STORY TITLE: Fiducia tradita 
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STORY

Fiducia tradita

by Dongle69
Viewed: 1158 times Comments 7 Date: 08-04-2025 Language: Language

Questo è il mio primo racconto e tratta di fatti realmente accaduti, ormai una decina di anni fa. All'epoca avevamo 25 anni io (Tommy) e 21 lei (Vale).
Voglio condividere l'episodio che cambiò drasticamente il mio modo di vedere le relazioni e le gelosie...
Spero lo possiate trovare interessante!

Non ero mai stato un tipo geloso. O almeno, questo era quello che mi dicevo. Avevo sempre pensato che la fiducia fosse la base di ogni relazione, e la nostra non faceva eccezione.

Quando Valentina mi parlò di quella vacanza con le amiche, organizzata da Scuolazoo, il mio primo istinto fu di dire no. Sapevo bene che tipo di posti fossero, cosa succedeva in quei viaggi pieni di ragazzi e ragazze lontani da casa, senza troppe regole (o freni) se non quelle dettate dall'alcool e dall'euforia del momento.

Ma dai, Tommy, che vuoi che succeda? Siamo cresciuti, non sono una ragazzina. E poi mi fido di te, tu ti fidi di me, no?

mi disse con quel suo sorriso disarmante, gli occhi che le brillavano dall'eccitazione.

Annuii, anche se dentro di me qualcosa gridava il contrario. Certo che mi fidavo, ci mancherebbe. Stavamo insieme da anni, avevamo costruito qualcosa di solido, di vero. Un viaggio non avrebbe cambiato niente. O almeno, così speravo.

Valentina era una ragazza che non passava inosservata. Biondo cenere, capelli lunghi e lisci come spaghetti, minuta, magrolina, ma con un seno abbondante che non perdeva occasione di mettere in bella mostra e che attirava sguardi ovunque andasse. Io, invece, ero un ragazzo di altezza nella media, moro, piacente, con un fisico scolpito da anni di palestra. Eravamo una bella coppia, e ne eravamo consapevoli.

Il sesso tra noi è sempre stato appagante: entrambi non ne avevamo mai abbastanza. I giorni prima della partenza, però, lei sembrava ancora più su di giri: veniva a ripetizione, bagnando completamente le lenzuola. Era come se volesse lasciarmi un ricordo indelebile prima di partire, come se volesse consumarci fino all'ultima goccia di desiderio.

Mi sembrava diversa, forse solo più eccitata all'idea di partire, di vivere un'esperienza con le sue amiche. Ma c'era qualcosa nei suoi occhi che non riuscivo a decifrare. Un'ombra, un guizzo di irrequietezza. Forse ero io a vedere cose che non c'erano? Forse ero davvero diventato geloso?

La accompagnai alla stazione. Il pullman era già lì, pronto per partire. Mi aspettavo un bel bacio, lungo, visto che saremmo stati lontani una settimana, ma fu veloce, quasi frettoloso.

Divertiti

le dissi.

Ti amo

mi rispose, prima di salire sul pullman.

Rimasi a guardarlo allontanarsi, con un nodo in gola che non volevo ammettere di avere.

I primi giorni furono strani. Cercavo di non pensarci, di non far caso al fatto che i suoi messaggi erano più brevi, più distanti.

Siamo in spiaggia, tutto bene!

,

Serata bellissima, ti chiamo domani

. Parole asciutte, senza dettagli, senza l'affetto che di solito traspariva anche dagli schermi. Io rispondevo con il solito entusiasmo, anche se dentro di me non ero per nulla tranquillo ed un tarlo che non riuscivo a scacciare diventava sempre più pressante.

Contavo i giorni, e soprattutto le notti, che mancavano al suo rientro. Ogni sera mi rigiravo nel letto, chiedendomi se stessi solo esagerando, se la mia ansia fosse ingiustificata. Ma più il giorno del rientro si avvicinava, più i suoi messaggi si facevano sporadici, freddi. Fino a quando, nelle ultime ventiquattro ore, il silenzio fu totale.

E poi arrivò quel giorno.

Andai a prenderla alla stazione con il cuore che martellava nel petto, combattuto tra l'entusiasmo di rivederla e la paura di quello che avrei trovato. Raggiunsi il piazzale dei pullman e finalmente la vidi.

Si avvicinò con passo leggero, ma senza quell'espressione di gioia che mi aspettavo. Niente corsa verso di me, niente abbraccio stretto. Solo un sorriso tirato, un semplice:

Hey, ciao Tommy!



