STORY TITLE: The big (ultimo racconto di Lei) 
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The big (ultimo racconto di Lei)


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The big (ultimo racconto di Lei)

by Andreacp32
Viewed: 585 times Comments 6 Date: 21-11-2022 Language: Language

In erasmus mi sentivo libera e avevo quell’idea che tutto ciò che avessi fatto sarebbe poi rimasto lì in quel luogo e questo mi portava ad essere ancora più troia di quello che ero.
Ero già andata a letto con Rasmus e mi era piaciuto da impazzire, avevo goduto e lui sapeva come farmi godere, ma una regola che mi ero data è che non volevo affezionarmi alle persone.
Non volevo nemmeno che mi potesse venire in mente di lasciare Samu.
A lui raccontavo tutto e so che la cosa lo eccitava da matti, come so che anche lui si è sentito più libero in quel periodo (forse non quanto me).
Insomma erano un po’ di mattine che mi svegliavo vogliosa e che assopivo la sensazione toccandomi tra le lenzuola.
Si perché ero malata, malata di sesso e se non mi toccavo la mattina, finivo per pensare al cazzo tutto il giorno. Non so perché ma davvero la mia mente pensava solo a quello.
Con l’orgasmo mattutino riuscivo a trattenermi.
Gli ultimi orgasmi della mattina erano stati tutti dedicati al cazzo di Rasmus, neanche a dirlo.
Quella mattina non ebbi tempo e modo di toccarmi perché svegliata di soprassalto dalla mia coinquilina a causa di una cimice in casa.
Dopo averla salvata dalle grinfie di quell’essere spaventoso (una povera e piccola cimice), mi propose colazione al bar offerta da lei.
Uscimmo e ve lo giuro, nel vedere la brioches con la crema, pensai subito ad altro, di bianco e denso.
Ero fuori casa da 30 minuti e avevo voglia ma tanta e volevo sentire un cazzo, volevo godere.
Chiamai Rasmus e gli dissi che volevo scopare.
Lo sentii ridere dall’altra parte e mi spiegò che non erano mai le donne a decidere di scopare con lui ma era lui che decideva di scopare con loro.
Mi ricordò che aveva fatto così con me.
La mia voglia saliva e il suo essere stronzo mi faceva ancora più voglia.
Gli dissi che avrebbe potuto farmi di tutto ma che volevo il suo cazzo e lo volevo per tante ore.
Mi disse che dovevo implorarlo e io gli risposi nuovamente che volevo il suo cazzo.
Mi lasciò dicendomi che mi avrebbe fatto sapere e chiuse la chiamata.
Ero sola e avevo solo voglia di cazzo e più ci pensavo e più sentivo la mia figa bagnarsi.
Ero umida e volevo scopare.
Iniziai a scorrere la rubrica del cellulare alla ricerca di qualcuno da chiamare: ero come impazzita, nel giro di un’ora volevo essere sotto i colpi di un uomo, anche due ma perché no, tre.
Mentre ero alla ricerca, mi richiamò Rasmus che con la sua voce decisa mi disse di correre a casa sua ma che mi sarei dovuta comportare bene.
Nemmeno feci caso a quello che disse e mi ero già messa in cammino per la terra promessa.
Mi accolse in mutande e torso nudo.
Mi lasciai baciare e sentii la sua lingua forte dentro la mia bocca, mi dominava già da lì, anche se io con la mano cercavo la sua mazza che non era durissima ma che già così non poteva essere contenuta dalla mia mano.
Mi portò in camera e mi disse di restare in piedi mentre lui si sdraiava sul letto.
Mise due cuscini sotto la sua schiena e poi mi disse: “Oggi farai l’adorazione del cazzo”.
Si tolse le mutande e io non potei che rimanere estasiata da quel cazzo non ancora duro che lui muoveva come una proboscide a destra e sinistra.
Stavo per andare sul letto ma venni fermata.
Mi ordinò di stare ferma e di guardare. E poi mi disse di spogliarmi ma come diceva lui.
Mi fece togliere la maglietta e mi disse muovendo il suo cazzo ma senza scappellarlo: “dimmi perché lo vuoi”
Io risposi: perché è bello
Mi ordinò di togliere le scarpe e poi mi disse: lo vuoi solo perché è bello?”
Lo guardai “è molto grosso”
Lui proseguì “ora togliti le mutande e dammele”
Le tolsi tenendo la gonna e gliele lanciai, lo guardai scrutare il mio perizoma nero e poi avvicinarlo al suo cazzo ed accarezzarsi con quelle
Mi disse “sono bagnate per lui?”
