Come un pomeriggio di estate ....
by nuoveluciVisto: 278 veces Comentarios 0 Date: 12-02-2022 Idioma:
E’ quasi sera, un calda sera di agosto, il pomeriggio è passato pigro e lento ed ormai sembra volgere al termine. Così come l’estate.
Sono mesi, anni ormai che ogni estate, al primo temporale, vengo in questo angolo di fiume, in un’ansa pigra ed ombrosa. Qui, così piccolo da essere solo un ricordo, ho avuto all’amo una enorme carpa, la canna tenuta assieme a mio padre.
Da anni, ogni anno, passo gli ultimi giorni di vacanza prima della scuola a dare la caccia alla stessa emozione. Ma nulla che di nuovo desti i miei sensi acuiti dal caldo e dai profumi del fiume.
Di colpo, lento ma deciso, il galleggiante scende verso il fondo. Dopo ore di immobilità tardo a reagire, come in un film le immagini e gli attimi scorrono staccati l’uno dall’altro.
Paura. Bramosia. Eccitazione.
Di colpo il dilemma di ogni cattura; la preda sembra grossa, provo a toccare la canna che sembra di pietra.
Mi dico: se tardi la perdi. Se strappi, la perdi lo stesso.
Ed allora è l’istinto che ti guida, lei è mia, di nessun altro. Ferro deciso e per un attimo, interminabile, fremiamo insieme lei di dolore ed io di piacere, uniti solo da un filo …
Di colpo sono sveglio, è la mia cagna che chiama … stiamo arrivando …
E’ stata passione a prima vista, anzi per l’esattezza lei non mi ha mai visto. Le ho negato questo piacere, per acuirne la passione poi. Ci siamo conosciuti settimane prima, cremabacio lei, nuoveluci io. Un messaggio una riposta, poi complici all’unisono.
Ti chiamerò prima che parti. Ti aspetto mia sconosciuta. Un sms mentre entro in palestra. Sono io. La chiamo. Subito. Di istinto. Ed è magia.
Due settimane passate ad attendere questa notte. Tutti e due in astinenza. Fiori a San Valentino. Spediti ad una sconosciuta, complice una imbarazzatissima signorina dell’Interflora. Lui in imbarazzo, totale, nell’andare a ritirali.
Poi la mia decisione. Lei è mia. Come un bimbo serro di nuovo le mani e tiro a me con forza. Ti voglio nuda, sola, al buio di una camera, per tutta una notte. Come un tempo. Come sempre.
E lei cede, ci capiamo. Come in un passo di danza. Lui capisce. E’ la sera scelta. Una suite elegante. La vedo scendere dall’auto. Congedo lui con un messaggio. La custodisco io stanotte, vada pure. Lei è nel panico e dimentica di chiedere la chiave. Deve scendere a riprenderla. Godo la scena da una vetrata complice.
Ora è in camera. Le ordino al telefono … nuda, il profumo che abbiamo scelto per lei la avvolge, una benda agli occhi. Sola. Mani allo specchio, gambe oscenamente divaricate. In una attesa senza fine.
Sono al bar che mi godo l’estasi della cattura. Di nuovo. Come da bimbo. Come dieci anni prima. Come te, Eva. Salgo le scale. Esito davanti alla camera. Faccio partire la musica dentro la stanza. Masked Ball, per chi può comprendere.
Telefoni spenti, la chiave scivola nel lettore. Il divano mi accoglie, silenzioso e silente. Godo della mia preda. E’ più bella di quanto pensassi, ma lo sapevo, in fondo.
Trema, il respiro cortissimo. Mi avvicino per una carezza, sobbalza. Il collare, il mio collare, le stringe il collo. E’ a terra, mi segue docile … poi il buio, la paura, il piacere … poi più nulla …
A te, mia Raffaella.