HISTORIA TìTULO: Semplicemene noi... 
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Semplicemene noi...


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Semplicemene noi...

by Orchideoselvaggio
Visto: 1 veces Comentarios 0 Date: 25-11-2024 Idioma: Language

Sono nuovo qui, non so nemmeno se posso definirmi un appartenente a questo mondo, so solo che vorrei raccontare la mia storia, ciò che ho vissuto per cinque anni e che ora non c’è più; in questo spazio trovo probabilmente la possibilità che altrove non ho di narrare ciò che è stato.
Sono di Roma, ho superato i quaranta, non mi ritengo un uomo particolarmente avvenente ma nemmeno da buttare. Ho avuto una relazione “normale”(passatemi il termine) per 10 anni, dopodichè le strade con la mia compagna si sono separate.
Per un po’ ho goduto della “libertà ritrovata” fino a che l’eccitazione del momento ha lasciato il posto alla solita quotidianità fatta di lavoro e impegni vari.
E in questo contesto che comincia a montare una situazione alla quale non avrei mai pensato. Una sera d’inverno dopo una partita di calcetto mi ritrovo a bere una birra con uno dei miei compagni con il quale non avevo mai avuto dei particolari legami d’amicizia oltre alla frequentazione del campetto. Vuoi la stanchezza, la birra o la malinconia, è in questa circostanza che Stefano si confida con me circa le difficoltà del rapporto con sua moglie Marzia. Erano sposati da 15 anni, senza figli, tutti e due di discreta presenza e giovanili si trascinavano in un rapporto in cui l’amore restava saldo ma la passione era scesa ai minimi storici. Dopo questo sfogo il nostro rapporto di confidenza aumenta fino a iniziare a frequentarci con maggiore costanza, facevamo delle serate tra uomini ma capitava spesso che la domenica fossi invitato a pranzo da loro dove ebbi modo di rafforzare il rapporto con la signora. In breve tempo diventammo buoni amici e le confessioni di Stefano si fecero sempre più imbarazzanti fino al punto di confessarmi che non riusciva più a fare l’amore con la moglie e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per alleviare la frustazione della signora. In una tiepida e gradevole giornata di primavera, dopo un buon pranzo e qualche bicchiere di vino, la situazione prese una piega inaspettata; Marzia aveva cominciato a tenere un comportamento ammiccante avvolta da un vestitino aderente che lasciava poco all’immaginazione, fu in quel momento che dal nulla lei se ne usci con una frase in quel momento scioccante davanti a suo marito: ”Tu faresti l’amore con me?”
Trasecolai e cominciai a sudare un po’, ero molto imbarazzato, gli dissi che si trattava di uno scherzo di pessimo gusto, al che si fecero seri e presero a raccontarmi delle loro difficoltà nell’intimità e del fatto che lei avesse maturato il desiderio di giacere con un altro uomo davanti al marito che per amore avrebbe accettato supinamente la cosa. Ormai era chiaro che fossero molto determinati e avrebbero preferito farlo con “un amico” piuttosto che con un estraneo. Lei era una donna piacevole, inutile negarlo, chiesi di poterci riflettere, ma lei decise di fare la prima mossa piazzandomisi vicino e cominciando ad toccarmi e provocarmi; a questo punto potrei di quanto fossi stato “bull” in quella situazione, la realtà è che non ce la feci, mi bloccai completamente nell’imbarazzo generale finchè ridestatomi dal torpore me ne andai di corsa.
Non ci sentimmo per un paio di mesi, ma l’immagine di lei che mi provocava mi rimase nella testa e non nego che iniziai a masturbarmi pensandola. A seguito di una chiamata di scuse Stefano nella quale mi assicurava che non sarebbe accaduto più nulla del genere decido di rivederli, solito posto, solite dinamiche, sembrava essere tornato il bel rapporto d’amicizia di prima; nel frattempo vedevo che tra di loro le cose sembravano andare sempre peggio. A questo punto accadde qualcosa d’inaspettato, ricordo che ero seduto di fronte a lei e non potevo non ripensare a quante volte mi fossi toccato pensandola negli ultimi tempi, come preso da un raptus e noncurante del marito mi avventai su di le e comincia a palpeggiarla, non fui respinto, anzi. Consumammo un rapporto quasi rabbioso senza nemmeno denudarci ma spostando solamente l’intimo, fu qualcosa d’inebriante, sentivo un forte calore alla testa e vedevo il volto di lei ansimante e i suoi occhi strabuzzati, mi strinse fortissimo a lei e dopo qualche istante ci venne istintivo cercare la figura di Stefano che fino a quel momento avevamo ignorato, lo trovammo in piedi con i pantaloni abbassati e lo sguardo soddisfatto, si era masturbato guardandoci e aveva goduto come non faceva da tempo. Cominciò così la nostra relazione a tre, io passavo ogni volta che potevo e il sesso si faceva sempre più spinto mentre lui si rendeva conto di essere sempre più sottomesso. Questa cosa faceva impazzire entrambi i coniugi, arrivammo al punto di vederci anche da soli e mandargli le foto dei nostri amplessi che ormai avvenivano ovunque. Stefano si sottomise completamente, era il nostro schiavo, arrivammo ad usarlo come bagno su cui espletare i nostri bisogni e più veniva umiliato più era felice; cominciò a essere geloso della moglie, diceva di voler assaggiare anche lui il mio membro, glielo negai, ma un giorno lo feci penetrare dalla moglie con un grosso sex toy mentre gli davo il permesso di praticarmi un rapporto orale. Ormai eravamo senza limiti, ricordo che spesso gli facevamo mangiare la pasta condita col mio seme. Eravamo felici, io avevo anche le chiavi della loro casa, capitava che arrivassi di notte e lo cacciassi sul divano per infilarmi nel lettone a fare sesso con la moglie, questo finchè gli proibii di dormire con lei. A lui era consentito solo pulirle la fica dai miei orgasmi con la sua lingua. In questo mondo assurdo eravamo felici, ricordo tante volte in cui mentre lei mi praticava un orale lui mi leccava i piedi, io ero il re di quella casa e loro sudditi felici. Tutto questo per cinque anni finchè a Marzia non fu diagnosticata una leucemia fulminante, in pochi mesi la malattia se l’è portata via. Negli ultimi momenti della sua vita ci prese entrambi per le mani e ci disse che ci amava entrambi. Non andai al funerale, non sono mai stato al cimitere, non ho più sentito Stefano, il dolore è stato immenso. Non so questi siano stati cinque anni da bull, so che nessuno capirebbe e forse questo è l’unico spazio in cui posso raccontare ciò che è stato senza essere giudicato.

Añ CASEADE 0 COMENTARIOS: