HISTORIA TìTULO: Parte 5 - Tutto iniziò così (racconto vero) 
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Parte 5 - Tutto iniziò così (racconto vero)


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Parte 5 - Tutto iniziò così (racconto vero)

by Andreacp32
Visto: 573 veces Comentarios 6 Date: 27-09-2021 Idioma: Language

Voglio ringraziare chi si è speso con un semplice commento e chi è andato oltre con valutazioni sulla storia. Vorrei però sapere le vostre idee, come vi sembra il mio comportamento e quello di Silvia o degli altri protagonisti. Sono anche disponibile a scrivere un intermezzo rispondendo a domande. Nel frattempo proseguo con la verità e con quello che successe dopo. Per chi mi chiede le foto, devo specificare che per questioni di privacy, abitiamo in una zona dove siamo abbastanza conosciuti, e anche per volontà di Silvia, non sono ancora autorizzato a metterle

La raggiunsi appunto.
Io: ei bella morettina non si va in giro da sola di sera
Lei: non sono nemmeno le 8 e c’è ancora luce direi che posso cavarmela
Io: io sono un cavaliere e non la lascerei mai sola
Lei: mio cavaliere dopo quella via sono arrivata al mio castello
Iniziammo così scherzando e mi chiese come mai l’avessi seguita. Le risposi che in realtà ero sceso a prendere le sigarette ma che l’avevo vista in lontananza e la volevo salutare. La verità è che nemmeno io sapevo perché fossi lì. Arrivati sotto casa di Veronica iniziammo a parlare di tanti argomenti tra cui il fatto che le era parso di non stare troppo simpatica a Silvia e che avesse paura che la sua mancata presenza in casa poco prima fosse per colpa sua. La tranquillizzai e le spiegai che era un momento un po’ difficile per noi e che ci stavamo prendendo un momento di pausa.
Lei: ieri sera però la pausa non l’avete presa
Io: il sesso è una cosa, poi c’è tutto il resto e non possiamo far finta che col sesso sparisca tutto. Quando me ne sono andato in camera è stato perché dovevamo parlare e confrontarci e siamo giunti alla conclusione che un periodo di stop possa essere la cosa migliore.
Lei: ah mi spiace, non avevo capito
Ci fermammo sotto casa sua e sentii il cel vibrare, mi resi conto che era Marco e allora risposi. Voleva sapere se mangiavo a casa e mi chiese dove fossi, al che mentre stavo per rispondere che ero con Veronica, lei mi fece il segno del silenzio con il dito sulle sue labbra, si avvicino e mi prese il cellulare per chiudere la chiamata. Fu un attimo e le nostre lingue si stavano attorcigliando e le mie mani stavano esplorando il suo culo sodo e alto che nonostante i jeans faceva comprendere che fosse in formissima. Dopo poco sentii la sua mano sul mio pacco
Io: allora sei tu che hai il vizietto di mettere la mano
Lei: controllare sempre il prodotto prima di acquistare
Io: il prodotto va bene?
Lei: acquisto approvato
Mi stava praticamente facendo una sega da sopra i pantaloni mentre io le stringevo il culo sbattendola al muro di fianco al portone di casa sua. Poi mi sussurra all’orecchio
Lei: resti qui o sali?
Ormai la situazione non era controllabile e mi feci trascinare dagli eventi, entrammo dal portone, il tempo di entrare in ascensore e le mie mani esploravano i suoi seni, piccoli, credo una seconda ma con due capezzoli durissimi e molto lunghi. Entrammo in casa e mi tolse la polo mentre io slacciavo la sua camicetta da cui spuntavano i seni che avevo fatto fuoriuscire dal reggiseno. Mi fermai e le chiesi se ci potesse essere qualcuno in casa ma mi confermò che abitava da sola per il momento ed era in cerca di inquiline. Continuai a spogliarla aiutato da lei per togliere i jeans, mi abbassai per toglierle le mutandine e vidi un pelo curato nella zona bikini che formava praticamente una striscia larga in mezzo. Era un pelo nero e liscio più sullo stile delle cinesi. Inizia a leccarla lì sull’ingresso e sentii i suoi umori già pronti. Mi spogliai con lei che lussuriosamente guardava, rimasi nudo col cazzo eretto.
Lei: questo si che è un cazzo
Premetto che ho un cazzo normalissimo tra i 17 e io 18 cm di lunghezza ma la frase mi diede sollievo anche perché mi sentivo in dovere di fare bella figura visto le aspettative dettate dai racconti della mia sera prima con Silvia. Non attesi molto, la girai e la presi da dietro. Si muoveva con me e, nonostante fosse la nostra prima volta, l’intesa era buona solo che ad un certo punto iniziai a sentire il mio cazzo meno vigoroso. Iniziai a pensare che stavo facendo una stronzata, che da lì non tornavo più indietro, che mi mettevo allo stesso livello di Silvia. Veronica se ne accorse e si giro dicendomi