Gli sorrisi annuendo
Mi ordinò di togliere quello che avevo ancora addosso e di rimanere lì nuda davanti a lui
Poi mi disse “vedi, questo cazzo non può essere solo tuo e tu non devi mai più permetterti di pretenderlo”
Pensai ad un suo giochino ma era serio e quando cercai di avvicinarmi mi bloccò ancora e disse “e se ti dicessi che questo cazzo è stato usato mezz’ora fa da un’altra e non è stato lavato?”
Non sapevo se fosse vero oppure no, certo il fatto che non fosse ancora duro mi lasciò perplessa.
Strinsi le spalle e gli dissi che lo avrei fatto godere comunque di più.
Mi fermò ancora e mi disse di prendere una sedia che era piena di vestiti, di buttarli per terra, di posizionarla davanti al letto e di sedermi.
Lo feci e non trovai la posizione adatta per stare seduta ed allora decisi di essere esplicita: aprì le gambe completamente.
Lui approvò e poi mi disse “vedi quel microfonò là”, indicando dietro di me una mensola.
C’era un microfono di quelli diciamo da karaoke.
Me lo fece prendere e poi mi tirò un preservativo. Mi disse di incappucciarlo dalla parte più grande e di giocarci
Lo guardai stranita e lui mi disse “voglio che tu sia già larga per lui”, indicando il cazzo, mostruosamente grande ma anche moscio.
Feci ciò che voleva e iniziai a penetrarmi con il microfono, divaricando le gambe il più possibile.
Non era una situazione facile perché il sopra del microfono mi grattava leggermente ma una volta entrata la parte grande il tutto andava via liscio.
Mi guardava masturbarmi e mi diceva come lo dovevo fare, io da quella posizione non riuscivo a vedere il suo cazzo ma sentivo che ne avevo voglia sempre di più.
Poi mi disse di girarmi e di mettermi a quattro zampe su quella sedia e poi di ricominciare a penetrarmi.
Lo feci ma con molta fatica, lo spazio sulla sedia non era grande e quindi le mie gambe non potevano aprirsi comodamente. Mentre ero intenta a sentire le sue parole e a masturbarmi guardando il muro. Lo sentii alzarsi e mi venire di fronte a me.
Il cazzo non era su ma era spaventoso, lo appoggiò sullo schienale e mi disse di succhiarlo.
Lo presi in bocca ed arrivai a metà. Lui si allontanò e mi chiese: “sa ancora di figa?”
Lo guardai e gli dissi “fammelo succhiare che non mi interessa”.
Non badai al gusto ma iniziai a pomparlo con tutta la voglia che avevo e sentì quel cazzo farsi duro ed allargarsi e allungarsi sempre più nella mia bocca.
Mi ritrovai a succhiare solo la cappella da quanto era grossa e mi piaceva.
Lui intanto mi parlava e mi chiedeva se mi ero ben allargata. Io mugolavo con quella mazza in bocca dicendo di si.
Lo vidi allungare la mano e prendere l’asta del microfono come a sentire se si muoveva bene dentro di me.
Lo tolse di forza facendomi anche un po’ male e poi sentii che le sue mani cercavano il mio culo.
Mi disse “qui dobbiamo lavorarci”.
Mi porto via dalla bocca il mio giocattolo e si mise dietro di me leccandomi il culo, poi si alzò e mi mostrò il microfono dicendomi: “ora lo infilo tutto ma voglio sentirti pronta, se urli m’incazzo”.
Provai a girare la testa per dire qualcosa ma lui mi disse “ferma così”.
Sentii la parte grossa appoggiarsi al mio culo come a prendere le misure e poi sentii le sue dita che mi allargavano l’ano.
Poi d’un tratto sentii un treno entrami dentro e sentii il suo pube sbattere sul mio sedere. Mi aveva inculata a freddo e senza preservativo.
Persi il respiro e sentii un dolore lancinante, a confronto il parto anni dopo fu una passeggiata.
La sedia si muoveva pericolosamente e quindi aprii le gambe e scesi. Lui mi spostò con il suo cazzo in culo e mi fece appoggiare con le mani al letto.
Incominciò a scoparmi incessantemente.
Il dolore iniziale incominciava a scomparire e iniziai a percepire sensazioni uniche. Più lui aumentava e più mi sentivo piena, in certi momenti sembrava prendere la rincorsa con il cazzo.
Lo sentivo uscire fino a bloccarsi alla cappella e poi rientrare e ogni volta provavo a capire quando avrei sentito il suo pube e quell’asta sembrava non finire mai.
Poi riprendeva forte e non mi lasciava scampo.
Ad un certo punto mi divaricò ancor più le gambe e mi sembrò di sentire il cazzo fino al collo, sentii le sue mani penetrarmi la figa, non so quante dita fossero ma ero talmente divaricata e aperta che la mia figa risucchiò qualsiasi cosa avesse messo.
