tiene il cazzo, lo impugna come se non volesse mollarlo più, in breve sento calore dalla sua figa, si stacca dal bacio continuo mi fissa mi guarda e mi dice.”godo, oddio, vengo, oddio oddio”.
Trema tutta la tengo al muro sento le mancano quasi le forze la sorreggo con la mia mano ancora dentro con due dita. Le do il giusto respiro e penso già ad un orale suo.
Mentre lei si riprende, le squilla il telefono nella borsetta, affannata dice: “è lui”, fruga ansiosa e risponde. Ha ancora il tanga alle ginocchia, tutta goduta: “si tesoro siamo al belvedere. Hai finito si si vengo su in camera. Ti gira la testa, forse il drink era forte per te. Si si ho le gocce per l’emicrania appena arrivo ti do 10 gocce si si arrivo subito”. Mentre lei parlava la toccavo ovunque.
Si alza il tanga, mi sorride. “andiamo”.
Non parliamo ma un intenso bacio e un suo grazie prima di tornare in hotel non manca:
“credimi l’orgasmo più forte e bello della mia vita. E mi bacia”.
La vedo andare al bagno per sistemarsi prima di salire, io rimango ancora un pochino al fresco a meditare, con il mio coso ancora eccitato, ma sono comunque soddisfatto.
Bevo una bibita, basta alcolici, la cameriera mi fa un sorrisino di intesa, di intrigo del tipo, andato tutto bene?
Vado in camera, rimango in boxer, nonostante la giornata intensa non ho sonno, sono quasi adrenalinico. Perdo tempo leggendo vari messaggi e chat, quasi tutte di lavoro.
Mi alzo e dal frigo bar sorseggio dell’acqua. Improvvisamente sento bussare, con circospezione chiedo. “chi è?”.
“apri sono Milena”,
Apro è lei, ancora in tacchi, come l’avevo lasciata. Mi si butta al collo mi bacia, sembriamo adolescenti, la passione ci pervade.
“Milena sei pazza, cosa fa Giacomino altra conferenza?”.
“Invece delle gocce per il mal di testa gli ho dato mezza boccetta di quelle per dormire, chissà quando si sveglia”.
Riprendiamo a baciarci, le sfilo la maglia, voglio quelle mega tettone. Non facevo altro che pensare all’immagine fugace in piscina di quando erano uscite dal costume.
E’ ancora in gonna tacchi e calze. Succhio avido le sue meravigliose mammelle, rotonde dure, che stimolate le sento sempre più dure lei ansima si appoggia come prima al muro, gambe leggermente flesse, esploro sotto e la trovo già senza slip, la fisso e sorrido:
Lei mi dice: “tanto non mi servivano anzi …”
Non resisto più la giro la appoggio al muro lei inarca la schiena gambe tese, si volta a destra sinistra quasi timorosa, lo appoggio alla sua passerona, la gonna raccolta sulla schiena, la penetro. Lei ansima, dentro è caldissima, la vedo la sento godere appoggiata al muro, non parla ma muove fremente la testa.
Si gira mi guarda, occhi diversi pieni di piacere e stupore: “oddio Stefano, ma cosa mi hai messo dentro è stupendo allora si gode veramente dai scopami sono tuta tutta notte. Ti prego rendimi troia”.
Sono carico, mi rimetto all’esperienza degli anni, la scopo a colpi secchi ma non veloci per non venire e farla impazzire. Lei appoggiata al muro, la pompo tenendola per le tettone spettacolari, non riesco a non toccarle.
Si gira. “Si si sono troia e godo godo vengo ancora”.
Trema ma la scopo sento l’orgasmo nella sua figa, lei mi dice: “oddio continui, cosa fai, continui, mi fai impazzire oddio mi devasti la testa non capisco più nulla oddio oddio sento venire ancora”.
Capisco che devo pomparla con esperienza, colpi profondi secchi una mano dalle tettone passa al clito. La sento avere almeno altri due orgasmi cola, porta una mano alla bocca per non urlare, la sento quasi perdere le forze, estraggo il cazzo, lei si accovaccia sui tacchi. Dopo qualche secondo la sollevo la bacio, le faccio cadere a terra la gonna ora è nuda., le rimangono solo tacchi e autoreggenti. Si siede sul letto trema ancora, mi chino le apro con una mossa decisa le cambe e mi ficco a leccarla, è sensibile, mi tira i capelli per staccarmi ma dopo qualche istante si abbandona si fa leccare, agevola la leccata, la vedo tenersi le tettone, con pazienza la lecco piano non voglio che goda ancora senza capire il piacere, voglio esploda nella mia bocca. Freme ha la figa sensibile, specialmente quando con la punta della lingua le titillo il clito emette urletti mi prende la testa, con gesti che vano dall’allontanarmi allo schiacciarla ancora di più, ma le vado dentro con la lingua in profondità, trovo tanto miele umori densi collosi.
