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SERE D'ESTATE


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SERE D'ESTATE

by annalberto
Gesehen: 656 Mal Kommentare 5 Date: 16-11-2022 Sprache: Language

Ogni tanto in estate, quando siamo soli coi ragazzi al mare, ci dedichiamo una serata trasgressiva, fatta di esibizionismo e di porcate, ci piace definirla una serata da porconi.
Quella sera faceva caldo e dopo cena entrambi avevamo voglia di porcate, di cose eccitanti, di uscire. Noi stiamo in collina, non troppo distanti da Cavoretto, sopra Torino, lì c’è Parco Europa, un grande parco panoramico sulla città, dove si può passeggiare tra il verde, anche se in estate è sempre pieno di gente, inoltre c’è anche un bar con dehor e tavolini sparsi nel verde, dove si può giocare sena essere troppo al centro dell’attenzione.

Si è depilata la figa con cura ed ha voluto che anche io fossi depilato con le bermuda coi bottoni senza mutande, per poter giocare liberamente col mio cazzo; era molto su di giri, si è truccata i capezzoli per renderli ben visibili sotto la camicetta bianca semitrasparente ed ha messo la gonnellina di jeans con spacco e bottoni sul davanti aperta a due dita dalla figa nuda, plug nel culo ed ovetto rosa in figa col sensore del remoto che le usciva dalla fessura, lo faceva vibrare comandandolo col telefonino; scarpe col tacco alto ed un trucco marcato, come dice lei quella sera aveva una gran voglia di sentirsi porcona. In macchina se ne stava a gambe ben aperte per sentire il piacere di essere maiala, mentre guidavo giocava col mio cazzo duro messo a nudo nella patta aperta del calzoncini, ci giocherellava tenendolo bel scappellato e quando si bagnava di umore lo ripuliva bene con la bocca tenendo l’umore in bocca baciandomi appassionata mentre diceva, senti che buon sapore di cazzo. Giunti al Parco Europa abbiamo passeggiato un po' tra la gente, nella penombra della sera non si notava la figa nuda nella gonnellina sbottonata mentre erano in bella vista i capezzoli ballonzolanti sotto la camicetta semitrasparente; io ero un po' a disagio, sentivo l’aria che mi accarezzava il cazzo nudo e depilato nella patta aperta dei calzoncini, lei era eccitata dal mio cazzo che si intravedeva di tanto in tanto. Al bar ci siamo seduti in un tavolino appartato, nella penombra, lei poteva stare a gambe aperte anche se la gonnellina sbottonata lasciava scoperto tutto il pube rasato; al passare della gente non chiudeva le cosce, la penombra le consentiva di restare in quella posa oscena ed eccitante e anche quando il cameriere ha preso la comanda ha mantenuto la sua posa da porcona restando con le cosce aperte. Questo giochetto la eccitava terribilmente tanto che col telefonino faceva vibrare l’ovulo che aveva in figa mentre il cameriere ci serviva il gelato, aveva visto che lei mostrava la figa e appoggiava lentamente la coppa gelato davanti a lei, sul bordo del tavolino a pochi centimetri dalla sua figa nuda bene in vista, lei stava con le cosce ben aperte guardandolo con un sorrisetto malizioso da troia arrapata. Naturalmente è venuto di corsa alla richiesta del conto e lei lo ha salutato mettendo in mostra la figa sbottonando tutta la gonnellina mostrandogli bene la figa con l’asticella rosa dell’ovetto che le usciva dalla fessura; mentre ci alzavamo lui le ha lanciato uno sguardo pieno di significato, era evidente che le dicesse ma quanto sei troia, lei gli ha sorriso con dolcezza apprezzando il trattamento. Siamo saliti in auto arrapati, lei ha sbottonato l’unico bottone della gonnellina rimasto abbottonato lasciandola cadere a terra, poi ha estratto il mio cazzo fradicio ficcandoselo in gola, mentre io guidavo tornando a casa, smanettandosi freneticamente la figa fino a venire mentre io scaricavo tutta la mia sborra nella sua gole mentre lei ingoiava tutto fino all’ultima goccia. Ma la serata era troppo eccitante per finire così, strada facendo ci siamo fermati lungo la stradina in collina, in uno spiazzo con due panchine; nel buio della notte siamo scesi dalla macchina a scopare sulla panchina; lei praticamente nuda ha sfilato il plug dal culo tenendolo tra i denti, con l'ovetto vibrante in azione mentre io la inculavo con forza. Incuranti che qualcuno delle case vicine ci potesse vedere.
Una vera serata da porconi.

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