STORY TITLE: Parte 32 - Tutto iniziò così (racconto vero) 
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Parte 32 - Tutto iniziò così (racconto vero)


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Parte 32 - Tutto iniziò così (racconto vero)

by Andreacp32
Viewed: 303 times Comments 6 Date: 10-11-2021 Language: Language

Pensai per qualche secondo a chi avrei voluto con Silvia. Filippo mi dava una certa tranquillità ma Giovanni poteva avere idee insolite per rendere tutto più piccante ma venni interrotto dalle dita di Katia che ruotavano attorno al mio culo. Ero sopra di lei e sentivo le sue dita su di me. Mi guardò con aria da gattina indifesa e mi disse
Katia: dai lasciami lavorare
La baciai dandole il mio assenso. Mi fece mettere carponi ed inizio con la sua lingua sul mio culo, era piacevolissimo sentire la lingua che partiva dalle palle, si fermava ed indugiava in quello spazio che c’è tra il culo e le palle stesse e poi arrivava al culo. La lingua ruotava e poi si insinuava in me. Mi scopava con la bocca, o meglio con la lingua e mi piaceva. Sentii le sue mani avvicinarsi e un dito intrufolarsi dentro di me, non ebbi il tempo di capire che già un altro era entrato. Si muoveva dolcemente e continuava a dirmi di rilassarmi. A volte sembrava stesse per uscire ma poi rientrava dentro. Continuò finchè le sue dita non si muovevano comode nel mio culo. In quel momento iniziò a prendere con l’altra mano il mio cazzo che da moscio si era allungato a circa metà ma certamente non era nemmeno vicino a potersi definire barzotto, tantomeno duro. Lo scappellava e lo mungeva mentre continuava con le dita. Ogni tanto sentivo come dei colpetti più forti dietro accompagnati da una scappellata più decisa con l’altra mano. Poi mi disse di aspettare. Mi abbandonò. Provai una sensazione ed un pensiero strano. Ero a pecora, lasciato lì in attesa di essere penetrato e pensai a quando lasciavo Silvia o qualche altra donna in quella posizione: capii che è eccitante non sapere quando qualcuno arriverà e cosa succederà. Katia tornò, mi diede un bacio e mi fece mettere sotto di me un asciugamano.
Katia: meglio evitare di sporcare un altro letto
Si inumidì le dita con la bocca e poi mi penetrò senza troppo indugio, il dolore fu minimo e sentii le sue dita muoversi dentro di me, curvarsi un pochino e poi anche il mio cazzo semibarzotto venne preso dalla sua mano. Katia mi parlava come un mantra
Katia: rilassati, non irrigidirti, lasciami fare
Sentii le sue dita andare più veloce nel mio culo e il mio cazzo muoversi di più. Sentii un brivido assurdo per cui dovetti appoggiarmi ancor di più sulle mie braccia e mentre le mie gambe tremavano, il mio cazzo sputava sperma ma a parte qualche iniziale goccia come al solito, era anche in questo caso molto più liquida e più trasparente e riempiva l’asciugamano. Era un orgasmo spossante, capii che stava finendo quando percepii gli ultimi colpi di Katia e le ultime scappellate per fare uscire tutto. Feci attenzione a dove mi stavo sdraiando e poi mi buttai giù. Katia prese l’asciugamano e mi prese per mano. Mi portò in bagno e mi fece sedere sul bidè ed iniziò a lavarmi con acqua calda, sia il culo che il cazzo in maniera amorevole e dolce. Mentre lo faceva mi baciava e mi accarezzava il viso. Tornammo a letto e mi ritrovai a pancia in su con lei avvinghiata e ci addormentammo. Non avevamo messo sveglie o altro ma mi risvegliai nella stessa posizione di come mi ero addormentato, mentre Katia mi dava le spalle ed era sul lato sinistro. Il mio cellulare non era con me e non riuscii a capire che ore potessero essere visto che non perveniva luce dall’esterno e non sentivo rumori. Una cosa però la potevo notare e sentire. Il mio cazzo era durissimo, ma di quel duro da forte eccitazione e non duro da mattina. Feci la cosa più naturale del mondo, mi appoggia a Katia per farglielo sentire. Non feci movimenti o altre cose strane, l’abbracciai e il mio cazzo sbattè contro le sue natiche. Rimasi così qualche minuto e poi feci come per muovermi ma una mano agguantò il mio cazzo: una stretta forte e decisa
Katia: mamma mia che energia
Non ci pensai un secondo, mi allungai verso il comodino per prendere un preservativo. Katia allungò la mano e prese la mia
Katia: non c’è pericolo
Io: vuoi farlo senza?
