STORY TITLE: Parte 38 - Tutto iniziò così (racconto vero) 
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Parte 38 - Tutto iniziò così (racconto vero)


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Parte 38 - Tutto iniziò così (racconto vero)

by Andreacp32
Viewed: 319 times Comments 7 Date: 24-11-2021 Language: Language

Tornai a casa e mi rilassai nel letto e rimasi così a riposare. Venni ripreso da un sms di Silvia che mi informava circa lo stato del suo culo che continuava a perdere mio liquido ma che al tatto sembrava stesse richiudendosi. Ridemmo con il pensiero di lei in quello stato davanti al ginecologo. Poi compresi perché quegli sms ed il fine era sapere se io e Giovanni avessimo avuto qualche idea. Io le dissi che avevo scritto a Giovanni di pensare a qualcosa per una prossima volta. In realtà, solo in quel momento scrissi a Giovanni il più innocuo dei messaggi. Lo ringraziavo per la serata e gli davo appuntamento alla prossima. Nemmeno il tempo di appoggiare il telefono che ricevetti la chiamata di Giovanni. Iniziò prendendola alla larga ma mi fu chiaro che il giochetto di Katia aveva funzionato. Mi disse che era stato bello vedere le donne prese in quel modo e che lo aveva eccitato da morire vedere Katia presa da me e Filippo. Poi tornò a ricordarmi le porcate che c’erano state e quanto sua moglie fosse ancora eccitata. Certo era dispiaciuto perché non era venuta ma nella notte ci aveva pensato lui a farla venire. Indagai su cosa avessero fatto la notte e lui mi disse che Katia si era svegliata e lui, ricordandosi che non era venuta, ci si era messo di impegno con la lingua per farla venire. Mentre mi diceva questo ebbi anche un senso di soddisfazione pensando che Giovanni si era leccato la figa dopo che io c’ero venuto dentro. Poi mi disse che aveva una gran voglia di fare giocare Katia con me. Ma solo con me senza Filippo. Io assecondai le sue parole per capire quando sarebbe giunto al dunque. Finalmente entrò più nei dettagli. Mi voleva lasciare sua moglie per un fine settimana. Mi propose la casa di montagna dove non andavano mai per stare soli io e lei. Io mi dimostravo interessato ma non tiravo mai fuori il discorso Silvia. Volevo fosse lui a chiedere tutto. Ed infatti poi mi disse che se avessi accettato, lui avrebbe portato Silvia nella casa che era dei suoi genitori. In pratica era la città vicina a dove si trovava la casa in montagna. Si poteva iniziare venerdì e poi domenica pranzare tutti insieme e riprendersi le proprie donne. Io, solo alla fine, espressi le mie remore. Da un lato era una cosa alle spalle di Filippo ed Anna, dall’altro in confidenza gli spiegai che chi ci avrebbe guadagnato di più sarebbe stato lui e da ultimo dissi anche che non sapevo se Silvia avrebbe accettato. Oltre ad elencarmi le doti di Katia, si dilungò nel precisarmi il piacere di non sapere cosa avrebbe fatto Silvia e nel fatto di poter disporre di Katia come e quanto volevo. Inoltre mise sul piatto ben 3 pilloline che mi avrebbe regalato. Ed in più mi chiese se poteva comprare qualcosa per Silvia. L’ultima proposta la scartai perché non volevo che la cosa si tramutasse in una situazione da prostituta. Giovanni capì e poi mi disse che l’avrebbe portata a fare shopping come una fidanzatina. Non gli dissi nè si né no. Avrei sentito Silvia e mi sarei fatto sentire. Chiusa la chiamata, telefonai a Silvia spiegandole quello che mi aveva detto e proposto Giovanni. Cercai di mettergliela sul piano dell’eccitazione: io da solo e lei da sola, un week end con un altro fidanzato. Non sapevo se l’avessi convinta ma dopo un iniziale silenzio