Non ho descritto la sua passerona e colmo subito la lacuna, leggermente gonfia ai lati delle labbra depilate, tutta depilata solo sopra un piccolo trapezio di peli curatissimo, grande quel tanto per essere nascosto sotto tanga e costume.
Mentre la leccavo con cura il mio membro mi scoppiava, ma sapevo che dovevo sconvolgerla di orgasmi, sentivo che dovevo farle capire cosa fosse il piacere. Lei si muoveva la sua mano destra passava dal seno alla mia testa, non riusciva a tenere fermo il bacino, alzava la testa mi guardava i nostri occhi si incrociavano e poi la faceva ricadere ansimando. Era oramai però talmente sensibile che sentii calore provenire dal suo ventre, la vidi fissarmi ad occhi sbarrati, le sue dita sui capezzoli, il suo corpo irrigidirsi e venirmi in bocca emettendo uno strozzato ululato.
Non le do il tempo di riprendersi le sollevo le gambe sulle mie spalle e la penetro, i suoi occhi sono sbarrati, le do colpi lenti profondi a sfondarla, lei sta impazzendo, sto ottenendo ciò che voglio drogarla di orgasmi. Capisco che lei è sorpresa, una ragazzina con esperienza nuova.
Sento purtroppo che devo venire, quindi rallento la bacio, tengo il cazzo dentro di lei, mi chino la bacio le do una leggera tregua, da sesso diventa amore con quei baci passionali, come se lei mi volesse ringraziare del nuovo mondo.
La sua fornace, il mio cazzo è come in un microonde e devo uscire o le vengo dentro e no nso se è protetta dalla gravidanza, anche se mi passa il desiderio di farlo.
Esco le lecco le tette. Poi la giro voglio sia lei ad impalarsi, ma non devo dirlo provvede lei lo pianta dentro io le succhio le tettone e lei si impala. La sua visione è troppo celebrale la vedo pervasa dal sesso, dalla passione, dal piacere, la blocco, le dico voglio venirti tra le tette. Le mi bacia orgogliosa, femmina, mi dice: “sono vicina ancora uno, poi vieni, tutti gli altri sarebbero già venuti sulla porta………ohhhhh”. Sfinita mi cade addosso mi bacia, poi si riprende scende mi guarda con occhi da gatta in calore lo succhia e lo mette tra le tette, io le riempio il solco.
Mi guarda tenendosi le due tettone chiuse: “voglio tenere qui il tuo seme, non so essere troia, ma voglio essere la tua”. Si strofina le mammelle con in mezzo il mio sperma è sexy erotica e il mio fratellino rimane duro ancora voglioso, lei è uno spettacolo, una quarantenne ancora “teen”.
Si sdraia vicina a me, ci baciamo mi mette la mano al cazzo lo masturba lentamente ci guardiamo parliamo, mi racconta qualcosa di lei, di quello che ha passato, come è finita con Giacomino.
Delusa dai maschi, affaticata dalla vita dai sacrifici durante e dopo il matrimonio, ha cercato sicurezza economica con uno quasi platonico, che fosse solo fiero di avere una bella donna vicina, lei non sapeva che gli uomini potessero amare e non solo scopare velocemente. Mi diceva che gli unici orgasmi li aveva masturbandosi, pratica che aveva scoperto alcuni anni dopo il divorzio, una notte guardando un film erotico la sua mano andò li imitando la protagonista del film, la pratica divenne il suo sesso. Giacomino si accontentava di masturbarsi guardandola toccarsi.
La sua mano sul mio cazzo lo fece diventare più duro di prima , lei mi sorrise e andò da lui con la bocca, si vedeva non era una pompinara esperta, ma che lo faceva per piacere per voglia, per natura, perché ne aveva desiderio in quel momento. Mi fissava mentre lo succhiava, ma poi lentamente lei diventò una cosa sola con il cazzo.
Anche se inverosimile era ancora in autoreggenti e tacchi, bellissima sexy.
