HISTORIA TìTULO: Il castello 
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Il castello


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Il castello

by Treelife
Visto: 27 veces Comentarios 1 Date: 01-10-2023 Idioma: Language

Il Castello…
Ma cominciamo dall’inizio.
A, d’ora in poi la chiameremo così, è la classica brava ragazza.
Perlomeno così mi era sembrato quando la conobbi e si propose di lavorare con me.
Una donna molto bella, ma che non fa nulla per apparire.
La seduttività femminile, nel senso tradizionale del termine, non le è mai appartenuta.
Ciò che mi colpi da subito, fu la capacità di entrare in empatia, l’intelligenza, l’impegno nei compiti assegnati e la voglia di vivere e di divertirsi. E un po’ anche la sua educazione…diciamo laica. Che le faceva vedere le cose, tutte, in modo diverso da come le vedevo io…che mi ero sciroppato tre cicli di scuola cattolica, per giunta maschile.
Le resistetti a lungo.
Non perché non ne fossi attratto.
Ma non volevo complicazioni da gestire, sul lavoro e nel privato.
Cedetti solo dopo parecchi mesi, quando fui sicuro della sua intelligenza e della sua capacità di gestire una relazione complicata.
Ci divertimmo molto. Ogni impegno di lavoro era una scusa per stare fuori una notte, o allungare la giornata con un pomeriggio alle terme.
Un’intesa intellettuale e sessuale, che ancora oggi, dopo molti anni mi porta a scegliere lei tra tante che potrei avere.
A ottiene sempre quello che vuole o desidera. L’ho vista manipolare situazioni e persone a suo piacimento.
Con me è sempre stato diverso.
Non ci ha mai provato semplicemente perché sa che non ci riuscirebbe.
Ma l’intesa che c’era e che c’è tra di noi le ha sempre consentito di aprirsi, di condividere desideri e passioni. Anche quelli più reconditi che molte coppie non condividerebbero mai.
A era capace di passare in un istante dall’impegno più delicato alla troiaggine più elevata. Abbiamo scopato nei primi anni in ogni situazione e nei momenti impensabili. Ma qualcosa le covava dentro.
Un giorno mi fece vedere un articolo di giornale. Riportava l’intervento delle forze dell’ordine, per disturbo alla quieta, in un hotel che aveva organizzato una festa scambista.
Mi si accese la “spia” e indagando la ragione di questa sua curiosità finimmo a frequentare un naturist club dove A iniziò a scoprire i giochi soft, con qualche divagazione bisex. Giochi che sollecitavano la sua curiosità e alimentavano la mia eccitazione.
A volte leggendo i racconti mi sembra di comprendere cose del tipo…la mia dolce metà era potenzialmente troia e alla prima occasione ha spompinato un altro e si è fatta scopare nella figa e nel culo…per noi non è stato così. Si è trattato di una scoperta graduale fatta di desideri e paure.
Di piccoli passi avanti. Di cose fatte a metà che alimentano il desiderio di andare oltre.
Dopo qualche tempo ci capitó di viaggiare spesso per lavoro, e A inventava la qualunque pur di seguirmi.
Ci venne la curiosità di capire se, quel mondo “liberten” che iniziavamo a scoprire, fosse vivace anche nelle capitali europee, complici il nostro buon inglese.
Accadde che mi recai a Bruxelles per lavoro. Cinque giorni. A mi seguì. Partecipó ad alcune attività ma dedicò del tempo a scoprire la città e a cazzeggiare in internet.
Poco tempo prima, proprio per capirne di più, ci eravamo iscritti in rete a una international comunity.
Fu così che una sera rientrando in hotel la vidi stesa sul letto, con l’ipad e compresi benissimo che si stava masturbando sotto le lenzuola. Quando fa così, me me accorgo dal rossore che le compare sulle guance.
Le dico “che c’è? Cosa guardi?”
E lei schernendosi mi disse “ma no…nulla…dai”….
Che in codice significa che vuole che insista a chiedere. Mi sedetti accanto a lei. “Dimmi dai, che sono curioso”.
Cedendo alla mia insistenza inizió a raccontare “ti ricordi la comunity vero? Bene, stamattina ho messo un last e tra le varie interazioni, quella che più mi ha colpito è una coppia che ci propone jacuzzi e champagne”. Bene le dico io vediamo le foto…. Perché noi come regola lo scambio delle foto visibili ce lo eravamo messo….tanto poi di persona ti ci devi vedere.
“Niente foto mi risponde A e nemmeno un numero di telefono. Solo una mail a cui possono mandare indicazioni”
Io ero un po’ perplesso, ma lei sembrava presa proprio dalla situazione anomala. Cosi a cena, riprendendo il discorso le dico “domani io sono impegnato fino alle 17, la se hai piacere rispondi alla mail e ci organizziamo per domani sera”.