Katia: sono 5 mesi che non lo faccio così
Mentre discutevamo di questo, la sua mano aveva già indirizzato il mio cazzo che entrò dentro la sua figa che questa volta mi sembrava morbidissima ed iniziammo a scopare a cucchiaio. La penetravo e sentivo il suo ansimare pieno di voglia, provai a staccarmi per salirle sopra ma mi trattenne lì e si mise lei su di me dandomi le spalle. Saltellava ma senza furia, solo con piacere. Poi si girò e mi si avvinghiò al petto, più che scopare strusciavamo e mi baciava dicendomi
Katia: sei bellissimo e mi sta piacendo tanto. Non pensare a me e vieni
La mia durata non era a livello di quella della sera prima e potevo già esplodere ma mi trattenni ed anzi, quello strusciare mi aiutò a stemperare la voglia. Finalmente fui libero e le salì sopra e iniziai a scoparla e mi resi conto che più che la velocità, le piacevano gli affondi completi e fu quello che le diedi. Mi teneva la testa e mi guardava con aria di piacere e di soddisfazione.
Io: non ce la faccio più
Katia: ti voglio, vieni
Venni dentro di lei con un ultimo affondo e le rimasi dentro. Ebbi la percezione di sborrare pochissimo ma fu bello ed intenso. Ci baciammo e poi mi staccai da lei. Guardammo l’ora dal suo orologio ed erano solo le 8. Cercammo di capire se dalle altre stanze provenissero rumori o altro ma non percepimmo nulla. Decidemmo di farci una doccia e constatai che Katia aveva un fare davvero amorevole. Mi lavò come un bambino, dedicandosi ad ogni parte del mio corpo. Una volta usciti mi volle asciugare i capelli continuando a baciarmi come fossimo una vera coppia. Una volta pronti, mi propose di scendere ed iniziare a preparare la colazione ma prima di aprire la porta mi prese e mi baciò ancora e poi mi disse che quelle smancerie e quel nostro rapporto finivano lì nella camera e che fuori si ritornava come prima. Avevo la mano sulla maniglia quando mi disse
Katia: l’altra cosa rimane un segreto
Io: quale?
Katia: se Gio sa del senza guanto ci accoppa
Compresi ed annuì e poi scendemmo. Arrivammo in cucina e trovammo Anna da sola.
Anna: ah ecco una coppia mista. A me è toccato mio marito. È entrato e si è addormentato ed è ancora lì che ronfa. Voi avete dormito bene?
Dalle nostre facce, Anna comprese che non avevamo dormito e basta e ci sorrise
Anna: Filippo scenderà tardi come al solito. Silvia e Gio arriveranno?
Solo in quel momento realizzai che Silvia era stata con Giovanni e mi venne la curiosità di sapere cosa avessero fatto ma nella mia mente mi domandavo come fare per scoprirlo visto che non volevo assolutamente passare per quello geloso o che voleva a tutti i costi sapere tutto. Insomma non volevo screditarmi con Giovanni. Per fortuna, forse anche a causa dei nostri schiamazzi, dopo poco scesero Silvia e Giovanni. Cercai di capire dai loro volti qualcosa ma non ci riuscii. Silvia mi baciò e si mise accanto a me e Giovanni si sedette vicino ad Anna.
Giovanni: quindi con chi hai dormito tesoro?
Katia: con Samu
Giovanni: Annina ti sei beccata tuo marito, vedi è un segno che stiate insieme.
Anna: avete dormito bene?
Giovanni: questa cerbiatta è un amore
Silvia sorrise con un filo di imbarazzo ma non ebbe il tempo di dire nulla che Giovanni sfoderò una delle sue idee.
Giovanni: avete una stampante?
Anna: si perché?
Giovanni: ho una delle mie ideucce. Ognuno di noi scrive quello che ha fatto stanotte e stampa. Poi piega il foglio e lo mette qui nel portafrutta. Poi leggiamo uno ad uno e dobbiamo indovinare di chi si tratta.
Era un’idea carina e mi venne subito in mente di scrivere più foglietti, ma lo sguardo di Katia mi fece capire di non dire nulla sul fatto del senza preservativo. Anna accettò e propose di aspettare Filippo per il gioco. Giovanni disse che avrebbe atteso ancora un quarto d’ora e poi sarebbe andato a svegliare il dormiglione.
I minuti passarono e di Filippo nemmeno l’ombra. Intanto Giovanni si rivolgeva a Katia come per indagare su quello che aveva fatto, ma in maniera bonaria.
Giovanni: tesoro, ti vedo rilassata. Piaciuto ieri? piaciuta anche la nottata?
Poi si decise ad andare a svegliare Filippo e a trascinarlo giù in cucina. Una volta spiegato il gioco procedemmo uno ad uno a scrivere, stampare e poi piegare e mettere in un’ampolla. Io scrissi 3 bigliettini: leccata con venuta – venuta con dita nel culo – scopata mattutina.
