HISTORIA TìTULO: Titolo: THE UNEXPECTED GIFT - parte terza - reboot 
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HISTORIA

Titolo: THE UNEXPECTED GIFT - parte terza - reboot

by MaxFive5
Visto: 73 veces Comentarios 0 Date: 24-04-2025 Idioma: Language

Ovviamente è Lui, e altrettanto ovviamente non ho alcuna intenzione di perdere tempo a rispondergli.
Mi alzo dal letto e mi spoglio completamente; potrei farlo fare a Silvia, adoro essere spogliato, ma la ragazza è impegnata a fare una cosa che visivamente mi intriga parecchio ed in ogni caso con la benda addosso sarebbe più impacciata che efficace, quindi procedo on my own.
Torno sul letto, questa volta in mezzo alle gambe spalancate di Silvia, che intuisce il mio sopravvento e si sistema alla cieca sulla schiena per agevolare la prima penetrazione del pomeriggio, smettendo di masturbarsi e tenendosi aperta la passera con le dita.
“Silvia, togliti il plug e mettiti in bocca le dita che stai affogando nel tuo umore, dimmi di cosa sanno”
Silvia sghignazza sotto la benda.
“Si Capo, agli ordini” squittisce estraendosi lentamente il porno gioiello dal culo e parcheggiandosi prontamente indice medio e anulare della mano destra tra le labbra.
Nel frattempo, impugnando il cazzo ragiono tra me e me sul fatto che Silvia ha un che di fanciullesco, di puerile mentre fa la troia, che proprio non riesco a trovare antipatico o spiacevole.
“Le dita sono appiccicose, il sapore è un po’ salato, ma non spiacevole, anzi….........te l’ha raccontato Ivan che mentre ero in America una sera con la mia compagna di stanza dell’Università, dopo una festa nella quale ci eravamo ubriacate, siamo finite a letto a mangiarcela a vicenda? E’ stata l’unica volta che ho assaggiato una femmina e non mi è neanche dispiaciu…”
Si interrompe di colpo quando sente che la sto per inculare.
Il Lupo preme sul suo sfintere già reso cedevole e accogliente dal plug, e scivola dentro senza troppa resistenza, proseguendo con lentezza esasperante la sua corsa,
Un centimetro ogni cinque secondi.
Fino alle palle.
Silvia smette di masturbarsi e la sua splendida bocca disegna una O muta perfetta che avrebbe fatto incazzare Giotto dall’invidia.
Il suo respiro aumenta di intensità, una colonna sonora a bassissimo volume che accompagna tutta l’entrata del Lupo fino a fine corsa.
Lo so cosa stai provando.
So come si fa, l’ho già fatto un sacco di volte.
E tu?
Quante volte hai fantasticato di farti inculare bendata da uno semisconosciuto in una stanza di motel, con il moroso cornuto fuori ad attendere di sapere quanto stai godendo?
Ecco, ti sta succedendo adesso.
Lo so che si sente bene mentre entra, me lo hanno già detto, non devi neanche disturbarti a confermarlo, lo sta facendo il tuo culo per te, quindi goditela e basta.
Sono il tuo giocattolo a zero rimorsi.
Il Lupo è fatto apposta...abbastanza grosso e lungo da riempire, ma non abbastanza da tramutare il piacere ruvido in vero dolore.
Un perfetto cazzo da inculata.
Una volta entrato completamente aspetto una decina di secondi...voglio che mi avverta completamente, voglio che si senta del tutto riempita…poi, lentamente, inizio a pomparla, con vigore crescente, progressivo, ogni colpo sempre un po' più forte, ogni colpo un po' più a fondo...ogni volta arrivando quasi ad estrarlo completamente per poi riaffondarlo fino alle palle.
Oggi inizio da un piatto che in genere tengo come dessert a fine pasto, come amousecazz, diciamo.
Perché mi va così, perché Silvia ha un culo che è semplicemente troppo bello e desiderabile per renderlo una comparsa del film e non il protagonista, e anche per punirla per tutti quei facciotti whatsapp con i quali mi ha intossicato la chat due giorni prima.
Perché ogni promessa è debito.