Lei: tutto bene?
Io: scusa è che
Non finii la frase che si era staccata dal mio cazzo e si era abbassata per prenderlo in bocca, non si era ammosciato ma non era più duro come prima. Mentre succhiava pensavo a distrarmi ma poi invece pensai a Silvia mentre si faceva sborrare con il tanga scostato e il mio cazzo riprese tutto il suo vigore, guardai Veronica che aveva gli occhi pieni di soddisfazione. La tirai su e poi la spostai verso il divano e iniziammo a scopare alla missionaria e dopo una serie di colpi veloci e ben assestati lei mi conficco le unghie nella schiena e tirandosi su di me disse
Lei: se continui vengo
Io: ovvio che continuo
Lei: se vengo ora, poi voglio rivenire
Io: e io ti faccio rivenire
Lei: ci metto una vita dopo, rallenta
Non risposi, non la ascoltai e la sentii venire, sentii le sue dita mollare la mia schiena e scendere insieme alle braccia. Non le diedi tempo di crogiolarsi nell’orgasmo e la rimisi a pecorina, in ginocchio appoggiata al divano. Il mio cazzo forse anche a causa della piccola defaillance di prima, sembrava poter continuare senza il rischio di venire. L’errore fu quello di farla salire sopra di me. Saltellava come un canguro, era partita forte ma in pochi minuti il ritmo era devastante. Ho anche temuto che il mio cazzo si potesse rompere. Poi sentii quel brivido che ti fa capire che sei arrivato. La guardai e le dissi
Io: vengo dentro?
Lei: si se vuoi
Io: ma prendi qualcosa?
Lei: un caffè ah ah
Esplosi nella sua figa con la parola caffè ma immediatamente le richiesi se prendesse la pillola e mi diede la conferma che potevo stare tranquillo. Poi nuda così si alzò e corse in bagno. Tornò sempre nuda, bellissima, tonicissima e con estrema naturalezza mi disse
Lei: mangiamo qualcosa?
Preparò una pasta al ragù in pochi minuti, mangiammo nudi ridendo e confidandoci, ma mi resi conto che forse stava fraintendendo. A volte faceva delle ipotesi dove mi trattava come se fossi il suo fidanzato. Non volevo turbare le sue aspettative e non volevo offenderla ma cercai di farle capire che ero in un momento particolare, che pausa non vuol dire fine e che non ero nello stato mentale e di cuore per poter, nel caso, incominciare una nuova relazione. Mi sconvolse. Mise i piatti nel lavabo e poi si girò verso di me
Lei: capisco perfettamente
Spostò la mia sedia e si chinò con la bocca sul mio cazzo. Era duro già da quando la sua mano l’aveva accarezzato, in men che non si dica mi risale sopra.
Lei: mi avevi promesso un altro orgasmo
Non me lo feci ripetere e la tolsi dal mio cazzo, la feci sedere sul tavolo e iniziai nella mia arte migliore: leccare. Mi dovetti impegnare, non mentiva quando mi aveva detto che dopo il primo orgasmo, ci metteva molto per arrivare al secondo ma non mi aveva detto che dopo il secondo, il terzo era praticamente già pronto. Raggiunto il secondo orgasmo infatti mi sedetti sulla sedia e la feci risalire a cavalcioni. Ripartì la cavalcata infuriata ma dopo pochi minuti la vidi afflosciarsi letteralmente ed emettere sospiri che si concludevano con una sorta di risatina: era il terzo orgasmo. Poi si tolse da me e fini tutto con un bocchino fatto a regola d’arte ma sul più bello la sua bocca tirò fuori il mio cazzo e mi fece sborrare con la sua mano. Non poteva essere perfetta: non ingoiava. Ero stanco e scombussolato per tutto quello che era successo e non sapevo cosa fare, ero certo però che se avessi iniziato a pensare mi sarei infilato in un loop devastante. Decisi di fare come all’inizio di questa serata: lasciai andare le cose. Mi fermai da Veronica, guardammo un film e dormimmo insieme, abbracciati. Mi risvegliai con lei che mi accarezzava il volto e quando vide i miei occhi aprirsi mi diede un bacio sulla fronte, bacio che scese fino alle mie labbra. Allora la avvinghiai a me e le feci sentire il “saluto del mattino”. I suoi occhi ridevano più delle sue labbra e in men che non si dica ripartimmo da dove avevamo lasciato. Nel corso di poche ore l’avevo scopata all’entrata, in sala, in cucina e ora nel letto. Fu bello, non avevo più ansia da prestazione, dilungai il suo orgasmo per venire insieme e poi facemmo la doccia e dopo un caffè decisi di tornare a casa. Ci scambiammo i numeri di cellulare e rimanemmo dell’idea di non far parola di questo con altri e di darmi del tempo per chiudere con Silvia.