mi disse di si, che poteva essere interessante ma che dovevo prometterle che la domenica sera l’avremmo fatto, raccontandoci tutto. Chiamai Giovanni e gli dissi che a fatica avevo convinto Silvia e che poteva organizzare. Fu tutto velocissimo e Giovanni ci propose di non scopare e di non toccarci fino a venerdì, cosa che anche lui e Katia avrebbero fatto. Ci disse inoltre di portare vestiti anche eleganti perché almeno il sabato sera, entrambe le coppie, dovevano uscire a cena ovviamente gentilmente offerta da Giovanni. Ci saremmo trovati alla casa di montagna e poi lui e Silvia sarebbero andati in città. Il venerdì partimmo e la sensazione in macchina era particolare. Sicuramente l’idea ci stuzzicava ma entrambi sapevamo che ci piaceva più scopare tra noi che con loro. Era però intrigante pensarci lontani con un altro e un’altra, consapevoli di ciò che entrambi facevamo. Arrivammo alla casa di montagna. Molto carina dallo stile appunto di montagna con interni in legno, un’ampia sala, una cucina anch’essa molto grande e una camera da letto spaziosa. Lo stile era vecchiotto ma nella casa c’era tutto quello di cui si poteva avere bisogno. Inoltre Giovanni sin dal giorno prima aveva acceso il riscaldamento così che in casa si stava benissimo. Parcheggiata la macchina nel garage entrammo in casa e da quel momento ebbi la totale sensazione che Silvia non fosse più mia. Giovanni la prese per mano e le fece vedere la casa, continuando a baciarla come se stessero insieme. Katia mi aveva salutato con un bacio a stampo, sfiorandomi la mano e guardandomi con enorme dolcezza. Dopo aver mostrato la camera, Giovanni mi diede le 3 pillole promesse, salutò me e Katia e abbracciando Silvia disse
Giovanni: tesoro andiamo a casa nostra
Devo dire che la situazione mi intrigava. Uscirono e Katia mi guardò con un gran sorriso e mi si avvicinò baciandomi e toccandomi il cazzo sotto i pantaloni.
Katia: sei durissimo
Io: non scopo da domenica
Katia: anche io ma per me è un’abitudine
Io: ti sei fatta leccare dopo che ti ero venuto dentro
Katia: si e ti pensavo
Io: e sei venuta?
Katia: ero appena venuta con te
Io: Giovanni mi ha detto che sei venuta
Katia: le donne sanno fingere
Mi abbassò i pantaloni e iniziò a succhiarmi il cazzo. L’astinenza non mi dava una grande tenuta ma cercavo di rallentare la sua foga. Poi mentre mi masturbava mi disse
Katia: vieni, fammi vedere che ti eccito così tanto che vieni in 2 minuti
Non ebbi il tempo di dire nulla che il mio cazzo fece zampillare sborra e lei ci si buttò sopra succhiandolo fino a che non era moscio per poi pulirmi con la lingua anche la parte del pube sporcata di sborra. Ci baciammo ancora e poi mi disse
Katia: amore ti preparo la cena e poi filmetto?
Io: si amore mio
Katia: Ti amo
Io: anche io
Notai che attese la mia risposta perché forse riteneva di essersi spinta troppo in là ma la feci rilassare con le mie parole. Mi fece da mangiare e poi quasi mi imboccò come farebbero due fidanzati. Ci bevemmo una bottiglia di vino e poi Katia guardando l’ora mi disse che invece di guardare il film in casa potevamo andare al cinema. Lì nel paesello ce ne era uno solo ma sarebbe stato carino. Decidemmo di andarci. Io ero già vestito e pronto, ma lei andò in camera per prepararsi. Per fortuna l’attesa non fu lunga e Katia mi si presentò con una gonna verde sopra al ginocchio che metteva in mostra le sue gambe ancora in forma e una camicetta bianca scollata al punto giusto. Il trucco era leggero ma la ringiovaniva sicuramente. La guardai e le dissi che era bellissima.
Katia: voglio che tu ti senta eccitato da me
Io: che calze hai?