Quando il ritmo aumenta Silvia ammutolisce, poi inizia sottovoce a emette un forte sospiro, quasi uno squittio, e a respirare sempre più forte, sincronizzandosi naturalmente con i colpi di cazzo che le stanno aprendo il culo sempre più velocemente, sempre più in profondità.
Alla fine non ne può più e riprende a menarsi il clitoride smanettando come un campione di video games durante il combattimento finale con il BossLevel cazzuto quasi impossibile da superare.
Sulla sua bocca la O muta ora assomiglia all’Urlo di Munch, anche se intuisco non abbia alcuna intenzione di trasmettere la medesima angoscia esistenziale….
Incularla è dannatamente piacevole, la carne del suo culetto avvolge il Lupo in modo caldo e premuroso, ricambiando l’irruenza e la velocità dei colpi con uno squisito senso di scivolamento interno che si arresta solamente quando le mie palle le sbattono rumorosamente sulle chiappe.
Deve avere fatto bene i compiti a casa facendosi un bel clistere preventivo prima di inaugurate il gioiello, perché nonostante la violenza e la profondità dei colpi inferti non avverto alcun sentore sgradevole (because in these situations, shits happens, direbbe qualche madrelingua britannico saturo di sense of humor).
Il che di fatto aumenta esponenzialmente la voglia di sfondarla.
Il suo cell squilla in media ogni minuto, confermando che Cornelio Ivan è assetato di news from the front of the the Anal War, ma al momento non è proprio il caso che rompa i coglioni.
Proseguo a pomparla per un paio di minuti quando Silvia gemendo mi avverte…
“Guarda che sto per venire Max, posso?”
“Certo che puoi, ma quello che sputi dalla figa poi lo assaggi” la avverto.
Sarà coincidenza, o forse quella frase abbatte inconsapevolmente l’ultima barriera di carta velina tra Silvia ed il primo cuming del pomeriggio, fatto sta che lei inizia a tremare e contemporaneamente a zampillare dalla figa squirtandomi di fatto sulla pancia interi fiotti di umore vaginale.
Nonostante il massacro delle lenzuola non smetto di penetrarla, anzi aumento ritmo e profondità, artigliandole le caviglie e tenendole le gambe più divaricate possibile.
E’ come se stessi impugnando l’enorme manubrio di un porno chopper sulla Road 66 con destinazione Porky Town...
Giro di fianco la testa e senza diminuire il ritmo mi metto in bocca le minuscole dita di uno dei suoi deliziosi piedini, iniziando a insalivarle una ad una, spalmando lentamente la lingua tra una e l’altra.
Sono una bestia priva di qualsiasi senso dell’eleganza...
Meglio così.
Silvia tenta maldestramente di divincolarsi per alzarsi, prova a bloccarmi afferrandomi per i fianchi, che però lei stessa ha reso scivolosi come un palo della cuccagna grazie all’innaffiatura involontaria di pochi istanti prima.
Quindi è costretta a desistere ed inizia ad implorarmi.
”Ti prego, ti prego aspetta un attimo….. dai fermati un attimo…. Max cazzo fermati un secondo daiiiiiii, non resisto cazzooooo daiiiiiiiiiiiiiii……, cazzo vengo ancoraaaaaaaa” E mi squirta di nuovo addosso, ‘sta fontana bipede from Erremoscialand.
Mi fermo per un attimo, dandole l’impressione che sia arrivata una tregua che non ho intenzione di concederle, poi riprendo a stantuffarla con più energia di prima.
Non proseguo ritmicamente, alterno alcuni colpi rapidi con altri più lenti ma profondi, senza alcuna sequenza ritmica decifrabile in una sorta di codice morse porno con il quale ho deciso di torturare dolcemente questo splendido culo che ormai si è arreso senza quartiere, prigioniero della mia voglia animale di sfondarlo.
Fosse per me non la smetterei più, ma dopo pochi istanti sento che da lontano l’onda anomala dell’orgasmo sta per travolgermi e quindi stavolta la accontento e mi fermo, perché non voglio venirle dentro.
Non adesso.
Non così.
