STORY TITLE: La palestra 
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La palestra


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La palestra

by Trudixxx
Viewed: 218 times Comments 0 Date: 09-04-2020 Language: Language


Da poco ho ripresa la palestra e ancor prima del mio stop avevo notato quella morettina ….

I nostri sguardi si erano già incrociati in sala attrezzi e 1 volta sola nella spa. Divina creatura del signore, abiterà sull'olimpo pensai.

Quella sua maglietta attillata quasi fosse una seconda pelle e quei pantaloncini che lasciavano intravedere una fighetta di pregio mi distraevano parecchio nei miei allenamenti.

Continuavo a pensare quante flessioni avrei voluto fare su quel suo corpo, quanti addominali avrei consumato resistendo pur di affondare nelle sue carni il mio cazzo sempre pronto a quel tipo di donna che apparentemente sono santarellina, ma che se prese sanno succhiare il cazzo come poche.

Mi immaginavo in una seduta di allenamento con lei, quanto l’avrei fatta bagnare,

mentre lei apriva le gambe io facevo gli addominali e mentre salivo le leccavo la patata immaginavo…

ma non sapevo neanche come si chiamava.

Ma quel pomeriggio la incontrai in sala SPA, mi fiondai nella vasca idromassaggio e avrei dato chissà cosa per essere una di quelle bolle che le accarezzava i seni, i fianchi, quel sedere scolpito e quella patatina.

Ci sedemmo vicini nella vasca anche se eravamo soli e lo spazio non mancava.

Le bolle ci massaggiavano e tutti e due in completo relax ci facevamo coccolare, quando per caso le sfiorai le cosce con la mano;

mi scusai subito ma lei sembrava quasi fosse felice di quello sfiorio.

Mi accorsi che le sue mani erano riverse verso le gambe, si si si stava toccando tranquillamente e io non seppi resistere, le presi una mani e gliela misi sul mio cazzo ormai già duro, sorrise e iniziò a menarlo piano piano mentre io le massaggiavo le labbra, infilando piano le dita.

Era bagnata, calda e saporita, mi leccai 2 dita e poi le inizia a massaggiare i seni.

Si sedette davanti a me, si appoggiò il cazzo sulla schiena e mi prese le mani.

Mi porto le mani sulla figa e con veemenza iniziammo a sgrillettare quel clitoride.

Gonfio e voglioso.

La volevo leccare ma l’apnea in vasca non è il mio forte.

Tocca tocca infila infila fino a farla venire e che bella venuta, tra bollicine e dita altro che santa.

Si giro mi disse, era tanto che lo volevo ma non ti trovavo mai.

Mi chiamo Melissa, ti aspetto nel parcheggio tra un 10 minuti, tocca a te venire.

Mi baciò appassionatamente e mi paspò il cazzo ormai diventato un telescopio.

Mi ripresi e di corsa di andai a preparare, uscii ed era lì con il motore acceso che mi aspettava.

Abbassò il finestrino e mi disse:

ho voglia di brioche alla crema hai qualcosa per me?

Sorridevo mentre aprivo la portiera, mi soffermai a guardare quella minigonna corta tanto da far vedere gli elastici delle autoreggenti.

Aprì le gambe per farmi vedere che era senza mutandine pronta per un richiamino.

Partì sgommando dicendo finalmente una serata diversa;

guidò per 5 minuti in un via buia, mentre le massaggiavo la figa grondante.

Mi disse se ti prendo in bocca quel cazzo te lo succhio fino a consumarlo.

Si fermò in un grosso parcheggio nel circondato da alberi, ideale per una camporella fuggitiva.

Con sguardo arrapato e voglioso mi baciò in bocca, poi il collo e spogliandomi facendo scendere la sua lingua che non si staccava dal mio corpo mi disse:

Dimmi pure che con la bocca piena non si parla e si infilò il cazzo in bocca come se fosse ossigeno vitale.

Succhiava come una disperata e giocando con lo scroto si toccava, spostava i capelli per farsi vedere come ingoiava quel membro.

Poi dopo 5 minuti di interminabile succhiata si degno di parlami chiedendomi di sbatterla sul sedile dietro;

Non me lo feci dire 2 volte e leccandole un pochino la patata infilai il cazzo come Melissa voleva.

Tutto dentro senza ritegno, dentro e fuori inesorabilmente come lei chiedeva, ero diventato il suo schiavo e non potevo fare a meno di obbedire piacevolmente alle sue richieste.

Mi piaceva questo ruolo di su genio della mazza, lei sfrega e io eseguo i suoi ordini.

Lei venne urlando di piacere e poi si impegno a succhiarmi per farmi venire, la dissetai completamente a dovere.

Sigaretta 2 chiacchiere e poi mi riportò al parcheggio, scesi dalla macchina e prima di salutarmi mi disse:

quando ci alleniamo ancora insieme??????.


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