Mi sentii sprofondare.

Le mie domande su come fosse andata trovarono risposte distratte ed evasive.

Tutto bene

,

Bellissima vacanza

,

Che stanchezza

. Parole vuote, senza calore. Nessun racconto dettagliato, nessuna emozione sincera. Il tarlo del dubbio si insinuò nei miei pensieri, sottile e implacabile. E se avessi avuto ragione sin dall'inizio?

La settimana successiva passò con un'atmosfera surreale: mi alzavo per andare al lavoro e le scrivevo un dolce buongiorno... la sua risposta era un freddo

Buongiorno

.

Durante il giorno non mi cercava mai. Silenzio totale. Solo in serata, a volte, arrivava un semplice

Buonanotte

. Nessun

mi sei mancato

, nessuna domanda su come fosse andata la mia giornata.

Ero a pezzi. Cercavo di scacciare i brutti pensieri, di aggrapparmi alla speranza che fosse solo stanchezza, che fosse normale dopo una vacanza intensa. Ma dentro di me sapevo che qualcosa si era rotto.

Provai a indagare, a chiedere alle sue amiche se fosse successo qualcosa, se avessero conosciuto qualcuno. Risposte vaghe, omertose.

Ma no, tranquillo, tutto normale!

. Nessuna di loro sembrava voler approfondire, nessuna accennava a dettagli.

Finché, un giorno, scorrendo i social, vidi un commento sotto una sua foto in spiaggia, postata qualche giorno prima. Un ragazzo che non conoscevo aveva scritto:

Mamma mia che bomba che sei, troppo sexy quella sera

.

Quella sera? Quale sera?

Mi si gelò il sangue. Quel commento era un pugno nello stomaco. Lo fissai per minuti interi, sperando di aver letto male, sperando che fosse solo un malinteso. Ma il mio cuore sapeva già la verità.

Andai sul suo profilo: abitava nella nostra zona, ad una ventina di minuti di macchina... Dalle foto un bel ragazzo, alto, fisico asciutto, giocatore di basket e stessa età di Vale. Sorriso sicuro di sé, sguardo sfacciato, di quelli che sanno di piacere e che non si fanno troppi problemi a provarci. Scorrendo le sue immagini, il maledetto tarlo nella mia testa cresceva sempre di più, fino a diventare un urlo assordante.

Ne ero certo: mi aveva tradito... con lui.

Dovevo provarlo però. Così, una sera, dopo averle scritto la solita buonanotte, mi inventai che il giorno seguente sarei dovuto partire per lavoro e sarei stato via un paio di giorni.

Quale occasione migliore per i due amanti? Avrebbero potuto agire indisturbati, col povero fidanzatino lontano per lavoro, ignaro di tutto. Avevo il cuore in gola mentre predisponevo tutto: silenzio social, nessun messaggio, nessuna traccia della mia presenza.

La sera successiva, poco dopo l’ora di cena, mi appostai fuori da casa sua, nascosto in macchina, con i fari spenti e il motore pronto a partire.

Dopo una mezz’ora d’attesa, vidi arrivare una macchina nera. Era lui. Si fermò proprio sotto casa di Vale. Lei uscì, vestita con un top scollato e una gonna corta, curata come se dovesse andare a una festa... non certo ad un pigiama party con le amiche.

Senza esitazione salì in macchina. Li seguii a distanza, il cuore in gola, le mani strette sul volante.

Guidarono per una quindicina di minuti, finché non si fermarono davanti a un piccolo motel sulla statale. Un posto che parlava da sé.

Scesero, si guardarono complici, e poi si avviarono verso l’ingresso. Li avevo colti sul fatto. Il mondo, in quell’istante, si spaccò in due...

ADDED 7 COMMENTS:
  • avatar luca51 Sicuramente c'è un seguito! Aspetto di leggere

    13-04-2025 07:05:03

  • avatar maximaquercia Un inizio ben chiaro!

    09-04-2025 23:17:42

  • avatar barma43 E poi?????

    09-04-2025 11:07:50

  • avatar Morena68 E quindi?

    09-04-2025 09:39:00

  • avatar bellobravo interessante! aspettiamo il seguito

    09-04-2025 09:18:20

  • avatar Orso1965 Io mi sarei sparato una sega mondiale

    09-04-2025 08:48:47

  • avatar savoiardo36 ........davvero un bel racconto peccato per la sistuazione ,........ma poi come è finita?

    09-04-2025 07:45:11