“Hai intenzione di scoparmi o di farmi morire?” apostrofa Silvia sghignazzando sommessamente mentre tenta di recuperare un ritmo respiratorio vagamente normale dopo avere abbandonato le braccia sopra alla testa con un sospiro liberatorio.
“Au contraire ma petite chatte......ho tutta l’intenzione di farti vivere, mi servi ancora per parecchie cosette oggi” replico sghignazzando a mia volta.
“Eh....certo che se questo è l’inizio non lo so mica se ce la faccio...... ma tu prosegui pure, che nel dubbio la cosa mi sta piacendo un casino…hai sentito quante volte mi sta trillando il cellulare? Scommetto che gli hai inviato qualche foto mentre mi stavi lavorando il culo, vero? Chissà Ivan in macchina quanto starà soffrendo senza potersi masturbare…”.
“Certo che gli ho mandato qualche scatto, ma perché non dovrebbe masturbarsi? Non glielo ho impedito”
“Tu no, ma io si, e ho fatto in modo che debba ubbidirmi per forza, dopo se lo facciamo entrare vedrai”
Un grosso punto interrogativo spunta sopra la capoccia di Sottoscritto, ma non gli lascio il tempo di sedimentare perché il Lupo ha superato la crisi preorgasmo ed è di nuovo operativo, quindi mi alzo, mi sposto dalle gambe di Silvia, vado in bagno per una rapida sciacquata e pochi istanti dopo la raggiungo di lato e, prima che possa riprendere a blaterare, le infilo il cazzo tra le labbra.
Silvia mi accoglie in bocca con un gemito strozzato, e mi afferra immediatamente la base del cazzo con entrambe le mani iniziando a lappare con ingordigia.
Ci sa fare…inghiotte il cazzo ad ogni entrata facendo uscire la lingua da sotto per accoglierlo meglio, mentre il Lupo se la gode un sacco in quella bocca morbida e bagnata nella quale non avverte mai i suoi denti.
La lascio fare per un paio di minuti e poi con un gesto improvviso le sciolgo il nodo sulla tempia e la libero dalla benda, perché ora mi è venuta voglia che lei veda bene chi e cosa le sta scopando l’ugola.
Silvia si ferma un attimo, estrae il cazzo dalla bocca e con un sorriso da pubblicità del dentifricio mi fa:
“Ciao Max, piacere di conoscerti, come stai? sono Silvia, ti andrebbe di scoparmi?” e sghignazza divertita dalla sua stessa battura, riprendendo a succhiarmelo tenendo gli occhi piantati nei miei.
“Ciao Silvia, sono Max, guarda, non so se sia il caso…sai, mi sembri una ragazza a posto ma ci conosciamo da così poco, e io sono un ragazzo molto timido e riservato”
E iniziamo a ridere insieme come due bambocci.
Silvia interrompe un attimo quel pompino antologico e mi fa:
“Gliela mandiamo una bella foto a Ivan mentre ti faccio la provamicrofono?”
“Come no, stavo pensando esattamente la stessa cosa”.
Recupero lo smart, la inquadro mentre lei si mette in posa con la lingua fuori appoggiata esattamente sulla punta del Lupo e scatto in sequenza una mezza dozzina di pics.
Silvia mi sottrae il dispositivo e chiede:
“Ti spiace se metto una bella dedica alle foto prima di inviargliele?”
“Figurati, a te la parola, Alessandra Manzoni, sbizzarrisciti”
Lei digita con velocità imbarazzante sulla tastiera del device e poi mi chiede:
“Che ne dici, può andare?
Mi mostra il cell e sotto alla pic prescelta appare: “Guarda bene, caro il mio cornutello, come si lecca bene un vero CAZZO!!! Altro che il mozzicone di matita che hai tra le gambe tu…Il Lupo di Max mi sta facendo letteralmente impazzire, e non mi ha ancora scopata in figa. Ciao cornuto, a dopo”
“Non male, però poi non lamentarti se l’anima risorta male di dante Alighieri ti viene a citofonare sotto casa con una motosega accesa pregandoti di scendere”
“Ahahahahahahahahahah, te sei davvero un soggetto; guarda, in questo momento ho talmente tanta voglia di cazzo che mi farei anche lui, e pure Boccaccio, aspetta che invio poi riprendiamo ……perché adesso mi scopi, vero?”