Katia: autoreggenti
Io: allora potresti togliere le mutandine ed uscire senza
Katia in un battibaleno mise le mani sotto alla gonna e sorridendomi si tolse le mutandine e me le lanciò. Le odorai e poi le chiesi di vedere come stava. Alzò la gonna e potei notare la sua figa senza pelo, completamente liscia. Rimasi con la bocca aperta e stupito
Katia: ho capito che ti piace così e mi sono depilata tutta
Non potei fare a meno che avvicinarmi e baciarla. La mia mano intanto esplorava le sue cosce per poi arrivare a quella figa liscia che era già pronta ad essere scopata. Giocai un po’ con le dita divertendomi ad ascoltare i suoi sospiri e poi mi staccai per prendere la porta ed uscire. Il paesino montano, seppur frequentato e vivo, non era molto grande e il cinema era raggiungibile a piedi. Uscimmo e ci incamminammo.
Katia: mi prenderanno per tua mamma
Non le lascia finire la frase che la presi verso di me, lì nella piazza, e la baciai con la mia mano che le stringeva con foga il culo. Arrivati al cinema, mi vietò di pagare perché era tutto offerto da Giovanni, ma per non passare per il mantenuto mi feci dare i soldi e pagai. Notavo come Katia si guardasse in giro per vedere gli sguardi delle altre persone e così decisi di ripetere il bacio e la stretta del culo anche davanti alla biglietteria. In realtà c’era poca gente visto che il film proiettato non era una nuova uscita ed io, inoltre, l’avevo anche già visto. Entrammo e ci mettemmo verso metà sala per guardare il film. Mi piaceva come si stringeva a me e come appoggiava la sua testa alla mia spalla. Le nostre mani rimanevano intrecciate proprio come una coppietta. Il film lo guardavo ma senza interesse e per lo più pensavo a quella situazione ed a come tutta questa storia fosse assurda. Da un pensiero arrivavo ad un altro e mi venne in mente come Katia non avesse le mutandine, così liberai la mia mano ed iniziai ad accarezzarle la coscia. Prima dolcemente e fino a metà e poi fin verso il pube. Notai un suo sorriso di compiacimento e continuai fino a mettere la mia mano tra le sue cosce ed ottenere che allargasse le gambe. Era bagnata e le mie dita volavano sul suo clitoride e dentro di lei. La guardai che si distendeva sulla poltrona ed apprezzava ad occhi chiusi il mio trattamento. Mi guardai in giro e potei notare che le altre poche persone erano distanti e così aumentai la velocità fino a che non vidi Katia mettersi una mano sulla bocca e stringere le cosce con la mia mano dentro. Il mio movimento venne fermato dall’altra sua mano. Prese il mio braccio e leccò le mie dita sporche dei suoi umori. Le sussurrai
Io: ma sei venuta?
Mi sorrise facendo segno di si con la testa
Katia: non mi succedeva da anni di venire così presto con un uomo
Io: da sola si?
Katia: da sola è più facile ma con te mi sento una ragazzina
Ci baciammo e praticamente gli ultimi 20 minuti di film passarono mentre noi giocavamo con le nostre lingue. Mi stuzzicò il cazzo sotto i pantaloni continuando a giocarci ed ammirando la mia durezza ma compresi che non fosse intenzionata ad andare oltre. Mi godetti il momento. All’accendersi delle luci, Katia aveva il viso illuminato ma era tutta scompigliata e la cosa ci fece ridere. Uscimmo e ci prendemmo per mano come una coppia. Durante il tragitto, raccontai la fine del film a Katia che però sembrava essere su un’altra dimensione. Quasi saltellava camminando e tenendomi per mano. Arrivammo a casa e lei mi trascinò verso la camera da letto. Iniziò una sorta di spogliarello ma la bloccai
Io: voglio scoparti così
Katia non disse nulla e si buttò verso il letto, la presi a me e mi feci sbottonare i pantaloni, il mio cazzo uscì duro dalle mutande con Katia che mi guardò compiaciuta. Mi lasciai succhiare per un po’ avendo la sensazione che ci mettesse ancora più voglia e desidero delle volte precedenti e poi la girai. Tirai su la gonna e mi infilai nella sua figa fradicia
Katia: oh si così
Io: ti scopo a pelle perché siamo fidanzati
Katia: si e vienimi dentro. La voglio tutta
Dopo qualche bel colpo ben assestato uscì dalla sua figa accogliente e puntai il cazzo sul culo.