Sentii un orgasmo fortissimo e sentii lui che aumentava il ritmo con le dita per poi al mio ultimo spasmo toglierla immediatamente. Ci fu come uno scroscio dalla mia figa. Tremavo e non mi fermavo e fu lì che lui riprese ad incularmi ferocemente. Andò avanti non so quanto ma mi sembrò un’eternità, poi uscì dal mio culo. La cappella quando uscì fece un rumore del tipo “bloc”. Mi lasciò lì appoggiata con le gambe sporche di umori colati e traballante. Si distese sul letto e mi fece segno di avvicinarmi. Ci salii.
Mi fece mettere a 69 davanti a lui ed iniziò a leccarmi tutta. Io in compenso avevo a due centimetri questo cazzo larghissimo e lunghissimo, eretto, possente.
Ci avvicinai la testa e lo misi vicino alla guancia: mi superava in lunghezza la testa.
Lo leccavo dalla base sino a risalire, in una salita infinita per poi affondare le mie labbra sulla cappella enorme, rossastra e con due buchi sopra che sembravano narici.
Era bravo a leccare ma non quanto Samu, però sapeva quando andava fatto.
Mi stava facendo rilassare il culo mentre io mi dedicavo a quel cazzo ed ogni volta che lo guardavo continuavo a pensare a quando mi avrebbe inebriata di sborra.
La volevo e ne volevo tanta, con le mani toccavo le sue palle per sentire quanto fossero grandi e immaginavo e speravo che mi avrebbero regalato una doccia di sperma.
Poi quasi mi tirò via da lui e si alzò ordinandomi di mettermi a pecorina. Questa volta mi infilò il microfono nel culo e fu doloroso.
Mi guardò e mi disse “ora hai due possibilità: me lo succhi oppure ci sali sopra”.
Mi avvicinai a lui e mi misi quella mazza da baseball in figa, nel frattempo lui mi teneva il microfono nel culo ed assecondava il mio saltellamento.
Poi mi disse di tenere io con una mano il microfono e mi prese per i fianchi iniziando a muovermi sulla sua asta: mi tirava su e poi mi buttava giù, prima lentamente poi ferocemente.
Sentii un altro orgasmo prendere vita e vidi nei suoi occhi il piacere di vedermi godere.
Sentii voglia di urlare e lo feci e poi mi accasciai col petto su di lui
Mi rimandò su e mi disse “non dovevi essere meglio di quella prima di te?!”
Lasciai il microfono e portai le mie gambe più in su rispetto al suo corpo e appoggiandomi con entrambe le mani al suo sterno inziai a saltellare, dopo poco sentii penzolare il microfono, probabilmente bloccato dalla parte grossa ma non ci feci caso e continuai a scopare il suo cazzo, intenta a farlo impazzire.
Tutto d’un tratto sentii le sue mani sulle mie spalle e mi spinse indietro, fino a far toccare il mio sedere con il letto.
Il contraccolpo mi spinse il microfono completamente dentro e persi nuovamente il respiro. Avevo per metà il suo cazzo nella figa e per intero il microfono in culo.
Ero spossata e vidi le sue dita andare sul mio clitoride. La posizione era scomoda ma mi permetteva di riposarmi.
Non fu così perché quelle dita sul clitoride unite ai due giganti dentro di me mi procurarono un orgasmo difficile da spiegare ma intenso che mi causò una risatina isterica.
A lui piacque perché mi ritirò a sè e mi tolse definitivamente il microfono, questa volta dolcemente e poi iniziammo a scopare con me appoggiata al suo petto.
Mi strusciavo su di lui con dentro il suo cazzo che mi appagava come non mai.
Lo provai a baciare ma si scansò e ci rimasi male, lui se ne accorse, mi riprese e mi baciò e mi disse che stavo andando alla grande ma che non aveva intenzione di finire così. Mi fece rimettere a pecorina e finalmente sentii il suo cazzo in figa da quella posizione: avevo la sensazione che quando desse i colpi mi sollevasse da terra.
Il suo cazzo mi sembrava sempre più grande fino a che non iniziò a muoversi in maniera strana.
Provai a dire qualcosa ma mi rispose con un perentorio “zitta”.
Mi dava due colpi fortissimi e poi uno lento fino in fondo e arrivato a termine mi sembrava spingesse ancora di più. Continuò così per un po’ e poi mi disse “lasciati andare”.
Non feci in tempo a dire nulla che un trapano gigante inziò a scoparmi, sentivo le sue mani tenere i miei fianchi e muovermi verso il suo cazzo, il ritmo era indiavolato, non avevo mai sentito nessuno andare a quella velocità.
