STORY TITLE: Parte 40 - Tutto iniziò così (racconto vero) 
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Parte 40 - Tutto iniziò così (racconto vero)


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Parte 40 - Tutto iniziò così (racconto vero)

by Andreacp32
Viewed: 620 times Comments 27 Date: 02-12-2021 Language: Language

Il pompino era di una dolcezza infinita, sentivo la sua lingua percorrere la mia asta dalla base fin sulla cappella per giocare con il buchino. Poi il caldo della sua bocca che lo inglobava e la sua lingua interna che roteava. Dopo questo trattamento il mio cazzo venne oliato a dovere con le sue mani che lo massaggiavano completamente. Sentivo che ormai faceva quasi fatica a scappellarlo a causa dell’olio che rendeva tutto scivoloso. Le sue mani incominciarono anche a massaggiare le mie gambe, i miei piedi per poi dirigersi verso il mio petto e le mie spalle. Ogni tanto sentivo il mio cazzo trastullato ma il massaggio era completo e di estremo rilassamento. Dopo un po’ sentii la sua voce che mi sussurrava di girarmi. Iniziò dalla schiena per poi scendere sino alle mie natiche e poi sentii un calore immenso sul mio coccige. Tutto l’olio era stato rovesciato su di me. Sentii le mani di Katia intrufolarsi e ammorbidire il mio culo. Giocava con le dita attorno al mio ano e intanto mi accarezzava le palle, massaggiandole e stringendole con destrezza. Ero arrivato al punto che desideravo essere penetrato. Sentii finalmente un dito entrare dentro di me e sollevai un po’ il bacino. Ricevetti una carezza al mio cazzo ma venni fatto rimettere completamente a pancia in giù. Le sue dita aumentarono dentro al mio culo fino ad essere 4. Le sentivo muoversi e sentivo muovermi il cazzo. era tutto morbido e piacevole. Con le dita dentro di me, Katia si avvicinò e mi disse di sollevarmi. Mi misi in posizione a quattro zampe e iniziai a sentire le sue dita penetrarmi con più decisione mentre con l’altra mano mungeva il mio cazzo durissimo. Mi chiese se volessi essere sbendato ma dissi di no. Mi sentivo in un’altra dimensione: piacere e sodomia. Più il ritmo della sua penetrazione aumentava più la masturbazione sul mio cazzo diminuiva fino ad arrivare ad essere una semplice carezza. Mi resi conto che qualcosa venne messo sotto il mio uccello ma non ci badai e continuai a farmi penetrare godendomi il momento. Sentii che il momento era arrivato, la sua velocità era altissima e dalla schiena percepivo come un brivido che mi percorreva fino al culo e si spostava sul cazzo. poi si fermò un istante.
Katia: vieni amore mio
Sentii una spinta fortissima e sentii un piacere quasi liberatorio. Sentivo il mio cazzo che da solo andava su e giù e i rumori del mio sperma che scendeva sulla bacinella sotto di me. La spinta fu più lunga e il mio cazzo continuava a perdere sborra. Finii con una serie di gocce che sentivo cadere nella bacinella che facevano il rumore di un lavandino lasciato aperto. Poi le sue dita uscirono, la bacinella venne tolta e io venni fatto sdraiare. Mi massaggiò ancora la schiena e poi mi fece girare. Sentivo il mio cazzo finalmente moscio ed esausto. Mi baciò e poi mi tolse la benda. La guardai ed era soddisfatta, poi buttai l’occhio verso la bacinella e Katia me l’avvicinò per farmi vedere quanto avessi sborrato. Era incredibile, misto tra denso bianco e liquido. Per battuta le dissi
Io: è tutta per te