Katia: sei proprio un maiale
Io: sei tutta mia
Entrai nel suo culo che sembrava predisposto ad accogliermi e dopo poco ci scivolavo talmente bene che iniziai a fare il mio giochino culo/figa, figa/culo. La vedevo in estasi e percepivo la sua voglia salire. Mentre ero nel suo culo iniziai a giocare con le dita con il suo clitoride
Katia: no. Non può essere
Io: cosa? tutto ok?
Katia: vengo di nuovo
Aumentai il ritmo dentro al suo culo e le mie dita slittavano sul clitoride a mille. Sentii il suo orgasmo e percepii il suo culo che stringeva il mio cazzo a causa degli spasmi orgasmici. Voleva girarsi o non so cosa ma la trattenni e lo infilai in figa.
Katia: vienimi dentro amore. Ti prego vienimi dentro
Le sborrai in figa con tutta la mia forza, sollevandola con gli ultimi colpi. Tirai fuori il cazzo e poi mi inginocchiai per leccarla. La sua figa dimostrava l’età di Katia ma tutta depilata ringiovaniva. Leccai il mio sperma unito ai suoi umori e poi contemplai anche il suo culo. Depilata era decisamente più bella in tutto. Mi buttai sul letto con lei per baciarla
Katia: ma hai preso la pillola?
Io: no. Non ne ho bisogno
Katia: ti amo
Ci fu un po’ di silenzio ma cercai di stemperare con una battuta la sua ultima affermazione e poi ci spogliammo e ci mettemmo a dormire. Mi chiese espressamente di dormire nudi e non opposi alcuna rimostranza. Dormimmo e fu una nottata serena. La mattina venni svegliato dal rumore della pioggia e notai Katia che a fianco a me era già sveglia e mi guardava appoggiata ad un braccio. La guardai con fare dolce ed interrogativo
Katia: attendevo che ti svegliassi
Non le diedi risposte e non aprì bocca, la tirai a me abbracciandola e baciandola sul collo. Il mio era un gesto d’affetto ma sentì invece la sua mano sul mio cazzo che la salutò con tutta la sua durezza
Katia: dai hai preso la pillolina!
Io: ma no
La distesi ed entrai in lei. Mentre la scopavo mi accarezzava dalla testa al culo per poi fermare le sue mani sulle mie natiche per spingermi dentro di lei. In pratica non capivo se fossi io a scoparla o se fosse lei a scopare me. Di certo le piaceva perché i suoi sospiri erano forti. Iniziammo un vortice di posizioni per poi ritornare allo stesso modo dell’inizio. Sentii ancora le sue mani sulle mie natiche ma poi le sue dita si intrufolarono sul mio culo. Senti il mio ano accarezzato in modo roteante dalle sue dita e poi le sue dita dentro di me. Lei mi scopava il culo con le dita e io andavo al suo ritmo dentro la sua figa. Non mi trattenni e venni dentro di lei. Stavo per scendere a leccarla anche con l’idea di farla venire ma mi bloccò dicendomi che aveva già preparato la colazione. Si alzò e dalla sua figa uscì un rivolo bianco che si allungò sulla sua coscia per scendere sino alla caviglia. Lei mise una mano tra le sue gambe e guardando il risultato disse
Katia: adoro come mi riempi. Ricordiamoci di buttare i preservativi che ci ha lasciato Giovanni
Quella complicità mi piaceva e mi piaceva scopare con Katia che sembrava una ragazzina inesperta o per così dire una ragazzina che si stupisce per un cazzo duro senza l’aiutino. Facemmo colazione e poi ci vestimmo per uscire a fare un giretto.

Continuo?

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