“Cosa sei, a parte la regina del pompino del Granducato di PaHRRRma, anche un’indovina?”
Silvia sghignazza divertita, invia quello che deve inviare a Cornelio, poi si alza, si piazza a quattro zampe sul materasso, e girando la testa verso di me dice una sola parola.
“Dai…”
E Dai sia, che la ricreazione è finita e il Lupo è ora che rientri in classe, dato che la giornata scolastica è bella lontana da essere finita.
Il cellulare di Silvia abbandonato sul letto inizia ad abbaiare (giuro, non è una parafrasi, come suoneria ‘sta spostata ha davvero l’abbaiata di un cane) perché pare evidente che Cornelio abbia urgente necessità di un aggiornamento live sullo stato di avanzamento lavori.
Silvia, senza abbandonare la posizione da cagna montabile, riagguanta il device e risponde.
“Pronto? Ciao, come stai? …...Io sto benissimo, non si capisce dalle foto? …si mi sta trattando benissimo, ci stiamo divertendo un sacco, hai fatto davvero un’ottima scelta amore......come dici? Non sento bene, ripeti…non lo so, è lui che decide lo sai come sono le regole di oggi…, aspetta che chiedo”
“Ivan mi sta chiedendo se può finalmente entrare per guardare un po' dal vivo, che facciamo, glielo concediamo?
“Dipende…tu Silvia hai sete?
“Del tuo cazzo? un casino ancora”
“Ma no…intendevo se hai voglia di bere qualcosa di fresco dal bar, ci mandiamo Ivan Cornelio e ci facciamo portare un rinfresco”
“Come è che lo hai chiamato? Ivan Cornelio....ahahahahahah, lo sai che non glielo toglierò mai più da addosso ‘sto soprannome quando giocherò”
“Non ti chiedo nemmeno il copyright, omaggio della ditta, allora cosa bevi?”
“Mhhhhh facciamo un Mojiito, e tu?
“Cuba libre, con rhum bianco, bicchiere largo, tre cubetti di ghiaccio, lime e mezzo cucchiaino di zucchero di canna; scommetto che se prova a ordinare questo Capitan Barbosa del Bar qui di fronte lo fa sparire nella cella frigorifera e lo serve a Capodanno a tocchetti come aperitivo del precenone”
“Ahahahahahahahaha ma sei tremendo, povero il mio Ivan Cornelio, aspetta che gli passo l’ordine”.
Mentre Silvia compone il messaggio whatsapp per Cornelio io da dietro glielo metto dentro, facendole probabilmente scazzare un bel po' di parole.
Entra come se lo stessi infilando nella panna montata.
Affondo una decina di colpi belli decisi ma poi mi fermo, estraggo il Lupo, mi alzo, faccio girare Silvia con il suo bel muso in direzione dell’entrata della room, scendo, socchiudo la porta e risalgo sul letto per infilarmi nuovamente nella passera super accogliente della porno parmigianina.
Lei mi butta un’occhiata complice e approva la mossa.
“No vabbè, sei proprio un regista da serata degli Oscar eh? vuoi che Ivan Cornelio appena entra mi veda bene in faccia mentre mi stai sbattendo da dietro...”
“Esatto, e soprattutto una volta che te l’ho rimesso dentro non ho nessuna voglia di interrompere quello che ti sto per fare per alzarmi ad aprire al maggiordomo”
Silvia borbotta una risatina complice che immediatamente si scioglie in una bella raffica di gemiti sospirati, quando sente che il Lupo affonda nuovamente i suoi morsi nella passera.
Inizio piano, lento e profondo, ma dopo poco non posso evitare di aumentare il ritmo, perché scopare Silvia da dietro è davvero piacevole a livello Nirvana.
Lei risponde alzando meglio il culo per sentirsi più riempita ed offrirmi il panorama illegale di quel buco che ho già esplorato ma che meriterebbe sicuramente un episodio due della saga “Lei di Cp Parma e i predatori delle corna perdute”.