Katia abbassò la sua testa e leccò all’interno della bacinella con la lingua in stile cane. Giusto qualche leccatina come ad assaggiare e poi mi si avvicinò e mi baciò. Il letto era un delirio tra olio, sudore e umori ma nessuno dei due aveva alcuna voglia di spostarsi. Lei si avvicinò a me e dormimmo in estrema pace. La mattina dopo mi svegliai prima di lei ed il mio cazzo non dava segnali. La mia mente invece aveva voglia di darle un ultimo orgasmo. Mi abbassai tra le sue gambe ed iniziai a leccarla sentendo, dai suoi movimenti, che si era svegliata. Nonostante i sospiri mi resi conto che l’orgasmo non sarebbe arrivato con facilità. Misi in gioco tutte le mie capacità, dai giochi con la lingua alle penetrazioni di figa e culo. Sentivo che c’era piacere ma l’orgasmo non arrivava. Continuando a masturbarla sul clitoride risalì per baciarla
Io: adoro farti di tutto. E adesso sto pensando a tuo marito che si sarà scopato e riscopato Silvia fino all’inverosimile
Katia non rispose ma i suoi sussulti mi fecero capire che forse avevo toccato il punto giusto. Ritornai tra le sue gambe e le diedi le mie dita come fossero cazzi. Lei iniziò a segarmi le dita e a muoverle sempre più veloce. Più aumentava le sue seghe e più i suoi sospiri si facevano forti. Fino a che non emise un unico gridolino e poi richiuse le gambe per l’orgasmo appena ricevuto. Le sue mani rallentarono come a far finire le finte seghe per rimanere attaccate alle mie dita. Tornai su e la baciai. Notai la sua soddisfazione nell’essere venuta ancora e poi ci riaddormentammo per un’altra mezzoretta. Una volta risvegliati e vista l’ora, Katia decise di chiamare Giovanni che però non rispose
Katia: sono le 11 e non risponde
Io: dormono ancora dopo i bagordi di ieri o stanno scopando
Katia: può essere ma magari prova a chiamare Silvia
Provai anche io ma non ottenni risposta. Decidemmo quindi di farci una doccia, cambiare le lenzuola e poi Katia mi portò una serie di preservativi e mi chiese quanti ne avrebbe dovuti buttare. Le dissi che non avevo tenuto il numero delle scopate ma che 6 potevano andare bene. Li aprì e poi li butto, riempiti di acqua, nel water. Tutte le confezioni le buttò nel cestino. Ci rivestimmo in maniera casual e poi Katia richiamò Giovanni ma senza successo. Dopo poco ricevemmo un sms di Giovanni che ci comunicava come si fossero appena svegliati e che ci saremmo visti dopo pranzo lì da noi. Se Katia sembrava quasi felice di quella comunicazione, al contrario io mi infastdì parecchio perché mi sembrava un segno di poco rispetto. Fui tentato di chiamare Silvia o di scriverle ma poi decisi che non era il caso. Avremmo fatto i conti a casa e me la sarei scopata in ogni buco. Mangiammo senza parlare dei nostri compagni ed attendemmo il loro arrivo. Verso le 15 finalmente arrivarono. Entrambi avevano un viso stanchissimo e concentrandomi su Silvia la notai strana, quasi insoddisfatta. Mi fece piacere: pensai che probabilmente il suo week end non era stato così divertente come il mio. Non mi avvicinai a lei e comunque tenni un atteggiamento da incazzato con lei. Volevo capisse che non mi era andato bene quel ritardo. Giovanni si scusò ma spiegò che la sera prima avevano fatto tardi e che quindi non avevano messo la sveglia. Cercò un assenso da Silvia che arrivò a testa bassa. Onestamente riguardai Silvia e vidi le sue occhiaie. Iniziai a pensare che forse si sentisse in colpa per quello che aveva fatto, ma la mia rabbia era più forte e quindi non interagii con lei. Salutammo i nostri amici e salimmo sulla macchina. Io facevo l’incazzato e lei guardava fuori dal finestrino senza parlare. Il suo fare la stronza mi dava estremamente sui nervi. Durante il viaggio aumentai il volume della radio e ripensai ai momenti più divertenti del mio fine settimana con Katia. Nel frattempo eravamo quasi arrivati e mi diressi verso casa mia. Il mio cazzo ormai, a causa dei pensieri e della