STORY TITLE: Il Letto a Baldacchino 
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STORY

Il Letto a Baldacchino

by MisterFive
Viewed: 49 times Comments 0 Date: 08-07-2025 Language: Language

Dopo l'incontro all'hotel e la telefonata che aveva sigillato un nuovo livello di intimità e trasgressione, Michele e io, Giada, continuammo a sentirci. Le nostre conversazioni telefoniche si fecero sempre più frequenti, un filo invisibile ma potentissimo che ci legava, alimentando fantasie e desideri che non osavo confessare nemmeno a me stessa. In quel periodo, ero in uno stato di grazia, una felicità radiosa che mi pervadeva, un senso di potere che mi faceva sentire invincibile. Mi sentivo al centro delle attenzioni di tre uomini: mio marito Matteo, il mio amante Michele, e il nuovo arrivato Alessandro (anche se la sua storia era ancora alle battute iniziali, il suo profilo era già una promessa). Ogni sguardo, ogni parola, ogni tocco, ogni sospiro, contribuiva a farmi sentire desiderata, potente, una vera regina nel mio regno di piacere, capace di manipolare i fili del loro desiderio.
La voglia di replicare l'esperienza con Michele, ma questa volta in un contesto più intimo e con Matteo presente, si fece strada prepotentemente dentro di me. Fu io, Giada, a proporlo, con un sorriso malizioso e gli occhi che brillavano di anticipazione, di una fame che non si placava.

Dobbiamo rifarlo, Matteo,

gli sussurrai una sera, la voce vellutata di promesse.

Ma questa volta... voglio che tu sia con noi, che tu assapori ogni istante. E voglio che sia speciale, un vero rituale.

La scelta cadde naturalmente sull'hotel dove io e Michele ci eravamo già incontrati, un luogo che ormai aveva assunto un'aura di trasgressione e libertà per me.
Matteo, il mio schiavo, sentì un brivido gelido e insieme eccitante corrergli lungo la schiena.

Vedere... cosa?

chiese, la voce roca.

Voglio che tu sia lì,

avevo continuato, la mia voce imperiosa.

Guarderai, gusterai ogni istante dello spettacolo, la mia esibizione. E offrirai lo champagne per l'occasione, celebrando la mia libertà e la tua sottomissione.

Era una richiesta che lo spingeva al limite, una prova definitiva e pubblica della sua sottomissione, del suo ruolo. Matteo deglutì a fatica, ma la sua obbedienza era assoluta. Il

richiamo della foresta

aveva ora un suono ancora più esplicito, e Matteo era pronto a immergersi completamente.
La suite dell'hotel, la stessa, ci accolse con la sua atmosfera lussuosa e complice ed il suo grande letto a baldacchino al centro. Matteo era lì, seduto su una poltrona, il suo sguardo teso ma famelico. Io, Giada, indossavo solo una lingerie di pizzo nero, che poco lasciava all'immaginazione. Michele arrivò, il suo solito sorriso sfrontato che si allargava non appena mi vide. I suoi occhi si posarono su Matteo per un istante, un cenno di riconoscimento, poi tornarono su di me.

Benvenuta, mia regina,

disse Michele, la sua voce profonda, mentre mi prendeva tra le braccia e mi baciava con foga, la sua lingua che cercava la mia con avidità. Matteo osservava ogni movimento, la sua gabbia di castità che gli stringeva il membro, ma la sua eccitazione era palpabile, quasi un profumo nell'aria.
Non perdemmo tempo. Mi spogliai completamente, i miei occhi che incrociavano quelli di Matteo, un sorriso di sfida e trionfo sulle labbra. Poi aiutai Michele a spogliarsi. Il suo corpo muscoloso, il suo membro in erezione, erano una visione potente. Michele mi prese subito, spingendomi sul divano, le sue mani che mi esploravano con urgenza. Le mie gambe si strinsero attorno alla sua vita mentre lui mi penetrava con forza, i nostri corpi che si univano in una danza frenetica, i miei gemiti che riempivano la stanza.

Guardami, Matteo,

ansimai, la voce rotta dal piacere, mentre Michele mi possedeva con una foga inaudita.

Guarda la tua regina. Guarda cosa faccio per il nostro piacere. Guarda il tuo posto.

Matteo rispondeva ai miei comandi, il suo sguardo fisso su di noi, un'espressione di dolore e perversa felicità che gli alterava il viso.
Michele continuava a muoversi in me, la sua erezione che mi riempiva completamente. Mi prese in ogni posizione, sul divano, poi sul letto. La mia bocca e la sua si univano in baci profondi, le nostre lingue che si rincorrevano, mentre i suoi capezzoli duri si strusciavano sul mio petto. La sua lingua si avventurò sul mio collo, sui miei seni, giù fino alla mia intimità, succhiando e leccando con avidità.

È la tua donna, Matteo,

ansimò Michele, la sua voce profonda, mentre la sua bocca lavorava sulla mia intimità.

Non smette mai di volere. La tua regina è insaziabile.

Matteo si sentiva esplodere, la sua eccitazione al culmine, una combinazione di gelosia, sottomissione e un piacere perverso che lo stava consumando.
Poi, Michele spinse Giada sul letto, a quattro zampe, e mi penetrò da dietro, le sue mani che mi afferrava i fianchi, il suo membro che mi riempiva completamente. I miei gemiti si fecero più forti, i miei fianchi che si muovevano al ritmo delle sue spinte. E, con un urlo liberatorio, Michele si riversò abbondantemente dentro di me.
Quando Michele si staccò da me, ansimante ma soddisfatto, mi guardò con un sorriso complice.

La tua regina è eccezionale, Matteo,

disse. E poi si congedò, lasciandoci soli nella suite, l'aria ancora densa dell'odore del sesso.
Matteo mi si strinse addosso, il suo corpo ancora vibrante di desiderio, di una possessività ritrovata. Mi voleva, completamente sua, dopo avermi condiviso, dopo aver assistito al mio trionfo. Come premio per la sua obbedienza, per aver assistito con dedizione alla mia esibizione, io, Giada, mi concessi a lui. Gli tolsi la gabbietta liberando il suo membro sofferente. Mi prese con una foga che era un misto di amore, di possesso e la liberazione di tutte le fantasie accumulate, di tutto il tormento che aveva vissuto. Mi baciò con passione, le sue mani che mi accarezzavano ogni curva, riappropriandosi di me. E poi, mi possedette in ogni orifizio. Il sesso vaginale fu intenso, profondo, un ritorno alle radici del nostro amore, un'ancora dopo la tempesta. Poi, mi penetrò analmente, con una lentezza e una delicatezza che si trasformarono in una foga crescente, mentre io, Giada, gemevo, il mio corpo che si abbandonava completamente a lui, al mio custode. Infine, la sua bocca cercò il mio sesso, e Matteo si perse nel mio sapore, nel mio profumo, fino a raggiungere un orgasmo potente e liberatorio, un tributo finale alla sua regina.
Fu una splendida esperienza, un rito di purificazione e di rinnovamento per la nostra relazione, una riaffermazione dei nostri ruoli. La suite, con il suo letto a baldacchino, divenne un luogo magico, testimone di una passione che aveva superato ogni limite, ogni convenzione. Il

richiamo della foresta

aveva trovato la sua massima espressione, e Matteo, con me, Giada, stretta tra le sue braccia, sapeva che il loro viaggio, il nostro viaggio in quel mondo di desiderio e sottomissione, era appena iniziato.

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