Silvia si appoggia completamente sui gomiti e inizia ad accompagnare i colpi che le sto dando con una specie di porno twerking condito dai suoi commenti sottovoce...
“Dai....Dai...mhhhh, siiii, dammelo così, daiiii, spaccami, mhhhh, dai fammelo arrivare in gola…Dio...dai....riempimi Max.…fino in fondo…daiiii”
Parli troppo Silvia, si capisce che stai recitando un ruolo.
E’ chiaro che ti sta piacendo quello che ti sto facendo, ma ci metti troppa enfasi nei commenti.
Non te li ho chiesti.
Non mi servono, e tu hai decisamente visto troppi film porno con Cornelio...
Goditi quello che ti sto facendo
Goditi il momento nel quale il tuo moroso ti vedrà così, farcita da un cazzo sconosciuto sul letto di un motel.
Goditi il tuo momento da cagna in calore in modalità secret agent, perché non avrai mai il coraggio di raccontarlo alle amiche fighe durante gli ape fighi nei bar fighi in Piazza Garibaldi.
Quindi smettila di recitare, chiudi la bocca e goditi il cazzo...
Mentre elaboro il pensiero si sente il sommesso cigolio della porta di ingresso che si apre lentamente.
Ivan Cornelio, accessoriato di un bel vassoio apparecchiato con tre bicchieroni di tonalità diverse, accenna un passo per entrare nella stanza, ma appena realizza che la prima cosa che vede è il viso di Silvia spettinata e sconvolta mentre si gode ad occhi chiusi l’alluvione di colpi di cazzo che le sto fornendo, si immobilizza come un soriano al centro della corsia dell’autostrada inchiodato dai fari del Tir in arrivo.
Una scena che neanche al game di Unduetre stella! nella puntata uno di Squid Game.
Mi godo la situa che non vorrei mai interrompere, ma ci pensa Silvia a spezzare il porno incantesimo, riaprendo gli occhi e ansimando al moroso cornuto:
“Oh, ma la chiudi quella cazzo di porta o vuoi proprio che tutta Reggio mi veda mentre mi faccio sfondare?”
Non ho nulla da eccepire innanzi a una simile palese dimostrazione di educata eloquenza con la quale la piccola parmigianina mi rende chiaro quanto sappia tramutarsi in una domatrice da Circo Orfei con il moroso portacorna.
Ivan si riprende come se gli avessero appoggiato un cavo con la due&venti sui coglioni, appoggia impacciato il vassoio sul mobile che si trova sotto lo schermo al plasma appeso alla parete innanzi al letto e si affretta a richiudere la porta mormorando scuse scarsamente decifrabili, dopodiché riprende il vassoio e annuncia:
“Ecco i vostri drink, spero che vi piacciano perché a dire il vero il barista non mi sembrava molto a suo agio nel prepararli”.
Gli sorrido educatamente, afferro il bicchiere che mi è destinato, tracanno un lungo sorso senza peraltro smettere per un istante di pompargli la morosa, dopodiché glielo restituisco.
“appoggia pure dove vuoi, grazie, finisco di assaggiarlo dopo avere finito di assaggiarti la morosa” lo rassicuro aumentando l’intensità dei colpi tra le cosce di Silvia.
“Bravo Cornelio, fai così…e mentre Max finisce di pomparmi, fagli vedere perché non sei ancora riuscito a segarti il cazzo nonostante le foto che ti abbiamo già mandato”, precisa Silvia, con tono singhiozzante a causa dei colpi che si sta prendendo, e ragazzi chiedo scusa se non avete capito bene ma temo sia colpa mia.
Ivan resta momentaneamente interdetto, probabilmente per non aver compreso al primo colpo il nuovo soprannome che lo francobollerà per l’eternità forevvahh – ennevahh.
Dopodiché si riprende e obbedisce.
“Si certamente amore, faccio vedere anche a Max perché oggi tu sei destinata ad essere solamente sua, come hai sempre desiderato tu fin dall’inizio amore, come hai progettato tu” solfeggia bovinamente il maggiordomo boyfriend.