Ci mettemmo comodi in salotto per leggere, commentare e scoprire.
Decidemmo che uno ad uno avremmo letto un biglietto. Incominciò Anna con “doccia romantica”.
Pensai potesse essere stata Katia ma aveva ben altre cose da dire e quindi optai per Anna e Filippo. In realtà era stata Silvia. Una volta svegliati avevano fatto una doccia lei e Giovanni e lui l’aveva fatta venire con le dita mentre lei si era limitata a lavarlo perché il cazzo di Giovanni era ancora addormentato dalla sera prima. Il fatto che Silvia avesse scritto romantica mi lasciò perplesso ma infondo l’idea di lei che gode in doccia dopo aver dormito con un altro mi diede un non so che di piacere. Lesse Giovanni: “dormito avvinghiati”. Non ci fu granchè da dire e la frase era di Anna. Poi tocco a Katia: “massaggio prostatico”. Intuì che fosse quello scritto da lei e quindi non dissi nulla ma poi venni gelato quando Giovanni disse: è il mio.
In pratica aveva voluto insegnare a Silvia il giochino del culo. Entrò anche nei dettagli di come la mia donna gli avesse leccato bene il culo e di come una volta venuto a cazzo moscio, non si fosse risparmiata nel pulirglielo. Specificò poi che insomma le lenzuola erano sporchine. Dopo un iniziale pensiero negativo mi tornò il sorriso pensando che avrei voluto provare le dita di Silvia. Fu una cosa assurda quando venne fuori che anche io e Katia l’avevamo fatto e che anche io avevo il cazzo moscio. Notai invece stupore quando Giovanni comprese che avevo fatto venire Katia con la lingua e che la mattina avevamo scopato. Katia poi mise il carico, specificando che ero stato fantastico sia nel leccare che nel scoparla la mattina facendole percepire tutto in maniera incredibile. Il gioco era stato divertente e sinceramente se mi fossi trastullato il cazzo avrei anche potuto farlo diventare duro ma notai che nessuno, soprattutto gli altri uomini, aveva il pensiero di scopare. Anzi le donne iniziarono a parlare del più e del meno e io e Giovanni andammo fuori a fumare.
Giovanni: l’hai fatta venire un’altra volta?! Bravo, bravo, ne ha bisogno.
Io: ho fatto del mio meglio
Giovanni: stamattina l’hai scopata per bene?
Io: si si, mi sono impegnato ahah
Giovanni: dovremmo scambiarci le donne per qualche giorno, ci sarebbe da divertirsi per tutti
Io: direi che qui ci siamo scambiati parecchio
Giovanni: vuoi sapere la mia idea per la prossima volta?
Io: certo
Giovanni: voglio fare una sorpresa alle girls
Io: interessante, che tipo di sorpresa
In quel momento arrivò Filippo che ci propose di fermarci anche quel giorno a dormire ma Giovanni dovette declinare avendo impegni con i figli nel pomeriggio.
Giovanni: stavo iniziando a spiegare la mia idea per il prossimo incontro
Filippo: sentiamo
Giovanni: la prossima volta proporrei di spogliare le nostre donne e di legarle ognuna in una stanza e poi bendarle, approfittandoci di loro, una stanza per volta
Io: divertente
Filippo: da te mi aspettavo di più
Giovanni: aspetta Filo, non ho finito. Ti avevo raccontato di quel ragazzo nigeriano che ogni tanto viene a dare una mano in magazzino?! Se mi date l’ok potrei provare a capire se fosse disposto a fare una sorpresa alle nostre donne. Io lo vedo come guarda le donne e mi sembra assatanato, per quanto riguarda il cazzo non lo so ma se è vero quello che si dice sui neri. Immaginatevelo con la pillolina
Non sapevo cosa dire e soprattutto volevo che parlasse prima Filippo che infatti pose una serie di dubbi su quell’ipotesi. Infondo era uno sconosciuto ed era anche rischioso. Giovanni però lo tranquillizzò, dicendogli che si sarebbe informato sul tipo e soprattutto gli avrebbe chiesto, pagando lui, di fare tutti i test necessari.
La questione si chiuse con un “ci penso” di Filippo.
Giovanni: a te invece andrebbe bene?
