STORY TITLE: IL PRIMO GLORYHOLE NON SI SCORDA MAI - Parte prima 
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IL PRIMO GLORYHOLE NON SI SCORDA MAI - Parte prima


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IL PRIMO GLORYHOLE NON SI SCORDA MAI - Parte prima

by CroceDelizia
Viewed: 907 times Comments 6 Date: 11-12-2024 Language: Language

Ancora oggi mi capita di svegliarmi di notte eccitato, mentre frammenti di quella magica notte riprendono vita nei miei sogni, a volte fedeli a quanto avvenuto, altre volte amplificati, palesando il desiderio di una nuova esperienza all’interno di quelle strette e buie pareti, dove il buco glorioso ci ha regalato forti emozioni.

Ci eravamo detti “niente aspettative, facciamo un giro e ci beviamo una cosa...” ma ovviamente, mentre varcavamo la soglia del club privé, in cuor mio, le aspettative le avevo eccome, ma sapevo di doverle nascondere per non mettere pressione, per lasciare che la mogliettina adorata, curiosa complice ma ancora titubante, potesse prendersi il suo tempo prima di decidere di passare dalle fantasie dei giochi di ruolo fra le lenzuola domestiche, all’esperienza reale di lasciarsi andare alle avance di un altro uomo.

Eravamo già stati in quel locale e non ci aveva esaltato. Avevamo curiosato e poi giocato fra noi in una stanza che consentiva ad altri di sbirciare e infilare i membri vogliosi nei fori dedicati, ma non ebbero fortuna, in quella occasione... Ero tuttavia rimasto piacevolmente sorpreso nel constatare che i soli sguardi addosso ed il seguito di uomini arrapati che mia moglie generava, le avevano suscitato una sorprendente eccitazione… malgrado lei sostenesse di non aver incrociato nessuno neanche vagamente interessante e di trovare sottotono, sia il livello musicale che quello degli arredi.

Quella sera ci trovavamo lì in maniera del tutto inattesa. Uscivamo da una festa dopo aver ballato ed esserci strusciati come fossimo stati due sconosciuti che si erano appena approcciati ed avevano subito trovato una grande alchimia crescente… il locale non permetteva di andare oltre, così pensammo di infrattarci in auto, magari restando direttamente nel parcheggio, rievocando le serate da giovanissimi, soprattutto quelle di mia moglie in realtà, perché io fra i 17 e 21 anni ero molto più acerbo e assai meno navigato di lei che invece non disdegnava affatto farsi scopare in auto o dilettarsi in sontuosi pompini, con i ragazzi che l’avevano conquistata…
I nostri piani vennero spazzati via dalla pioggia e dal freddo che trovammo una volta fuori e così, quando buttai lì la proposta di fare un salto in quel club che non distava tanto, per continuare la serata, lei accettò con un “ma sì… facciamo un giro, ci facciamo una bevuta” ed io ribadii il concetto inserendo il “niente aspettative”, fingendo nonchalance mentre dentro già fremevo di eccitazione ed il cuore aumentava le pulsazioni.

