STORY TITLE: Fantasia fotografica 
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Fantasia fotografica


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Fantasia fotografica

by senzabuccia
Viewed: 664 times Comments 15 Date: 03-11-2021 Language: Language

Sono anni che mi dedico con passione alla fotografia. Ho fatto paesaggi, ritratti e poi, quasi per caso, mi sono dedicato al nudo artistico con varie modelle e modelli, attratto dalle simmetrie del corpo nudo, fotografato quasi come fosse una natura morta, senza alcun coinvolgimento sessuale.
Poi mi sono sposato e da allora le foto di nudo fatte con mia moglie hanno iniziato ad avere caratteristiche più specificamente erotiche.
L’ho fotografata in mille modi diversi, sempre con grande piacere, e poco per volta ho iniziato a ricreare situazioni che trovavo particolarmente coinvolgenti.
Mi piaceva fotografarla alla finestra o in luoghi pubblici, in situazioni cioè che suggerissero maggior trasgressione.
Lei ha sempre collaborato con piacere alle mie propensioni fotografiche, interpretando con spigliatezza il suo ruolo.
Non è mai capitato però di organizzare appositamente una sessione fotografica di nudo con un’altra persona, nè donna nè uomo, nonostante gliel’avessi chiesto in più occasioni, per poter sperimentare questa nuova prospettiva.
Fino a quando, per farmi un regalo, per la prima volta ha acconsentito a partecipare a una sessione di nudo artistico con un’altra persona, come da mio desiderio, a condizione di essere lei a scegliere chi fosse l’altra persona da coinvolgere nel progetto.
Mi è sembrato più che ragionevole.
Il mio interesse era di poter avere due corpi nudi per poterli disporre sul set in modo geometrico e poterli far interagire fra loro usando sapientemente l’illuminazione e gli effetti di chiaroscuro.
Non era così importante avere due donne o un uomo e una donna: in ciascuna ipotesi ci sarebbero stati dei pregi e dei difetti. Mi stuzzicava molto questa idea di poterli usare come modellini per comporre immagini piacevoli.
Iniziai allora una paziente ricerca per cercare chi coinvolgere nell’esperimento. Misi un annuncio su un sito riservato ad un pubblico adulto specificando le mie richieste. Cercavo una persona disposta a posare per foto di nudo artistico in compagnia di un’altra persona (mia moglie). Avevo specificato che non ci sarebbe stato coinvolgimento erotico ma le figure avrebbero avuto una valenza puramente figurativa, specificando bene che la proposta era rivolta sia a uomini che a donne (non vi erano connotazioni sessuali).
Mi arrivarono in breve alcune candidature: tre uomini singoli, una donna e una coppia.
Il primo uomo mi inviò una foto con viso ma in tenuta borghese, il secondo una foto esclusivamente del busto da cui si erigeva un grosso fallo in prorompente erezione, il terzo mi inviò una foto che lo rappresentava di schiena, completamente nudo ma col viso girato e sorridente. La coppia mi inviò una foto non molto nitida che li vedeva impegnati in un rapporto sessuale. La donna una foto coricata sul letto con un completino intimo molto ammiccante.
Ero quasi certo di cosa avrebbe scelto mia moglie e infatti non mi sbagliai.
La sua scelta ricadde sull’uomo di schiena col viso sorridente.
Oltre ad essere una figura tonica e giovanile, la foto emanava simpatia e naturalezza.
Sembrava anche a me la persona giusta da coinvolgere in una situazione del genere.
Non mi dispiaceva per niente poter accostare in foto un elemento maschile e uno femminile.
C’erano molte potenzialità.
E così venne il giorno dell’incontro conoscitivo. Ci ritrovammo in un bar per conoscerci e per vedere se il soggetto fossero realmente intenzionato a realizzare il progetto senza nascondere secondi fini.
E soprattutto se mia moglie l’avesse reputato compatibile come partner per il servizio fotografico.
Era lei a doversi sentire a suo agio come modella.
Fu un incontro molto gioviale e spiritoso, a tutti parve chiaro che la proposta non nascondeva secondi fini, era una specie di gioco, un po’ malizioso, in cui due persone avrebbero accettato di posare senza frapporre troppi pudori.
Decidemmo di organizzare la seduta fotografica il sabato successivo.
Avevo a disposizione un grande salone su cui avevo disposto un telo scuro per lo sfondo e sistemato i miei numerosi dispositivi di illuminazione, preparando quello che sembrava essere un set accogliente.
Marco arrivò puntuale, vestito in modo molto casual. Ci versammo un goccio di mirto per sciogliere le inevitabili tensioni e dopo quattro chiacchiere decidemmo di iniziare la seduta fotografica.
Mentre io sistemavo il set Marco e mia moglie iniziarono a spogliarsi, senza troppe inibizioni, parlando del più e del meno. Come veri professionisti.
Mia moglie si stava sbottonando la camicetta accennando distrattamente al problema del parcheggio in strada. Quando scostò il lembo della camicia scoprendo un elegante reggiseno color perla, istantaneamente sentii il mio pene ingrossarsi. Era inevitabile ma dovevo controllarmi!
Marco aveva posato la camicia sulla poltrona e stava slacciandosi i pantaloni.
Accidenti come stavano andando velocemente, credevo avrebbero avuto un po’ più di vergogna a spogliarsi.