voglia di scoparmi Silvia, era bello che duro. Arrivati sotto casa puntai sul fare ancora il duro. le dissi di scendere che l’avrei scopata per bene ed in ogni buco. Silvia in quel momento scoppiò in un pianto a dirotto e mi raccontò quello che era successo. Il venerdì sera non era successo quasi nulla se non giochi orali soprattutto da parte di lui. Era venuta e andava tutto bene. La giornata del sabato era trascorsa tra shopping e giri nel centro città dove lui le aveva regalato una borsa molto costosa e un paio di scarpe con tacco a spillo vertiginoso rosse e una cavigliera d’argento da mettere alla caviglia. Lui le aveva spiegato che si teneva per la serata e quindi lei non si era posta troppe domande sul fatto di non avere ancora scopato. Durante la cena, innaffiata da tanto vino, Giovanni continuava a tirare fuori la serata con Amir ed anche le ipotesi su quanto io stessi scopando Katia. La cosa, grazie anche al vino, la eccitava e si sentiva pronta a scopare. Lui la portò a casa ma le disse che voleva portarla in un altro posto dove voleva che lei sembrasse sua moglie. Le fece mettere un vestitino sexy. Uno rosso che le stava davvero bene e che finiva al limite dalla figa. non volle che indossasse né intimo né calze ma solo la cavigliera e le nuove scarpe. Lei si sentiva eccitata ed acconsentì a tutto senza fare troppe domande. Da ultimo le diede una specie di fede da mettere al dito. Giovanni prese una bottiglia dal frigo ed uscirono per salire in macchina. Prima di partire lui la toccò e nel sentirla bagnata le disse che si sarebbero divertiti. Durante il tragitto lei si sentiva ubriaca ma in maniera strana, quasi senza remore. Lui le spiegò che l’avrebbe portata ad una festa e voleva che lei facesse sua moglie. Voleva provare l’ebrezza di avere una moglie come lei. Silvia acconsentiva a tutto. Dopo 20 o forse 40 minuti (non era in grado di dirlo) arrivarono di fronte al cancello di una grande villa. Giovanni scese e si fece aprire e parcheggiò la macchina vicino ad altre che riempivano il giardino. All’entrata un signore prese i loro cappotti e salutò calorosamente Giovanni. C’era un lungo atrio e la villa sembrava deserta. Poi Giovanni aprì due porte e all’interno di una sala molto grande c’erano un sacco di uomini eleganti che stavano bevendo e mangiando a buffet dai tavoli posti vicino alle pareti. Alla loro entrata ci fu un silenzio infinito e poi partì un applauso. Giovanni si avvicinò a Silvia e le disse che aveva promesso a questi amici di donare sua moglie. Dalle parole di Silvia risultò che non seppe cosa dire e cosa fare perché in un attimo venne avvicinata da una serie di persone che la salutavano e che facevano i complimenti a Giovanni. Le offrirono da bere e lei continuò scortata da Giovanni a salutare tutti quegli uomini. Silvia, ancora oggi, sostenne di non essere in sé e di capire ben poco di quello che stava succedendo. Probabilmente durante i saluti qualcuno la accarezzo anche sul culo e disse frasi sconce ma non seppi mai con esattezza come avvenne il tutto. Certamente dopo quei saluti, Giovanni la accompagnò su per le scale verso una camera. Era grande quasi come il salone ed era vuota se non per un letto infondo e dei divanetti con dei tavolini agli angoli della stanza. Giovanni la fece sedere sul letto e le disse di aspettare lì. Lei lo fece senza dire nulla. Alla mia domanda se si sentisse eccitata mi confidò che era molto bagnata. In quella macchina, mentre lei singhiozzando raccontava queste cose, avevo il sangue gelato. Ma continuavo a fare domande per capire e per comprendere esattamente cosa fosse successo. A poco a poco entrarono gli uomini che