Arrivati, entrammo piuttosto disinvolti. Il locale era abbastanza frequentato, quella che voleva essere una “pista da ballo”, presentava donne molto appariscenti che davano l’idea di essere frequentatrici di lunga data, circondate da uomini che si muovevano come se il ritmo non esistesse. Guidai mia moglie per mano oltrepassando quel luogo per addentrarci nelle buie stanze del privè, con corridoi gremiti di singoli che si aggiravano con gli occhi sgranati e le mani in tasca… La mia idea era di stuzzicarci guardando dalle finestre sulle stanze dove le coppie, stavano regalando le proprie performance ma tutti gli spiragli erano ostruiti, o meglio, io dalla mia altezza riuscivo a vedere ma la mogliettina no, così le chiesi “tu riesci a vedere qualcosa?”. Bastò il tono della sua voce femminile che proferiva un semplicissimo “ehm, no…” a far sì che un ragazzo lì davanti, si spostasse di lato per lasciarle spazio. La scena si svolgeva in una stanza piuttosto ampia, sufficiente a contenere un letto più ampio del matrimoniale, direi lo spazio di tre materassi. C’erano finestre su tre lati e gli sguardi indiscreti, venivano mitigati da alcune tendine semitrasparenti che creavano un effetto vedo non vedo, piuttosto sensuale. Le tendine non erano ben serrate e lasciavano una fascia di dieci centimetri al centro della finestra e alcuni centimetri sui lati, con la visuale completamente libera sui corpi dei giovani che si univano fra i gemiti lascivi che talvolta, riuscivano a sormontare la musica del locale. Io avevo guadagnato una vista libera con una buona angolazione e ammiravo questa ragazza bionda sui 25 anni, stesa sul fianco destro e rivolta a favore del nostro punto di osservazione, mentre veniva presa da un ragazzo di circa dieci anni più grande, che giaceva alle sue spalle a cucchiaio sul suo corpo che cingeva con il braccio destro da sotto, la cui mano agguantava il procace seno sinistro, mentre con l’altra mano posata sul fianco di lei, se la tirava a sé, conducendola incontro ai suoi affondi. C’era anche un’altra coppia nella stanza che non capivo se era in fase di riscaldamento o di riposo dopo l’amplesso…
D’un tratto mi sento un colpo lieve al costato, è mia moglie, la guardo con un po’ di imbarazzo, come a scusarmi per essermi immerso nella scena senza aver più cercato il suo sguardo complice e con un sorriso cerco la sua intesa, riportando poi lo sguardo sui giovani avvinghiati e ansimanti. Ecco che di lì a poco mi colpisce con un’altra gomitata, più forte della prima, e questa volta roteando lo sguardo, mi fa capire di guardare alle sue spalle. Ruoto meglio il collo e colgo un tizio di mezza età, brizzolato con un volto tozzo e una barba di qualche giorno, anch’essa sale e pepe, che mentre punta dai suoi occhi scuri verso una profondità non definita dentro la stanza, si appoggia completamente al culo e alla schiena di mia moglie. Lo stretto passaggio fa il resto, costringendo l’avventore a spingersi ancora più contro mia moglie ad ogni passaggio di persone retrostanti. Torno a guardare mia moglie per capire se la cosa le crea fastidio o meno e noto che anche lei fissa dentro la stanza, facendo finta di nulla riguardo al tizio che le sta letteralmente addosso. Nel constatare ciò, l’eccitazione mi travolge e sento dei veri e propri tremori mentre avverto distintamente i miei battiti aumentare. Torno su di lui e non posso fare a meno di notare che data l’altezza simile dei due, lui si trova senza dubbio in posizione migliore di me, quando mi appoggio in quel modo alla mia sposa, dato che la sovrasto in altezza di quasi 30 centimetri… che con i tacchi indossati quella sera, avrei beneficiato di una migliore sintonia, ma mai come quella presente fra lei e quell’estraneo in quel momento. Mi immagino il suo membro duro che preme sul morbido e invitante culo di mia moglie ed un allettante formicolio, si impossessa delle mie parti basse. Torno su di lei e vedo sempre i suoi occhi fissare la scena oltre le tende ma noto che cominciano ad essere languidi e a tratti semiaperti, quasi abbandonati, come se la messa a fuoco su quanto sta andando in scena di fronte, non sia così importante, quasi che il continuare a guardare avanti restando passiva in quella posizione, serva soltanto ad alimentare l’azione del suo invadente mister X, senza dubbio divenuta molto più interessante, oppure semplicemente perfetta a completare il quadro stimolante di quella particolare situazione. Cerco in maniera discreta di cogliere meglio con la coda dell’occhio la scena e vedo che il tizio ha preso ad appoggiarsi contro di lei in maniera ritmica, ondeggiandole addosso anche senza bisogno che dietro, nel piccolo corridoio strozzato dalla calca venutasi a formare davanti a quella finestra, transiti nessuno. Il suo volto paffuto è a pochi centimetri dai suoi capelli, di certo ne può annusare il profumo e inebriarsene. Tutto