E inizia a slacciarsi i pantaloni, abbassandosi un paio di mutande a slip che fidatevi, non si possono proprio descrivere, ma vabbè ve li descrivo lo stesso: sono di Tezenis a tema natalizio con delle cazzo di renne di Babbo Natale.
Ivan Cornelio resta lì, in piedi, a braghe e mutande calate, di fianco al letto sul quale la sua morosa a gattoni si sta prendendo un caricatore di cazzo in passera senza alcuna intenzione di abbassare il ritmo.
Tra le gambe il maggiordomo boyfriend Indossa una gabbietta che gli imprigiona il cazzo.
Un esemplare che, ad occhio, non definirei esattamente da campionato mondiale, per essere magnanimi.
Lui mi sorride in cerca di una più che improbabile forma di comprensione.
Tuttavia non posso fare a meno di interrompere la monta e sorridergli, simulando qualche sorta di solidarietà della quale probabilmente ha un fottuto bisogno.
Contento lui….
“Sai Max, devi capire che io la amo davvero, farei qualsiasi cosa per lei, per vederla contenta, felice, appagata, per me questo è vero amore, saperla felice mentre la stai facendo godere come io non potrei mai riuscire a fare, lo capisci, puoi capirlo?”
Sinceramente no, Cornelio, ma mi sembrerebbe un gesto di insensata maleducazione buttartelo in faccia, vista la notevole cortesia che mi state facendo, penso tra me e me, quindi abbozzo.
“Certo che ti capisco, credo sia una stupenda manifestazione di amore, Silvia è davvero una ragazza fortunata ad avere uno come te al suo fianco” mento spudoratamente.
Lei si scosta i capelli che le sono ricaduti sul viso e si gira da un lato.
E’ rossa in viso, sudata, ed con un sorriso bastardo tra il dolcissimo e l’inquietante mi fa:
“Lui mi ama come nessun’altro mai potrebbe fare, non lo cambierei con nessuno al mondo, mai, per nessuna ragione, ma lo hai visto bene? Come potrei passare il resto della vita accontentandomi di un cazzo del genere?”
Mi limito ad annuire in silenzio, perché comprendo di essere entrato in un campo minato emotivo nel quale sarebbe facilissimo fare un passo sbagliato.
“Tu la stai rendendo felice in questo momento, e io sono al settimo cielo sapendo che lei sta godendo così tanto, ti prego, non smettere, chiedo solo di poter assistere al suo piacere, se non ti dispiace” conclude CornelioIvan con un’espressione che mi ricorda quella di un mendicante accucciato davanti alla porta di una Chiesa la domenica mattina.
Silvia gli sorride e poi sorride a me.
Ha un modo di farlo vagamente illegale.
Alla fine risulta chiaro che le redini di tutta la faccenda le ha sempre avute in mano lei, sin dall’inizio.
Quindi il mio Ego chiede il permesso di sciogliere le righe e andarsene in vacanza, che a sto giro di giostra mi sa che la bacchetta del direttore d’orchestra se ne resta sul leggio.
Silvia si sposta da me, facendo uscire il Lupo dalla tana nella quale si trovava benissimo fino a pochi minuti prima.
Si gira e scende dal letto, mi prende per mano e mi fa scendere dal ring, poi si inginocchia davanti a me, prende per mano Cornelio e contemporaneamente si imbocca il Lupo e inizia a succhiarmelo lentamente, guardandomi fissa negli occhi.
Cornelio sorride in silenzio, estasiato, stringendo la mano della fidanzatina ma senza muovere un muscolo, lui e il suo cazzo – Titti addormentato nella gabbietta.
Che cazzo di situazione.
Il Lupo è troppo ignorante e a lui frega zero del pathos, quindi tra le labbra della parmigianina ci si tuffa e se ne sta molto volentieri.
Io provo a metterci tutta la mia riserva zen per fare in modo che Ivan possa godere a lungo della scena standosene in prima fila, con la mano della sua morosa che stringe la sua in sincronia con ogni lappata che mi elargisce, ma la bocca di Silvia è troppo accogliente, le sue labbra sono troppo morbide, la sua lingua me lo sta lavando di saliva in modo troppo convincente e poi quegli occhi piantati addosso fanno il resto.