iniziarono a scoparsela senza tregua. Non ricordava bene quanti e cosa avessero fatto. Lei si lasciava fare e aveva raggiunto anche l’orgasmo in un paio di occasioni. Le sembrò durare una vita quella situazione perchè continuavano ad entrare uomini e a prenderla in qualsiasi posizione. Solo ad un certo punto Giovanni fece uscire tutti e chiuse la porta chiedendole se si stesse divertendo ma senza ascoltare la sua risposta. L’unica cosa che le disse è che poteva stare tranquilla perché avevano fatto tutti il test. Solo allora si toccò tra le gambe e si rese conto di essere piena di sperma. Non fece in tempo a dire altro che la porta si riaprì e le danze continuarono. La mettevano a pecora e uno dopo l’altro la possedevano, alcuni per pochi secondi mentre altri per alcuni minuti, fino a godere dentro di lei. Godeva anche se non voleva. Giovanni iniziò ad incitare gli uomini a fare di più e il suo culo così come la sua bocca trovarono una serie di cazzi. Giovanni continuava con frasi come “scopatevi questa gran troia”. Qualcuno le sborrò anche sul dito dove c’era la finta fede dando del cornuto a Giovanni che si godeva la scena da uno dei tavolini segandosi da solo. Silvia in lacrime mi fece quindi capire che era finita in un’enorme gang bang. Solo verso la fine, andando in bagno si rese conto che c’era stato anche un grande abuso di droga. Finalmente tutti erano usciti dalla stanza e lei cercava di riprendersi e sistemarsi. Giovanni la attese giù di sotto. Quando scese, ritrovò tutti gli uomini che l’avevano posseduta che ripartirono con un applauso. Giovanni, la sorresse su per le scale e, una volta scesa, le diede in mano dei soldi, dicendo che se li era meritati perché era una brava moglie. Mentre mi raccontava quella storia frugò nella sua borsa e mi diede i soldi (poco più di 2.000 euro) e si rifugiò nelle mie braccia. La mia rabbia era tremenda ed ero pronto a guidare fino da Giovanni ma Silvia mi chiese di non fare nulla e di passare la notte con lei. Dormimmo e il giorno dopo mi resi conto che qualcosa si era rotto, tra noi e anche in lei. Di nascosto chiamai Giovanni insultandolo e minacciando denunce ma venni fermato da lui che, dalla sua esperienza, mi fece capire come Silvia avesse sempre avuto la possibilità di dire di no e soprattutto che io non potevo passarla liscia visto che mi ero più volte scopato sua moglie a pelle. Lo sapeva e l’aveva intuito sin dalla prima volta e aveva approfittato dell’invaghimento di Katia per la sua vendetta. Da quel giorno tutte le cose sono andate sempre peggio, Silvia non voleva più fare sesso e sembrava sempre più demotivata nella nostra relazione. Interrompemmo ogni tipo di contatto con i nostri “vecchi” amici. Probabilmente sottovalutai la situazione e non compresi i disagi della mia donna ma le nostre strade, si divisero irrimediabilmente. Ci lasciammo senza cattiveria o altro di negativo. Era come se la nostra storia fosse arrivata al massimo e poi si fosse chiusa. Il problema non era nemmeno, a dire di Silvia, la gang bang: il problema era che avevamo esagerato e che non ci ritrovavamo più. Ricordo ancora quel giorno in cui, di sera, sotto il mio portone ci abbracciammo e ci salutammo. Sali a casa e cancellai il suo numero dal cellulare. Fui preso anche dalla voglia di cancellare gli msn ma poi, quell’idea di farmi una sega ogni tanto mi trattenne dal farlo. Mi laureai e poco dopo trovai lavoro fuori dall’Italia. Non ebbi più alcun tipo di rapporto con Silvia e non seppi più nulla di lei. Mi sono sposato e ho fatto una famiglia. Ma poi……………………


Fatemi sapere se volete l’epilogo

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