lascia pensare proprio che gli stia facendo sentire per bene il cazzo duro contro il culo e il vestito di lei un po’ arruffato, conferma quell’incalzare eccitante… ogni dubbio viene fugato nel momento in cui, dovendo passare gente dietro il porco intraprendente, lui gli si butta sulla sua schiena ghermendole i fianchi e facendo così uscire dalla bocca di mia moglie, un gemito strozzato, come da un affondo inatteso, forse inopportuno ma di cui non era riuscita a celare il piacere nel riceverlo. Poi vedo le sue mani spostare quelle dello sconosciuto dai suoi fianchi e riportarlo a distanza, sempre senza girarsi a vedere chi fosse… e lui obbedire lasciandole cadere lungo i fianchi, ma rimanendo sempre col suo corpo incollato a lei. In quel momento i nostri sguardi si incrociano. Lui mi guarda, io guardo lui e passa quel lasso di tempo forse impercettibile ma che sancisce in maniera inequivocabile la mia passività nella scena che si sta svolgendo da questo lato della finestra. Sono perfettamente consapevole e consenziente di quanto sta avvenendo e di come lui si stia rapportando con la mia donna e non solo on muovo un dito ma nemmeno proferisco parola. Dunque lui torna col naso fra la sua chioma, riprende ad ondeggiare appiccicandosi a lei, simulando un movimento a tempo di musica e buttando gli occhi al di là della tendine della finestra, come se non fosse lì che per quello. Lentamente ruoto il capo e fissando mia moglie la trovo allineata in quel guardare vuoto e noto un altro dettaglio eloquente. Le sue mani puntano entrambe la parete consentendole di mantenere la distanza e non venire schiacciata contro questa e al tempo stesso, cogliere a pieno le spinte e la pressione del corpo del porco sfrontato che le si sta strusciando addosso ormai da diversi minuti.
Poi un tizio corpulento che mi pareva di aver intravisto sempre affacciato alla finestra ma nel gruppetto oltre il porco intraprendente, per una qualche ragione a me ignota, si viene a posizionare fra me e mia moglie, ostruendomi completamente la visuale e interrompendo il nostro contatto, incluso quello con il porco che fatico a vedere anche torcendo e indietreggiando il collo. Mi mostro indispettito da questa mossa ma il corpulento omone di mezza età, mi squadra minaccioso con aria truce, come aspettando che io proferisca una qualche parola di reclamo; parola che ovviamente mi muore in bocca, senza trovare sfogo. Nel mentre inizio a chiedermi cosa stia accadendo fra i due, mi alzo anche sulle punte dei piedi e scorgo mia moglie che ondeggia più vistosamente mentre le labbra semichiuse mi fanno immaginare qualcosa di folle… che si stia facendo scopare?! Inizio a chiedermi se non sia tutto deciso fra i due che magari si conoscono e questo armadio si sia spostato qui apposta per fare da barriera e consentire al porco di lanciarsi con più decisione all’assalto di mia moglie, ormai scaldata ed eccitata a dovere… per prenderla lì sul posto, in piedi, in mezzo alla gente intenta a guardare oltre la tendine semitrasparenti della finestra che dà sulla stanza violacea dei giovani che continuano ad avvinghiarsi gioiosamente, eccitati da tutti quegli sguardi addosso. Che si stia davvero facendo scopare così, senza nemmeno averlo visto in faccia? Il sol pensiero mi provoca un’erezione imponente. Vorrei vedere la scena ma al tempo stesso mi rendo conto che il non poterla vedere mi suscita forse un’eccitazione ancora più tremenda e mentre sono passivamente in balia di questi pensieri, ecco che mi sento delicatamente prendere da due mani sui fianchi. Mi giro e mi trovo mia moglie con un sorriso malizioso, un po’ rossa in viso e desiderosa di un bacio che immediatamente le schiocco in bocca. “Allora?” le chiedo aspettando con ansia la risposta. “Allora niente… ad un certo punto mi ha mollata ma l’ho sentito ansimare sulla mia spalla… mi sa che è venuto nei pantaloni”. “Eh no, non proprio…” le dico dopo aver esteso il mio abbraccio fino al suo culo. “Credo ti sia venuto addosso” dico portandomi al naso le dita imbrattate da una sostanza appiccicosa piuttosto familiare. “Ma te lo ha infilato o comunque ci ha provato?”. “No, macché… quando provava a sollevarmi il vestito, lo abbassavo e quando mi metteva le mani sui fianchi, glie le toglievo…”. “Però restavi lì e ti lasciavi fare”. “Certo, era piacevole…” mi dice sorridendo con lo sguardo da micia vogliosa. “Poi sul finale mi ha presa forte con una mano a cingermi la vita e l’altra sul seno, spingendo come un matto il suo coso contro il mio culo… ti ho cercato e non ti ho visto. Allora gli ho tolto decisa le mani e lui si è dileguato. Doveva essere appena venuto…”, poi aggiunge “peccato che te lo sei perso”. Già,

peccato

penso fra me e me, ma per niente deluso e ancora super eccitato e desideroso che la serata continui in quella direzione elettrizzante.

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