L’indomani mentre ero al lavoro pensavo a quello che stava combinando la birbante. Arrivato in Hotel la trovai già preparata, autoreggenti, tacco alto, leggermente truccata. Così le dico “e allora?!?”.
Lei mi sorride e dice “fatti una doccia che dobbiamo noleggiare una macchina”.
Io la guardo e le dico “sei fuori? Una macchina, in belgio? Dove cazzo la trovo alle sette di sera?”.
Le chiedo spiegazioni. Nessuna.
Le istruzioni erano: noleggiare una macchina, una volta fatto scrivere una mail…
A volte è necessario sfidare la logica per entrare nell’avventura…ed è cosi che decidemmo di andare a Gare du Nord in un rental car. Il ragazzo di colore dietro il vetro, ridacchiando…”sorry, only a little Smart….” facendo evidente riferimento alla mia statura.
Dopo avere incrociato lo sguardo di A…quello sguardo della bimba che vuole il giocattolo…porgo patente e carta di credito e affitto la macchina dicendole “se è un bidone ti uccido”…
Saliamo in auto e lei pronta invia la mail. Risposta immediata…con indicazioni del tipo, prendete la statale, arrivate in tale cittadina e poi scrivete.
Dopo circa 40 chilometri arrivammo nella destinazione indicata. Il rito si ripete, giunsero nuove indicazioni…dopo mezz’ora di percorrenza oltrepassammo il confine Francese. Il gioco delle indicazioni si ripetè un paio di volte fino ad arrivare in un villaggio disabitato.
Chiesi ad A che dovevamo fare…l’ultima
Mail ci chiese di descrivere il luogo.
Un viale alberato, una stradina di ciottoli con vecchie case e un cancello enorme alla fine del viale con le guglie dorate.
Dopo qualche secondo, il cancello si aprì automaticamente.
La guardai e le dissi “andiamo”? E lei “ormai…” quasi a prendermi in giro.
Percorremmo per qualche minuto in auto il viale che attraversava un parco enorme e usciti dalla foresta sulla collina, illuminato, si stagliava un castello stile 600 francese.
Accanto al castello c’erano un paio di auto sportive, e un elicottero.
Parcheggiai la smart, scendemmo dall’auto e ci venne incontro E (lo chiameremo cosi), un uomo distinto sui 55, vestito di nero. Pelato, con un portamento importante.
Si presentó e ci dette il benvenuto in inglese impeccabile. Scusandosi per l’assenza della servitù ad accoglierci, ci invitó ad entrare.
Attraversammo un androne con quadri e mobili antichi.
Ci accomodammo in una veranda dove ci attendeva la moglie. Una donna sui quaranta, con i classici tratti delle donne del nord europa. Bionda, occhi azzurri.
Aprì una bottiglia di Dom Perignon di annata. Una riserva…bottiglia importante.
Mentre facevamo conoscenza E mangiava A con gli occhi e io ero francamente più eccitato da questa dinamica che dalla bionda nordica. A ogni tanto mi guardava, e contemporaneamente ammiccava a lui…la troia.
E interruppe i discorsi rivolgendosi a me “vi va di fare una Jacuzzi”. Guarda istintivamente A che non aspettava altro. “Ok” dissi.
Ci invitó a seguirlo e insieme alla moglie, attraversando le sale ricche di arredi antichi, salimmo una specie di torre di alcuni piani, fino all’ultimo.
C’era una stanza molto grande. Un letto enorme a baldacchino con lenzuola grigie di seta. Una cabina sauna e una vasca idromassaggio. Al centro un tavolo stile giapponese con bottiglie rare di Armagnac.
I gesti di E erano molto decisi, quasi autoritari. Si spogliò e ci invitó a fare lo stesso. Prese per mano A e la accompagnó alla vasca idromassaggio. Feci lo stesso con sua moglie. Mentre parlavo con la bionda nordica vedevo dalle espressioni di A che le mani iniziavano a giovare sotto la superficie dell’acqua. Dopo qualche istante E ci fece cenno di uscire dall’acqua, la aiuto ad uscire. Fuori dall’acqua vidi che lui aveva un cazzo enorme, venoso, una erezione che pulsava. Io e la moglie li seguimmo nella parte della stanza dove c’era il letto e la cabina sauna. Per qualche minuto giocammo insieme sul letto grande. La biondina mi accarezzava l’asta eretta, mentre le mie dita iniziavano a penetrare la fica completamente depilata. Con la coda dell’occhio guardavo A. Lo baciava con passione e con la mano lentamente lo masturbava mentre le dita di lui entravano e uscivano con forza dalla figa bagnata sempre più larga.
