STORY TITLE: Venezia 
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Venezia


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Venezia

by Jakkok
Viewed: 71 times Comments 0 Date: 31-10-2018 Language: Language

Racconto realmente successo risalente a qualche tempo fa quando fui contattato da una sweet interessata ad una conoscenza. Dopo qualche convenevole e scambio reciproco di foto decisi di incontrarla a Venezia, a casa sua.In foto era molto bella, bionda con una terza di seno, tanto che sfidavo a credere che un pezzo di gnocca del genere mi si chiedesse di essere sbattuta. Non persi tempo e una mattina presi il treno per raggiungerla. A casa ci sarebbe stata solo lei ad aspettarmi, senza marito ne figli. Ricordo ancora con trepidazione quando giunto sull’uscio di casa mi apri’. Era esattamente come in foto, bella e con quella faccia da porca che tanto mi aveva fatto arrapare. Mi accolse con una vestaglia blu scollacciata, i piedi scalzi e con quella’aria da gatta morta che già diceva tutto. M invitò a seguirla in cucina, mi offri un bicchier d acqua e subito con una scusa mi avvicinai a lei, sempre di più fino a farle scivolare la mano sotto la vestaglia. Le avevo ordinato di non indossare mutandine, so che non mi avrebbe mai deluso, ma era arrivato il momento di controllare se era stata brava. Era arrivato il momento di conoscersi meglio le dissi e senza un attimo di esitazione la mia mano scivolo’ dolcemente in basso sfiorandole la fica. Era in un lago di umori. Pensai tra me e me che zoccoka!! Neanche il tempo di arrivare e già era in un lago, chissà da quanto non si faceva sbattere.... Lel sfilai anche la vestaglia,ora era nuda e con la mia lingua in bocca. Ma il tempo degli innamoramenti era già finito, la presi per i capelli invitandola così ad inginocchiarsi davanti al mio cazzo. Neanche il tempo di farlo e mi aveva già tolto gli slip. Mentre me lo succhiava Vedevo le foto del povero cornuto in bella mostra nel tavolino in divano. Devo ammettere che stavo perdendo il controllo della situazione, mi ero ripromesso di scoparla nel letto dove ogni sera dormiva con il cornuto. La presi in braccio e mi fece indicare la camera. Li nel letto finalmente potevo sbatterla ed usarla come meglio credevo, godeva anzi ansimava di continuare ancora e i suoi occhi davano segno che era posseduta dalla libidine. Non mi dilungai troppo a lungo, in fondo era lì per possederla. La feci inginocchiare per la seconda volta, ma adesso era arrivato il momento di imbrattarla per bene. Le esplosi nella bocca, mentre era in ginocchio, la sborra le colava dal mento poi nel seno. La sua faccia era stravolta dal mio seme e dalla concitazione per come era stata usata.Mi ricambiai lasciandola lì con la bocca che gocciolava e me ne andai di fretta senza nemmeno salutarla.Il treno di ritorno mi aspettava.....

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