Io: mi fido di voi e della vostra esperienza
Tornammo dentro e non parlammo più di quelle cose. Giovanni, dopo poco, invitò sua moglie a prepararsi e prendere le cose per partire. Anna convinse me e Silvia a restare per pranzo. Ci salutammo con Katia e Giovanni e mentre stavo dando i baci da classico saluto a Katia, lei mi mise in mano un bigliettino che nascosi in tasca. Partiti i nostri amici, mi diressi in bagno per leggerlo: “ho voglia di sentirti dentro ancora e ancora. Senza nulla”. Fui felice dell’effetto che avevo fatto su Katia ma pensai che sarebbe stato meglio eliminare ogni prova. Tornai di là ed aiutai Silvia ad apparecchiare. In quel momento passò Filippo che le diede una sonora pacca sul sedere. Lei sorrise e io fui compiaciuto di quell’intimità che ormai si era creata. Filippo a quel punto ci propose di fermarci anche la sera. Non avevamo grandi impegni ma né io né Silvia rispondemmo immediatamente, così è intervenuta Anna a gamba tesa
Anna: dai fermatevi e propongo sesso libero
Io: be più libero di quello di ieri
Silvia: credo intenda senza nulla
Filippo: meglio cogliere questa proposta perché Anna non è mai così disponibile
Sorridemmo ed accettammo. Il pranzo filò liscio come il pomeriggio, tra chiacchiere, televisione e qualche bicchierino di vino. Ad un certo punto Filippo ricevette una chiamata e ci spiegò che un suo collega doveva venire a consegnargli una relazione o qualcosa di simile. Disse che potevamo stare tranquilli perché gli aveva specificato di avere in casa la cugina di Anna con il compagno e che quindi non ci sarebbero stati imbarazzi.
Anna: ma perché, dire che avevamo ospiti degli amici ti pareva brutto?
Filippo: non lo so mi è venuta così, ho pensato che potesse farsi strane idee e quindi ho trovato questa scusa. È più credibile che sia tua cugina che degli amici
Iniziò una diatriba tra i due sul fatto che fosse difficile credere alla nostra amicizia vista la differenza di età. A quel punto Anna volle rendere la cosa un pochino eccitante e ci propose, anzi mi propose di possederla nel bagno lì al pian terreno mentre il collega consegnava le cose. Ovviamente propose di partecipare anche a Silvia, ma l’idea che la eccitava era di essere presa e sbattuta al muro mentre suo marito parlava con il tipo. Il fatto che Filippo ne fosse all’oscuro non mi piaceva ma Anna ci fece capire che era solo un giochino e che anzi l’avrei posseduta solo per il tempo in cui il collega sarebbe rimasto. In pratica il tempo di infilarglielo e muovermi qualche secondo.
Anna: quando arriva?
Filippo: fra venti minuti
La nostra amica andò in camera e tornò con un semplice vestito che arrivava al ginocchio, poi mi si avvicinò e mi volle specificare che sotto non aveva nulla. Quando suonò il campanello ci disse di andare nel bagno e di attenderla. Entrammo nel bagno e Silvia mi tirò fuori il cazzo ed iniziò a succhiarmelo visto che era bello duro. mi guardava dal basso verso l’alto e mi diceva
Silvia: mi piace scaldarti per Anna
Io: sono già bello caldo
Sentimmo Anna fare i convenevoli e poi dire a Filippo di offrire un pezzo di panettone al suo collega. Nonostante i rifiuti, il collega dovette accettare. Anna, a quel punto lo salutò e si diresse verso il bagno. Entrò chiuse la porta e ci trovò nel mezzo del pompino. Non fece nulla se non alzarsi la gonna e appoggiarsi alle mattonelle del muro. Mi avvinghiai a lei ed iniziai a scoparla mettendole una mano sulla bocca. La mia mano venne tolta da Silvia che iniziò a baciarla e ad accarezzarla al seno. In quei pochi attimi, ogni tanto Anna si fermava per sentire se i due stessero parlando. Quando intuì che si stavano salutando si tolse da me ed uscì dal bagno. Prima di uscire ci ordinò letteralmente di non finire: avremmo finito tutti insieme dopo. Uscì, salutò il collega e poi ci chiamò per uscire dal bagno. Filippo non si era accorto di nulla e credo nemmeno avesse sospettato qualcosa. Dopo poco Anna si mise sul divano con un bicchierino in mano e mostrò la figa sotto la sua gonna a Filippo.
Filippo: sei vogliosa eh?
Anna: non sai quanto
Il nostro amico le si avvicinò e le leccò la figa. al che lei gli staccò la faccia e gli disse
Anna: senti bene come sa di cazzo, perché mentre eri con il tuo amico io mi stavo facendo sbattere in bagno
Filippo: è vero?
Fece questa domanda verso me e Silvia che annuimmo
Filippo: dove sei venuto?
Anna: non abbiamo avuto tempo di venire ma dopo lo faccio venire proprio qui
Avevo il cazzo di marmo e una voglia assurda di scopare e la proposta di Filippo di andare tutti a metterci le vestaglie mi sembrò la cosa migliore da fare.

Continuo?

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