Mia moglie si era già slacciata il reggiseno e continuava a chiacchierare come niente fosse mentre i suoi capezzoli, un po’ induriti, ciondolavano su e giù per la stanza come folletti birichini.
In breve aveva appoggiato i pantaloni sulla poltrona e stava infilando i pollici a lato delle mutandine, pronta ad abbassarle per rimuovere l’ultimo ostacolo che ancora proteggeva la sua pudicizia.
Mi godetti il momento in cui un malizioso ciuffo di peli neri fece la sua comparsa sulla scena.
Era il momento di iniziare a fotografare. Il pene di Marco era tozzo e penzolante, senza apparire turbato dalla sua e altrui nudità.
Forse per nascondere l’imbarazzo ciascuno dei due scherzava e si comportava come se si fosse in una situazione di estremo cameratismo. Nessuno dei due sembrava far caso alla promiscuità della situazione.
Diedi istruzioni sulle pose da assumere e spostai le luci per aumentare contrasti e effetti ottici. Iniziai a scattare senza interruzione,
Amavo vedere accostati i loro corpi, che si completavano a vicenda, ognuno con le proprie specifiche caratteristiche, la luce si rifletteva sulla loro pelle, creando effetti d’ombra e evidenziando dettagli insoliti.
Non ero particolarmente eccitato: ero troppo impegnato a seguire i suggerimenti che la luce proponeva cercando di cogliere al meglio le opportunità fotografiche che si creavano.
Ormai ciascuno dei due sembrava a suo agio e sembrava esserci un comune intento per comporre l’immagine in modo armonioso e accattivante.
Non sentivo alcuna forma di gelosia e mi ero pefettamente integrato in questa ricerca estetica.
Fino a quando pensai che Marco era veramente un ottimo soggetto, fisicamente ben proporzionato, estremamente corretto e rispettoso nei riguardi di mia moglie.
E allora mi decisi a forzare leggermente la situazione.
Avevo in mente una posa fotografica che da tanto tempo avrei voluto realizzare. Era una specie di desiderio segreto ma richiedeva una certa spregiudicatezza.
Chiesi a mia moglie di stare in piedi con le braccia sulla testa e a Marco di mettersi dietro di lei tenendola per i fianchi. Non era quella l’immagine che volevo creare ma era lo step precedente. Per cui, dopo qualche foto in quella posa, feci il passo decisivo. Chiesi a mia moglie di chiudere gli occhi, abbandonare la testa all’indietro e lasciarsi andare.
Mi avvicinai a Marco, distolsi le sue mani dai fianchi di mia moglie e le posizionai direttamente sui suoi seni, precipitandomi a immortalare quello che per me era lo scatto perfetto. Volevo vedere mia moglie in una posa arrendevole, con le mani sulla testa abbandonata all’indietro che concedeva i suoi seni alle mani di un altro uomo. Restarono un po’ in quella posa, mentre io continuavo a scattare complimentandomi per la bella immagine creata, e poco alla volta i soggetti presero confidenza con le implicazioni sessuali che quella posizione suggeriva.
Fu l’inizio della svolta erotica che la seduta fotografica prese.
Come fossero stati accesi da una scintilla, i corpi sembravano essersi attivati: iniziarono a strusciarsi fra loro cercando un contatto fisico, le mani non erano più passive ma si muovevano esplorando ogni angolo lecito e illecito dell’altro soggetto, i capezzoli di mia moglie si indurirono e il pene di Marco si inalberò furiosamente. Vedevo le mani di mia moglie che percorrevano quel corpo nudo, sfiorando occasionalmente quel membro eretto, dapprima quasi per caso, poi sempre più consapevolmente, mentre io fotografavo con insistenza ogni più piccolo dettaglio che mi sembrava straripante di sensualità.
Le mani di Marco dal canto loro si compiacevano di insinuarsi in ogni anfratto più nascosto, senza timore di poter oltrepassare il lecito: le vedevo scendere sulla schiena, fino a raggiungere le natiche e poi insinuarsi fra le cosce, che mia moglie allargava senza timore, vedevo le dita intrecciarsi fra la folta peluria, ansiose di percorrere liberamente la fessura inumidita.
Ero eccitatissimo e fotografavo guidato più da un impulso erotico che da una ricerca di equilibrio estetico. Non cercavo la foto bella in sè ma volevo appropriarmi dell’erotismo del momento.
Poi vidi con rammarico che mia moglie si stava spostando. Temetti fosse contrariata ma mi resi subito conto che il suo movimento era finalizzato ad altro. Aveva abbassato la testa e la sua bocca stava percorrendo su e giù il tronco pulsante del cazzo di Marco.
Mi precipitai a catturare quelle immagini, scattando a raffica e cercando di immortalare quel momento con dovizia di particolari. Vedevo la lingua di mia moglie apparire e scomparire nell’immagine, mentre le mani afferravano e trastullavano avanti e indietro quel membro eretto.
Fino al momento in cui la sua bocca salì sempre più in alto fino a avvolgere con ardore la cappella di Marco, succhiandola con avidità, cercando quasi di ingoiarla, ripetutamente, insistentemente, raggiungendo in breve il momento in cui le sue labbra furono inondate da una inequivocabile dimostrazione di godimento.
Le feci ancora un paio di foto mentre mi guardava con un sorriso sornione. A lato della bocca un sottile rivoletto biancastro.

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