Erano tipo le 9 e vidi Marco e Chiara che stavano facendo colazione, mi sedetti con loro e capii subito che avessero frainteso e che pensassero che mi fossi fermato da Silvia. Cercai di inserire all’interno del discorso che mi ero fermato da un nostro conoscente dopo una interminabile nottata alla playstation. Verso le 10 andai in facoltà, frequentai svogliato alcune lezioni e all’ora di pranzo guardai il cellulare. Un sms da parte di Veronica che diceva:
Lei: non ti chiamo e non ti scrivo ma tu puoi farlo quando vuoi, ti sto pensando e anche tanto
Scrissi e riscrissi almeno 4 o 5 volte il messaggino da inviarle ma tutte le volte risultava o troppo freddo o troppo dolce o troppo stupido. Così la chiamai e le dissi che non volevo farle fare la parte dell’amante e che in effetti non lo era ma che non volevo creare casini e avere problemi più di quanti già ne avessi. Lei ascoltò con pazienza e alla fine mi disse:
Lei: capisco quello che dici ed è per questo che ti ho detto che non ti voglio disturbare ma sappi che ti penso
Io: dillo a me, oggi a lezione non so nemmeno cos’abbiano spiegato
Lei: dormi ancora con me stasera
Io: non lo so e poi diventa difficile con Marco trovare scuse
Lei: io ti aspetto, poi vedi tu
Io: ah si? E come mi aspetti?
Lei: vieni e lo vedi
Chiusi la telefonata e rimasi ancor più interdetto. Sarei volato da Veronica ma se mi avesse chiamato Silvia probabilmente sarei volato anche da lei. Stavo impazzendo. Chi legge può pensare: si ok ma stai impazzendo e intanto ti scopi due tipe, e pure bone, ma assicuro che la situazione era molto più complicata per essere superata con il piacere del sesso. Amavo Silvia ma potevo innamorarmi di Veronica. Con Silvia c’erano anni di vita insieme e, come è normale che sia, c’erano situazioni e momenti che avevano incardinato in un determinato modo la nostra storia. Con Veronica era un salto nel buio ma quel buio mi stuzzicava tanto. Passai indenne o, per meglio dire, come se non fossi presente, le lezioni pomeridiane e mi avviai verso casa. Arrivato in casa non sapevo che fare, di studiare nemmeno l’ombra di una voglia, la tv mi portava ad altri pensieri che non volevo, men che meno volevo rincoglionirmi alla playstation e così cercai di dormire. Tutto inutile, l’unico pensiero era Veronica, al mattino con Veronica. Anzi, al risveglio di lei che mi accarezzava. Marco non era ancora rientrato e quindi, nella solitudine, mandai un sms a Veronica.
Io: c’è una pietanza per un cavaliere nel suo castello madame?
Lei: ci sono io, mio cavaliere, e preparerò qualcosa di umile per lei
Scesi le scale correndo, a passo veloce mi ritrovai di fronte alla casa di Veronica, suonai, presi l’ascensore e la vidi davanti alla porta con una sorta di camicetta da notte verde petrolio che arrivava proprio giusta per non far vedere cosa ci fosse sotto, mi tirò a sé e iniziammo a baciarci. Non avevo bisogno di frugare con le mani su di lei, sapevo che l’avrei avuta e così mi godetti i suoi baci ed il suo trasporto. Facemmo l’amore, sulla scorta di quello che avevamo fatto al mattino, in maniera dolce ma con intermezzi di sesso puro che riempivano di piacere ogni attimo. Ah sotto la camicetta era nuda ovviamente. Poi (ma questo lo dico solo adesso) il mio senso vizioso, malato, porco ebbe il sopravvento e mentre stavamo andando in cucina le chiesi come mai si tenesse il pelo in quel modo e che a mio avviso sarebbe stata ancora più bella senza peli. Non rispose e ebbi paura di aver detto qualcosa di offensivo come se avesse pensato che non mi piacesse così. In realtà credo di averglielo chiesto perché volevo che avesse tutto quello che mi eccitava di Silvia e pensavo (ma forse sbagliavo) che mancasse solo questo. Mentre l’acqua stava bollendo, ancora in quel silenzio cosmico che durava da tipo un minuto ma che mi sembrava fossero due ore, lei uscì dalla stanza. Rientrò con in mano il suo rasoio, me lo diede e mi offrì il pube da ripulire. Appoggiai il rasoio sul tavolo e la tirai a me baciandola con passionalità. Preferii mangiare e poi “operare”. Operazione per nulla facile anche se utilizzai una sorta di crema depilatoria che aveva Veronica e che per fortuna le sue labbra erano già ben depilate. Una volta finita e ripulita con l’acqua era a dir poco stupenda e mi ci volevo fiondare con la mia lingua. Mi fermò e mi disse: adesso tocca a te. Mi ritrovai con il cazzo stile bambino. Unica consolazione fu la frase di lei che ridacchiando disse che comunque sembrava ancora più lungo. Entrambi volemmo assaggiare il nuovo frutto “liscio” e fu un’altra bella scopata. Verso le 23 però, a malincuore, decisi di tornare a casa per non dare troppi sospetti.

Continuo?







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