STORY TITLE: Una notte al privé (racconto vero) parte 1 
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Una notte al privé (racconto vero) parte 1


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Una notte al privé (racconto vero) parte 1

by mario_cuck
Viewed: 1798 times Comments 5 Date: 22-05-2023 Language: Language

Febbraio 2012

In quel periodo facevamo un gioco tra noi due molto semplice: se eravamo in disaccordo su qualcosa facevamo una scommessa per vedere chi di noi avesse ragione e, in caso, di vittoria da parte mia, lei si prestava come schiava sessuale per un'ora o due. In realtà, quasi sempre, si concedeva per qualche scatto erotico e poi, spesso, terminavamo la sessione scopando.
Quella volta però era talmente convinta di aver ragione che disse che mi avrebbe fatto da schiava sessuale per 48 ore, cioè per tutto il weekend. Come era prevedibile perse la scommessa per cui, dovevo decidere come impiegare tutto questo tempo. La settimana seguente avevamo prenotato un weekend in una capitale europea. Quale migliore occasione di andare in un club prive dove non ci conosce nessuno e vedere cosa succede? Andai su internet e trovai subito un club prive non molto lontano dal nostro hotel.

La sera, a letto, le dico quale sarebbe stato il pegno a pagare e la sua reazione fu un misto tra l'incredulità, lo stupore e la curiosità.
Io: “Non dovrai fare nulla di ciò che non vorrai. E' un locale normale, ci beviamo un paio di cocktail e vediamo cosa succede”
Lei: “Ok, l'idea mi intriga ma...”
Io: “Tranquilla, davvero, vedrai che sarà carino”
Intanto la stavo accarezzando e avevo notato che aveva le mutandine bagnate. Mi eccitai tantissimo e in due minuti stavamo già scopando.
Dopo aver scopato lei mi chiese: “Domani però mi accompagni a fare shopping che non so cosa indossare e così mi dai qualche consiglio?
Io: “ma certo, a patto che accetterai i miei consigli”
Come accordato, il giorno dopo siamo al centro commerciale cercando qualcosa per lei per la sexy serata. Prova vari capi d'abbigliamento, minigonne, roba in pizzo, trasparenze e io ho continue erezioni osservandola mentre prova i vari tipi di abbigliamento in camerino.
Torniamo a casa con tacchi neri lucidi, vestito nero corto sopra al ginocchio, generosa scollatura da indossare rigorosamente senza reggiseno, autoreggenti nere e un perizoma in pizzo, anch'esso nero.
Appena tornati a casa prova di nuovo tutto e mi dice: “ Mi sa che le autoreggenti non le metto perché quando mi siedo si vede perfettamente che le indosso”. Le rispondo: “sei uno schianto così e per il posto dove andremo sarai perfetta ma se non vuoi metterle, considera che i collant saranno molto più scomodi se poi ti viene voglia di scopare”
Alla fine mette in valigia anche le autoreggenti, prendiamo l'aereo e arriviamo a destinazione in hotel. Si chiacchiera un poco della visita alla città da realizzare il giorno dopo ma anche dell'emozione di andare al privè la sera. Noto un certo nervosismo da parte sua e le dico ancora una volta che non è obbligata a fare nulla di ciò che non vuole e che nessuno la sfiorerà se lei non vorrà.

Il giorno dopo, al risveglio, la prima cosa che mi dice è: “ Ho pensato che invece di scopare qui, in questa stanza dell'hotel, possiamo andare a scopare in questo prive' e poi...quello che succede succede”. Le rispondo che è esattamente questo l'atteggiamento che bisogna avere per affrontare certe esperienze. L'abbraccio e la bacio con la lingua mentre le accarezzo il culo.
La mattina la dedichiamo a fare un po' di turismo, pranziamo in un ristorantino del centro, una visita al museo e verso le 18:00 rientriamo in hotel. Ci rilassiamo un'oretta, ordiniamo la cena in camera. E verso le 20:30 iniziano i preparativi.

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