Lui si alzó e la trasse a se con forza poi prendendola per mano invitó A a seguirla in sauna. Feci per fare lo stesso, ma la moglie mi bloccó e mi fece segno di no. A nemmeno si era girata, alla faccia del “senza di te non faccio nulla…” come se io non esistessi.
Vidi chiudersi la porta della sauna. La biondina mi succhiava il cazzo con forza, spingendoselo fino in gola…e le mie dimensioni sono abbastanza generose. Ma la mia attenzione era totalmente verso la cabina della sauna, dalla quale provenivano rumori e i sospiri di piacere di A.
In quel tempo indefinito mi ero completamente dimenticato della bocca della moglie di E che mi avvolgeva il cazzo.
L’erezione e il sangue che mi pulsava in testa era un misto tra rabbia ed eccitazione incontrollabile. Pensavo a quello che A mi diceva sempre “giochiamo…si, ma sempre insieme”.
Mi deve essere sembrato un tempo incredibile attenderli uscire dalla cabina sauna. Quando lui apri la porta lei lo seguì uscendo. Il rossore del suo viso tradiva l’orgasmo appena provato.
La distese accanto a me, le aprì le gambe e la penetró senza preservativo con il suo cazzo enorme, venoso e proteso verso l’alto.
La scopava forte, con un ritmo forsennato e A mi stingeva un capezzolo fino a farmi male, completamente presa e persa.
Con gesti autoritari le fece cambiare posizione. La fece mettere a novanta. E inizió a scoparla duramente da dietro. A era come in trance. Scansò la moglie di E, iniziando a masturbarmi cin forza e a ingoiare il mio cazzo. Più lui la scopava forte da dietro, più lei si infilava il cazzo in gola fino quasi a soffocare.
Non so se fosse la situazione o la prestanza fisica, ma non l’avevo mai vista cosi presa. E si ritrasse un po’, sembrò cambiare posizione, e dall’espressione di lei capii che piani glielo stava spingendo nel culo. A sbarró gli occhi e mi strinse il cazzo fino a farmi male, piegando la testa di riccioli biondi su di me. Un misto tra dolore e piacere.
Non
Non facevamo spesso sesso anale, perché il mio cazzo è grosso e se non era rilassata le faceva male, ma il cazzo di E sembrava più grosso del mio.
Lui ebbe qualche istante di riguardo, poi iniziò a pomparla selvaggiamente. A era come in tranche. La schiena inarcata a porgere il culo il più possibile. La mia mano stringeva il suo seno piccolo che era diventato di marmo.
Lei provó per la prima volga l’orgasmo anale e a quel punto l’eccitazione di E esplose inondandole la schiena, i capelli, arrivando fino a me che ero di fronte.
Solo a quel punto A si accorse di me, che non ero minimamente preso dalla biondina. Inizió allora a succhiarmelo e a masturbarmi. Mi conosce e sa come e dove toccare per farmi venire. Mi lasciai andare e le venni in bocca, copiosamente.
Dopo un po’ di social time, ci rivestimmo. E ci disse che loro l’indomani sarebbero dovuti tornare a Londra e che potevamo rimanere quanto volevamo.
Francamente mi sentivo un po’ in imbarazzo a rimanere li così decidemmo di rientrare a Bruxelles nottetempo.
Mentre rientravamo, in auto, A era ancora eccitata e sognante. Interruppe il silenzio: “cavolo…cosa ci è capitato. Chissà chi sono queste persone cosi misteriose, chissà chi è lui…”.
La interruppi…e le dissi “ti manca la cultura…” e lei sorpresa mi disse “perché mi dici cosi?”.
Continuai “gli hai succhiato il suo bel canzone per un’ora e non ti sei accorta di un particolare….era circonciso”
A mi guardò un po’ sorpresa “e quindi?”
“E quindi è ebreo le dissi io è circonciso, E è un nome tipicamente ebreo…quindi un ebreo cosi ricco, tra Londra, belgio e Olanda puó essere tre cose…un commerciante di diamanti, il proprietario di una banca o un mercante d’armi”.
Non abbiamo mai saputo chi fosse E.
Il non sapere, il mistero è il bello di questo gioco.
Di certo E le ha scritto spesso e ancora, invitandola a sue spese a Monaco, a Miami o a Montevideo…
Lei mi ha sempre detto di non averlo mai più rivisto o incontrato. Ne che si siano tenuti in contatto.
Con ogni probabilità sarà una delle sue mezze verità da troia.
Quelle mezze verità che mi fanno eccitare alla follia.


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