Non credo che scada il terzo minuto dall’inizio di quella stupenda performance labiale senza che il mio primo fiotto arrivi, improvviso, inarrestabile, incontrollabile, a inondarle la fronte mentre lei mi sta percorrendo lentamente l’asta con la lingua.
Il secondo non se lo fa scappare, perché riesce ad ingoiarmi di nuovo un attimo prima che esploda.
Il terzo, idem.
Lei non smette di leccarmi in modo avido, ingordo, alla fine si stacca solamente perché sono costretto ad afferrarla per i capelli per riuscire ad estrarre il Lupo da quella tagliola di carne morbida che sono le sue labbra, prima che finisca di farmi letteralmente uscire di senno.
Ivan è immobile, una goccia di sudore gli riga lo zigomo e gli occhialini sono visibilmente appannati, respira pesante, ma la sua espressione è di pura estasi.
Lei ci guarda entrambi, me e il suo moroso, soddisfatta, trionfante.
Raccoglie meticolosamente con le dita lo schizzo che le ha appena firmato la fronte e se lo infila in bocca, estraendo la lingua per farmi vedere che la raccolta è ancora li.
Poi si rialza, abbandonandomi a me stesso.
Si gira e bacia sulle labbra Cornelio per fargli assaporare tutto il mio piacere che si è tenuta appositamente tra le labbra senza ingoiare.
I due iniziano a limonare come due adolescenti al parchetto.
Lei si abbandona dolcemente tra le sue braccia continuando a baciarlo avidamente ma senza mai sfiorargli il cazzo detenuto.
Io capisco che è decisamente il momento di togliersi dalle palle per lasciare che si godano un momento che è e deve restare solo loro.
Me ne vado in bagno, senza aggiungere una parola, che non servirebbe.
Entro in doccia e lascio che il getto di acqua caldissima mi massaggi il corpo, a lungo, quasi perdendo il senso del tempo.
Per risciacquare il cervello ci sarà tempo più tardi, un'altra volta.
Alla fine esco, mi avvolgo nell’accappatoio a disposizione dei clienti del motel e mi asciugo con calma, convinto che nel frattempo Silvia e Cornelio abbiano lasciato la stanza senza salutare, cosa che non mi sorprenderebbe affatto, quindi me la prendo comoda.
Una decina di minuti dopo rientro nella room e scopro che invece, sorprendentemente, sono entrambi ancora li.
Silvia si è rivestita, è impeccabile, sembra appena uscita da una convention ecologista.
Anche Ivan Cornelio si è ricomposto e risulta inappuntabile, sorridente, bovinamente sereno.
Entrambi stanno sorseggiando i cocktail made from Capitan Barbosa.
Resto vagamente interdetto.
Silvia rompe l’imbarazzo che si potrebbe tagliare con un flessibile.
“Pensavi che ce ne fossimo già andati senza salutarti Max? mai nella vita, sei stato troppo carino con me e sono stata….anzi, siamo stati davvero bene oggi, vero Ivan?….spero tanto che per te sia stata la stessa cosa…….e vorremmo davvero ringraziarti con un pensiero, se non ti offendi……Ivan glielo dici tu?”
Io sono l’esatta controfigura di un Moai dell’Isola di Pasqua.
“Certo amore, ecco Max, tieni, questo è il nostro invito……tra quindici giorni io e Silvia ci sposiamo…e tu sei, insomma, sei stato…il mio regalo di addio al nubilato per lei, spero che la cosa non ti offenda, perché per noi è stato bellissimo, perfetto proprio come volevamo che fosse…quindi se non avrai da fare e se ne avessi voglia, ecco, noi ci terremmo davvero tanto se tu volessi farci il piacere di venire al nostro matrimonio”
E mi ficca in mano una busta color crema antica finemente decorata in rilievo.
La apro ed estraggo il biglietto coordinato dello stesso colore contenente l’annuncio, la data, la location, e l’invito a partecipare al lieto evento.
Leggo quali sono i loro veri nomi.
Alzo gli occhi.
Mi stanno sorridendo.
Ricambio.

FINE
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