Mi alzo, scendo dal letto lei mi segue con lo sguardo, rimanendo nella posizione in cui stava facendo il pompino, le vado dentro e la prendo, la penetro, lei emette un gridolino alla penetrazione, è calda dentro collosa sento gli umori farsi liquidi e colare, la pompo forte le sbatte la testa tene le lenzuola con le mani. Non resisto senza le sue tette le afferro la alzo e la chiavo con la sua schiena a 45 gradi attaccato al seno, la sento tremare irrigidirsi credo abbia avuto un paio di orgasmi in quella posizione. Il suo corpo passa da tensioni a quasi inerme senza forze.
Mi sollevo, sono dentro di lei la alzo le bacio il collo, poi mi sfilo , le con occhi goduti felici, ma stanchi, indietreggio portandola con me, mi siedo sul divano della stanza e lei monta su, non doppiamo dirci nulla, il sesso e la passione è oramai senza freni, ho il suo seno in faccia, succhio e bacio anche dove, poco prima, si è spalmata e ha fatto assorbire alla pelle il mio seme.
Sono ipnotizzato dalle sue tettone, i nostri corpi sudati, lei cola quasi non sento più il mio uccello è in una schiuma di umori.
Si afferra da sola le mammelle si stringe i capezzoli e li alterna alla mia bocca mentre letteralmente si sfonda.
Si blocca, butta indietro la testa, stringe le gambe, quasi si stacca i capezzoli trema tutta, sento un calore infernale nella sua figona seguito da una copiosa sorgente di umori.
Trema per diversi secondi muove la testa ha gli occhi chiusi, poi si alza si appoggia, cerca barcollante il letto ci si getta sopra. Si porta entrambe le mani alla passerona la tiene, continua ad avere come delle convulsioni, io vedo il mio cazzo duro pieno di bava bianca.
Poi si solleva si sgancia i sandaletti, si strappa quasi le autoreggenti, mi guarda sorride godutissima, si inginocchia e mi succhia.
Mentre succhia, molto meglio di prima con amore per l’uccello, scusate, ma quello vedevo, mi guarda goduta.
Interrompo il suo pompino meraviglioso, la sollevo, baci passionali, ma lei non molla dalla mano il mio membro.
La giro le faccio capire di appoggiarsi al mobile/scrivania della stanza, lei mi dice: “basta ti prego sono sfinita ho goduto tanto adesso tocca te”.
Mentre finisce la frase la penetro, la vedo nello specchio vicino e mi arrapo di più, la pompo veramente quasi in modo animalesco, lei muove furiosamente la testa, poi si vede nello specchio si guarda si fissa e ha l’ennesimo forte orgasmo come prima, quasi sviene devo sorreggerla.
Andiamo nel letto, ci coccoliamo lei lo cerca subito ad occhi quasi chiusi mi masturba.
“Adesso stai fermo, ora godi tu” così dicendo si posiziona sulla mia gamba sinistra, sento la sua miciona aperta che cola sul ginocchio, si piega sul mio cazzo e succhia.
Un pompino non da maestra, ma cercando la massima riconoscenza a quel cazzo, alterna succhiate, leccate a sega. Quando sega si alza si tocca il seno con la mano libera.
Ad un tratto mi fissa mi sega e mi dice “adesso vieni che ho sete”. E’ bellissima, sbattuta, il suo seno ancora più grosso, almeno sembra, e duro, non resisto. Appena sente le pulsioni si china e si fa venire in bocca.
Lo pulisce con cura, poi si mette coccolata vicino a me. “Non ci crederai ma la prima volta che assaggio lo sperma. Mi ha sempre fatto schifo, ma adesso ne sentivo il bisogno irrefrenabile”
Così ci addormentammo.
Come succede sempre, quando mi sono svegliato lei era già uscita. Non ho mai capito come facciano le donne a sparire così dai letti.
Mi guardo attorno, mi alzo, guardo dalla finestra, la macchina di Giacomino non era più accanto alla mia, erano partiti. Il sole alto capisco che è mattina inoltrata vado al comodino e prendo l’orologio, le 9:50.
Poi noto sulla scrivania la carta da lettera dell’hotel, delle calze. Aveva lasciato le sue autoreggenti: “Spero non ti dimenticherai di me, io sicuramente no, ti lascio il mio numero 328.xxxxxxx, desidero passare ancora tante notti così. Da oggi per te sarò la tua bond girl. Kiss” .
Immediatamente memorizzo il numero; è disponibile su whatsapp, gli mando un messaggio.
“E questo è il mio numero deliziosa Milena, anche per me sei indimenticabile, erano secoli che non mi innamoravo di una donna, ti voglio ancora quanto prima. Tuo 007 Stefano”
Immediatamente risponde: “……chissà……”.
p.s. attendo opinioni e consigli su mosse future