STORY TITLE: l'amico

l'amico

by arcornuto

quando me lo aveva presentato avevo stentato a credere che avessero potuto condividere assieme alcuni frangenti delle loro primarie pulsioni adolescenziali, eppure provai egualmente un senso di inusuale gelosia all’idea di quel giovanissimo cicciottello intento ad intrufolarsi con le sue mani grassocce dentro alle mutandine di colei che sarebbe divenuta la mia compagna,
difficile immaginarmela così esplorata e pervasa da convulse emozioni, eppure, confessandomi tutto ciò, non aveva esitato ad aggiungere che le fantasie condivise durante i momenti di intimità, che me la facevano immaginare contesa da individui di ogni genere, avrebbero anche potuto trovare un compimento più tangibile.
colto alla sprovvista, quel sentore di imminente adulterio, operato per giunta a beneficio di un tale potenziale beneficiario, aveva aumentato il mio sconcerto, tuttavia il morboso desiderio di realizzare quanto sino ad allora solo enfatizzato, non avrebbe potuto essere a quel punto altrettanto facilmente represso, anche se a coglierne l’opportunità sarebbe stata proprio una persona del genere.
certo era che, vederla predisporsi per quell’incontro, nella maniera più adeguata ad esaltare la propria sofisticata essenza, non poteva che accrescere maggiormente un senso di ineludibile frustrazione al solo pensiero che il vecchio amico d’infanzia non si sarebbe certo limitato come allora a qualche superficiale palpeggiamento.
in aggiunta al fatto di dover essere relegato ad un ruolo del tutto passivo, a rendere ancor più struggente l’attesa, durante il periodo in cui avrebbe posto in atto quella trasgressiva esperienza, mi venne obbligatoriamente imposto persino l’utilizzo di una gabbietta contenitiva a soggiogare in tal modo la mia virilità ed accrescendo il senso di frustrante umiliazione che avrei dovuto subire.
sentendomi trasformato similmente ad un eunuco non potei fare altro che ammirare, già dolorosamente compresso in quell’involucro, l’effetto estetico della mia compagna ormai pronta ad abbandonarmi alle mie agonizzanti elucubrazioni mentali.
esortandomi a rimanere tranquillo, e che in fondo si sarebbe trattato soltanto di accogliere in se avulsi ricordi di quell’amico, verso il quale si sentiva ancora in dovere di soddisfarne le mai completate pulsioni di un tempo, aggiunse che non sarebbe stato di certo quel pene di sicuro tutt’altro che gigantesco, a fare di me il più grande dei cornuti.