Pensai che la mia figa non sarebbe mai più stata la stessa e sentivo come salire un qualcosa di strano.
Mi prese le spalle e mi muoveva con quelle verso il suo cazzo a tutta velocità fino a che non sentii partire dall’alluce un tremolio che poi risalì fino al ginocchio e poi alla mia figa, venivo ma non riuscivo più a controllarmi e lui mi stantuffava senza tregua, tremavo e non avevo forze, caddi a petto in giù e lui proseguì e arrivò un altro orgasmo che colpii la mia schiena e poi su fino al collo: urlavo e ridevo e avevo le lacrime ma era tutto un fattore fisico.
Lui non smetteva e sentivo un'altra sensazione strana ma poi tolse immediatamente il cazzo e sentii la sua lingua sul clitoride, non leccava ma dava colpetti e venni ancora , muovevo le gambe e quasi lo stozzavo ma dovetti poi mettermi la mano sulla figa e stringere le gambe perché non avevo più alcun controllo su me stessa. Mi girai e lo vidi con lo sguardo fiero
“sei una bella puledra”
Mi prese le mani e le mise sul suo cazzo, io ero distesa e lui in ginocchio, lo masturbavo con entrambe e rimaneva lo spazio per altre mani.
Lui riprese a toccarmi e mi fece venire dopo due minuti. Era come avere la ridarella solo che al posto di ridere, io avevo orgasmi ed erano orgasmi che mi scombussolavano come se avessi la tosse e mi muovessi continuamente. Ero tarantolata dagli orgasmi
Poi mi trascinò giù dal letto e mi mise in ginocchio con il suo cazzo tra le mani.
Lo guardai e con gli occhi gli feci capire che almeno in quel momento avevo io il potere. Lo iniziai a succhiare al meglio anche se mi sentivo devastata, esausta, aperta, riempita.
Sentii lui prepararsi a venire, le sue mani si appoggiarono al letto e quasi si inarcò.
Ero pronta ma mi sorprese.
In un attimo si tirò su e prese la mia testa tenendomi il cazzo in bocca, senza muoverlo.
Mi disse solo “ferma”.
Sentii il suo cazzo muoversi da solo, l’effetto era quello di un tubo per innaffiare quando viene riempito dall’acqua e poi un fiotto mi riempii la bocca, una potenza disarmante mi colpì e una parte andò in gola e poi direttamente giù, mentre il resto riempì la bocca, feci per muovermi ma sentii di nuovo lui “ferma”
Un altro fiotto e un altro ancora mi riempirono la bocca, iniziai ad ingoiare ma con quella cappella in bocca non era così facile e la sborra iniziò ad uscire e colare.
Lui sempre più autoritario mi teneva lì e i suoi schizzi continuavano: sentivo la pancia piena, piena come se mi fossi scolata una bottiglia da un litro di acqua.
Senti le sue mani che mi allungavano e distanziavano da suo cazzo, lo abbandonai e vidi lui scappellarsi davanti a me e riempirmi di altri schizzi sul viso fino a riempirmi tutta.
Non percepivo null’altro che odore e sapore di sborra.
Sentivo il mio viso come sotto l’effetto di una maschera di bellezza, una maschera di sborra.
Poi vidi che mi offriva il suo cazzo e glielo ripulii ma non feci un lavoro perfetto perché ero troppo piena di sborra, più pulivo, più si sporcava.
Mi abbandonò lì ed uscì dalla stanza per portarmi un asciugamano.
Mi disse che andava a farsi una doccia e io mi stesi sul letto.
Mi asciugai e cercai di ripulirmi e poi mi lasciai andare, non sentivo le gambe, la mia pancia era tipo con i crampi e avevo un tremolio da fatica nervosa.
Dopo un po’ ebbi il coraggio di sentire i miei buchi e li trovai completamente aperti.
In quel momento pensai che non sarebbero più tornati come prima e che nessuno mi aveva fatta godere così tanto.
Quegli orgasmi non li ho più ritrovati, ne ho avuti di altrettanto belli anche con Samu (non solo con lui) ma quelle sensazioni rimasero uniche.
Non pensai mai a qualcosa di serio con Rasmus ma pensai che nella mia lista mentale quel cazzo sarebbe rimasto insuperabile.
Fine

Sono stata cruda e ho cercato di descrivere tutto al meglio. Il risultato che avrò da voi non lo so ma posso assicurarvi che prima di andare a letto dovrò per forza cambiarmi le mutandine, il mio perizoma è zuppo e ho voglia.
Lo sveglio o aspetto che legga? Non lo so. Ve lo dirà lui nei commenti o magari con un nuovo racconto di questa serata
Baci
Sil

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